martedì 15 settembre 2020

Domani, il primo numero vivisezionato (diciamo suppergiù)

E dopo il post su questa giornata di festa, mentre per gli abbonati sulla app è già disponibile il secondo numero cartaceo di Domani, noi ci avventuriamo in una piccola analisi del primo numero, oggi in edicola... che, giusto per spronare la redazione a far sempre meglio, in serata Carlo De Benedetti ha simpaticamente commentato in tv chiedendo «un po’ più di pepe» (in realtà è un complimento, visti gli animi eccitati e i titoli allarmistici dei competitor).

Impostazione generale

Anzitutto l’impatto grafico: pulito e ricco di bianchi (coerente in font e colori con l’impostazione del sito), promessa mantenuta di articoli che chiudono in pagina (in gran parte con frase finale quasi a effetto, tranne quelli brevi o di spalla: ma son gusti), senza alcun box né foto scontornate (tutte peraltro correttamente accreditate), oltre a Dario Campagna debutto per gli esperti Roberto La Forgia e Gianluca Costantini, a cui si è già aggiunto (per ora su Instagram) il versatile Davide Toffolo.

Come contenuti con molti ospiti e scrittori esterni alla redazione, curiosamente pochi esteri e inchieste (quelle “partecipate” sui temi votati dagli abbonati usciranno di lunedì) per questi primi giorni tra apertura delle scuole ed elezioni regionali con referendum nazionale.

Il posizionamento – già in parte visualizzato dallo spot tv in bianco e nero, che a noi è piaciuto tantissimo ma definisce d’acchito un’impostazione un po’ retrò (come il meteo accanto alla testata in prima, tutto sommato innocuo accanto alla manchette pubblicitaria e in caso sacrificabile) – sembra inevitabilmente più da “secondo giornale” come Il Foglio e il manifesto, pur dando l’impressione di voler giocare (almeno idealmente) alla pari con i “giornaloni”. Ma è fuorviante dirlo il primo giorno: vedremo il prosieguo.

Per chi come noi ha seguito questi 4 mesi di avvicinamento all’uscita, appare evidente come il Domani cartaceo sia ancillare e conseguente al sito web: al netto di invidie e malafede, non pochi commenti sembrano accorgersi poco di questo aspetto (vedi anche l’effetto di “troppi” scrittori accanto a giornalisti). Come al solito sarà la maggioranza silenziosa – i clic e gli abbonamenti, più che le copie vendute – a dettare eventuali aggiustamenti: e sarà interessante vederlo in diretta.

Prima Pagina

Editoriale d’intenti del diretòr vibrante nella sua semplicità, foto programmatica in linea (preferita ad altre più d’effetto) che guarda al futuro, articolo significativamente affidato a un dirigente scolastico di Calcinate (BG).

Pagine 2-3

Approfondimenti di redazione, asciutti e sui fatti (più puntuali Lisa Di Giuseppe e Davide Maria De Luca, più brillante Giorgio Meletti visti gli argomenti).

Pagine 4-5

L’inchiesta esclusiva del vicedirettore Emiliano Fittipaldi in coppia con Giovanni Tizian, il solito ginepraio per “seguire i soldi”, nella giornata accolto da un assordante silenzio da media e politica. Pressoché inevitabile un “falso box” in basso per riassumere i guai giudiziari della Lega che è ben difficile un normale lettore, anche minimamente informato, sia in grado di ricordare nei dettagli.

Pagina 7

All’interno della sezione iniziale Fatti, breve pausa su La Giornata con due colonne di news minimali (pressoché inutili in un “secondo giornale”, e qui torna la certa ambiguità di fondo: sicuramente voluta e rischiosa, vedremo le risposte dei lettori) e un articolo sui roghi in California di Ferdinando Cotugno che avrebbe meritato più visibilità per l’argomento cruciale e clamorosamente sottovalutato dai media nostrani (anche se come dicevamo scuola ed elezioni hanno il loro peso).

Pagina 9

Cronache politica e dalla magistratura, affidate alle esperte Daniela Preziosi e a Giulia Merlo che anche questa volta non deludono.

Pagine 10-11

Al centro del giornale parte la sezione Analisi: con 5 lettere di tono diverso (divertente quella centrale: «Il Covid ha fatto una cosa buona: zittire il calcio», anche se per la verità ha anche lasciato in giro per le città i teppisti travestiti da Ultras... ma non divaghiamo), vignetta di Campagna e il bell’articolo di Walter Siti citato nella prima diretta Instagram sui giornali di nome Domani.

Sulla destra, gran pezzo della scrittrice Igiaba Scego sulle donne di Capoverde e la mamma del giovane Willy (che già ha una gran storia di suo).

Pagina 12

Come d’abitudine efficace lo storico vaticanista Alberto Melloni sulla prossima enciclica di Francesco e quasi scolastico (in senso buono) Mario Seminerio sui fondi europei.

Pagina 14-15

La corrispondente Arianna Farinelli racconta da New York «l’America vulnerabile al virus» con la solita equivalenza tra Stati Uniti e continente che si usa nel parlato e ormai ha debordato anche nello scritto (personalmente lo stigmatizziamo e ne faremmo un vanto nel non usarlo). Piccolo colonnino di approfondimento in basso sul Mayflower, per chi è giovane o non ha studiato.

Sulla destra, il sempre ficcante Mario Giro sul distacco tra partiti e società affiancato di spalla dal vicecaporedattore Nicola Imberti su Berlusconi che «evita almeno il virus sovranista».

Pagina 17

Il “prezzemolino” di turno (detto con rispetto: in realtà è la solita bulimia dei tanti media di oggi che richiedono contributi e/o estratti a scrittori con libri in uscita, ed è facile intuire che certi ricevano il triplo delle richieste rispetto a quelle evase, magari poche ma di risalto) che apre la sezione Idee (il «Food for thought» citato dal diretòr) è lo scrittore Gianrico Carofiglio, con mini-colonnino di presentazione sulla destra. Ma l’illustrazione di Roberto La Forgia ci fa passare sopra a tutto.

Pagina 18-19

Doppia illustrazione del graphic journalist Gianluca Costantini, qui a supporto di una testimonianza diretta dello scrittore Jonathan Bazzi «nella periferia della periferia milanese» (noi autoctoni diremmo a “Rozzangeles”) e una del collega Daniele Mencarelli da quella romana. «Buona scuola a figli e genitori», e il primo Domani cartaceo si chiude, guarda un po’, guardando al futuro.

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