sabato 31 ottobre 2020

47 morto che parla (non Domani, ma tanto è Halloween)

Solito editoriale strepitoso di Walter Siti, stavolta su «L’assurdo senso di colpa di noi vecchi per il virus che ci uccide», accanto all’apertura di De Luca su contagi e lockdown.

Apertura dei Fatti con La Giornata in 7 news e la coppia di mastini Marconi & Tizian su «chi vuole controllare la protesta», seguito dalla situazione nelle carcere ben spiegata da Luigi Mastrodonato e accanto da Merlo, poi nuova triade Briganti-Tizian-Trocchia per l’inchiesta sui soldi della regione Lazio «Dal calcetto all’Albania» (con trafiletto siglato «G.Tiz, N. Tr.») e Preziosi su Bettini «in proprio», più Ciconte ancora da Lesbo: e a pagina 5 siamo già in affanno. Le cose non migliorano con Nello Bolognini a Falconara «Dove si muore di inquinamento» e Donatella Trunfio da Reggio Calabria sui veleni d’amianto, né con De Benedetti sul premio Pulitzer che abbandona per censura il giornale The Intercept che ha fondato online 6 anni fa... fino a un po’ di (relativo) respiro finale con Melloni sulla liberazione di Marogna che «potrebbe togliere al Papa un bel problema».

Le Analisi si aprono con Meletti sulle banche che «sono a rischio ma pensano ancora ai dividendi» e Fulvio Fammoni sui dati Istat di Pil e lavoro, poi gran lavoro di Penati su «Tutti i guai di Unicredit nella gestione Mustier» e l’ex senatrice LeU Lucrezia Ricchiuti su «Arcuri e la legge sulle liti temerarie». Quindi 5 lettere (con 1 risposta del diretòr e il Renzi grafomane autotwittante) e Odifreddi sul fissare i limiti della satira «difficile per tutti non solo per i fanatici» con illustrazione di Costantini:

Quindi Urbinati su Trump con Campagna (elettorale, ahah) di supporto

e il vicepresidente di Eurojust, Filippo Spiezia, sull’affrontare il terrorismo «solo a livello europeo», poi il diario USA (stavolta elettorale per davvero) di Berardi sull’uso delle armi. 

Idee che partono inevitabilmente dalla data di oggi con Chiara Tagliaferri su Halloween

lanciata anche da una divertente Storia su Instagram a tema:

seguita dalla «Notte prima della quarantena» parigina di Ventura

e chiusa dal ritorno di Patrizio Bati (pseudonimo d’ignoto romano, italianizzazione del protagonista di American psycho) che viene presentato in un trafiletto e introdotto da un altro firmato dall’editor della cultura Cottafavi: dopo il primo pezzo sul film del giovane Castellitto 10 giorni fa ora «una Ferrante maschio e cattivo» inizia «un articolato reportage in diversi pezzi» intitolato “Zona franca” e strutturato con «pezzi scritti in prima persona, assumendo ogni volta il punto di vista di un diverso protagonista» e anche oggi la pagina finale (non Skira, nonostante la manchette resista) ci regala un’emozione In giornata nuovi spunti: più i nostri (il primo è una bomba feticistica), fino alla buonanotte!

venerdì 30 ottobre 2020

Codice 46 (non è fantascienza, ma le uscite di Domani)

Editoriale quasi “esistenziale” di Mencarelli su «La nostra fragile libertà stretta fra terrorismo e pandemia» e inevitabile apertura sulla Francia firmata dal politologo Francesco Marone, accompagnato dal ritorno in prima di Costantini.

All’interno i Fatti partono come sempre con La Giornata in 7 brevi e il ricercatore Matteo Pugliese sul momento storico della Francia, seguiti a ruota dalla lettura di Melloni e il confronto con l’Italia del giurista Annicchino, nonché l’abituale panorama curato da De Luca & Teoldi (con un trafiletto in cui spicca la firma siglata «D.M.D.L.»). Della «maggioranza nel caos» e le nuove misure anti Covid si occupano le imbattibili Preziosi e Azzollini, poi è Dellabella a seguire il povero Lazio a caccia di tamponi e Merlo i focolai nei tribunali, nonché Marconi & Tizian che scavano sempre più per capire «chi soffia sulla rabbia sociale» e Di Giuseppe l’indagine tedesca su FCA. Chiude Ballarini su manovra e digital tax.

Altre 6 lettere (senza risposta) aprono le Analisi accanto a un nuovo “editoriale a pagina 10” del diretòr sul rapporto Inps, di fronte a una pagina sulle elezioni in USA con Farinelli

e il redattore capo Ferraresi sull’unica strategia di Biden («l’autodistruzione di Trump»), per chiudere con un nuovo pezzo di Cotroneo sul virus in Argentina e De Benedetti sulla Polonia (con l’annuncio di una diretta con Emma Bonino).

Le Idee si aprono con il ritorno del critico Paparoni sull’arte che «deve completare l’opera elettorale di Joe Biden», di una Galeazzi sempre brillante

di Cornia sulle piazze anti Dpcm («un esperimento a cielo aperto») e un’altra chiusura di giornale con Odifreddi illustrato da Campagna e un’altra godibile pagina finale: In giornata, i consueti spunti dal web: compresi i nostri:

Alla mattina il diretòr partecipa in streaming a una lezione in Università Cattolica, subito condiviso da Domani nelle Storie di Instagram

seguito, probabilmente ieri sera (vista la giornata di oggi particolarmente densa), da una mezz’ora d’intervista con Irene Graziosi nel canale Venti su YouTube del Show Reel Media Group della webstar Sofia Viscardi (la quale forse presto scriverà per Domani)... molto interessante e tutta da gustare, con tanto di chat su WhatsApp da Salvini, Gualtieri e Casalino: vedere per credere!


per poi partecipare nel pomeriggio al webinar su Enzo Biagi del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo Under 30

Quindi si tiene come previsto un nuovo incontro su Zoom di approfondimento con gli abbonati (coordinati come sempre dal SMM Daniele Erler)

e la diretta Facebook con Emma Bonino (qui in versione integrale) saltata per i problemi tecnici su Instagram all’ora di pranzo, guidata da Francesca De Benedetti in smart working:

Nel frattempo Campagna sul suo account Instagram si prepara già a Halloween

In serata, il diretòr torna a Otto e mezzo su la7 (qui la puntata intera):

giovedì 29 ottobre 2020

«Eppure sulla diagnosi siamo tutti d’accordo» (cit.)

45° Domani cartaceo con un nuovo editoriale del diretòr (il 17° in prima) che invita esplicitamente a non sprecare il prossimo lockdown (pressoché obbligato, visti i numeri e il comportamento dei Paesi attorno a noi), ancora accanto all’apertura di Preziosi su Conte ormai rassegnato e sempre con l’elegante manchette Skira in alto.

All’interno si parte con le 7 news de La Giornata, De Benedetti sulla situazione svizzera e Di Giuseppe su Germania e Francia, con Melloni sulla “piazza nera”, «la seconda infezione da debellare». Poi Tizian approfondisce quest’ultimo punto e De Luca la «crociata antiscientifica di Italia Viva contro la chiusura». Martini riprende l’incredibile vicenda della Ministra dei Trasporti con «L’altro favore ai Benetton» e Ponti & Ramella ragionano (cosa che in quest’Italietta sembra quasi un’eresia, ma resta più che mai l’unica cosa intelligente da fare) su come «Il virus impone una analisi costi e benefici delle grandi opere». Merlo inizia a seguire il processo di Bibbiano, che «sui media si è già celebrato» ma inizia domani a Reggio Emilia, e Pignatelli torna sull’Ilva per la sospensione del «sindacalista che dice la verità», mentre gli economisti Alessandra Casarico e Simone Lattanzi (che in realtà si chiama Salvatore Lattanzio: nuovo refuso nel nome di un autore) chiudono i Fatti spiegando a confronto con la Fase 1:

Aprono la sezione Analisi 3 lunghe lettere (tutte con risposta, su articoli precedenti: del diretòr, Elena Granaglia e dopo un diritto di replica Alessandro Penati) e il vicedirettò Fittipaldi sul bizzarro (e/o deprimente, fate voi) scontro politico Galli-Zangrillo, mentre prosegue il dibattito sulle RSA con il medico Giuseppe Liotta che è anche docente all’Università di Tor Vergata e, in vista del 9° Premio Morrione (dove tornerà domani alle ore 16.30 in streaming il diretòr, prima di un ulteriore webinar con gli abbonati a Domani alle ore 18), Marino Sinibaldi racconta «i dilemmi del giornalismo in pandemia». Quindi nuova pagina in collaborazione con l’Ispi: il ricercatore Matteo Villa con il data editor Teoldi sulla terza ondata nel voto in USA e il vicepresidente Paolo Magri su cosa cambia nei rapporti Usa-UE se vince Trump o Biden. Cotugno riassume «Tutto quello che non abbiamo imparato» a due anni dalla tempesta Vaia («il più esteso e traumatico evento causato dal cambiamento climatico sul territorio italiano»)

e Andrea Passeri fa il punto sulle manifestazioni in Thailandia, prima della chiusura con il diario USA di Berardi.

Due succose pagine di Idee anche oggi (ci pare anzi che quando son poche son forse più belle, ma forse è un caso o una falsa impressione), sulle frasi-guscio che ormai non dicono più granché,

poi una provocatoria presa di posizione di Eugenio Mazzarella su «Il falso argomento di chi vuole salvare la cultura e il tempo libero» e quindi un gran finale: In giornata, altri spunti: e una chicca di Domani... per domani: più i nostri feticismi:

mercoledì 28 ottobre 2020

44 Domani, in fila per 6 col resto di 2

Editoriale pragmatico (in un panorama che a volte sembra ben poco sensato) di Urbinati di spalla a sinistra, accanto alla ormai consueta coppia De Luca & Teoldi sulle curve dei contagi.

All’interno La Giornata con le tradizionali 7 news e ancora De Luca sul “decreto Ristori” (definizione sui cui stendiamo un velo pietoso), poi Tizian si addentra sulla «saldatura tra le curve e i clan» negli assalti delle piazze e Merlo si concentra sulla «Giustizia sempre più a distanza» nei tribunali anti Covid. Quindi Preziosi su Conte e (siglata dalle iniziali) su Calenda e Roma. Tris di De Luca in una nuova intervista “vera” (con le domande in neretto) al direttore sanitario del Giovanni XXIII di Bergamo, finché Di Giuseppe chiude i Fatti sulle Asl in affanno per i tamponi.

Con un pezzo rivelatorio del politologo Gianluca Passarelli sul M5s «sempre stato un partito» iniziano le Analisi, che proseguono con 5 lettere (con un’ineccepibile risposta del diretòr alla prima, che lamenta una linea culturale troppo incline al pop e trash pur essendo abbonato da un mese) e la prova dalla Banca d’Italia che tenere a lavorare gli over 55 non lascia fuori i giovani dalle aziende:

Poi da Macis & Presbitero una proposta sul Recovery fund

e una dall’economista Patrizio Bianchi (autore del saggio Nello specchio della scuola per il Mulino) sulla scuola. Quindi Mario Giro sulla Turchia e De Benedetti sul Regno Unito, poi l’esordio di Enrico Deaglio (curiosamente definito «scrittore») sulla «seconda vita di George Floyd» e i suoi ultimi minuti «che hanno cambiato il voto Usa». 

Le Idee si aprono con il gran ritorno di Bazzi sul prepararsi a un nuovo lockdown a Milano (con trafiletto della Redazione) e l’editor della cultura Cottafavi che “di persona personalmente” dice provocatoriamente la sua su «Teatri chiusi e menti aperte». La filosofa Carla Bagnoli traccia un profilo della collega Amélie Rorty (scomparsa da un mese) e il pirotecnico Fabio Vassallo sull’inconscio sessuale che emerge in tempi di pandemia

e infine, la sorpresa: per la prima volta Campagna chiude il giornale.

Alla mattina nelle Storie di Instagram troviamo un mini reportage da Roma

e su Radio 3 l’instancabile Azzollini ospite a Tutta la città ne parla, nella puntata “Proteste di piazza”, sulle misure restrittive contenute nell’ultimo Dpcm (qui al minuto 27:30).

Durante il giorno, non mancano nuovi spunt:

compresi i nostri: A pranzo è Preziosi da casa a fare la diretta Facebook con gustosa risposta e controrisposta

al pomeriggio Campagna produce su Instagram una ulteriore striscia su «Come sopprimere un tentativo di conversazione potenzialmente inutile/noioso/dannoso sull’attualità» in 8 vignette, di cui come sempre postiamo la prima

e in serata il diretòr un po’ di corsa

martedì 27 ottobre 2020

Un diario del 43 (inteso come Domani)

Mai così netto (fin dal titolo) l’editoriale del diretòr di spalla a sinistra, con Merlo ad approfondire nell’apertura gli scricchiolii nella maggioranza che sembra non avere più il controllo della situazione. Cambia intanto la manchette là in alto, con l’arrivo di Skira (al 15% partecipata dall’Editoriale Domani, ma stavolta senza una pagina interna).

All’interno i Fatti partono con le 7 news per La Giornata e il punto sul virus con gli abituali grafici di Teoldi e testo di De Luca, che bissa già nella pagina a fronte sulla Seconda Ondata a Roma, mentre in taglio basso i giuristi Valerio De Stefano e Antonio Aloisi si focalizzano (come già in un libro fresco di stampa) sui «programmi per spiare a casa» i dipendenti in smart working. A seguire Preziosi sulle «Scuole aperte addio» e anche Merlo bissa per «Bolzano e Trento ribelli: i ristoranti chiudono alle 22». Poi il nuovo scoop di Tizian, su «La trattativa dei leghisti per zittire il prestanome dei fondi pubblici rubati» e superlavoro per Merlo (prima a firmare un tris giornaliero su Domani) ancora sull’Anm. Quindi il ritorno di De Monte sul mancato superamento della Bossi-Fini

e Marco Sandrone di Medici Senza Frontiere sul dramma di Lesbo. Segue la solitaria Faggionato («Solo lei parla di FCA», ha detto il diretòr) sui superiori del manager FCA sotto processo che han fatto carriera, sopra a un appello di 8 personalità politiche (da Lorenzo Fioramonti a Nicola Fratoianni) di usare i fondi europei per dare un reddito a tutti.

Via alle Analisi con 5 lettere (e una risposta del diretòr sulla parità di genere a Domani) e un commento di Pasquino su come usare in maniera intelligente i sondaggi di qeusti tempi, poi l’esordio dell’economista Salvatore Bragantini su Confindustria che «fa il contrario di quello che chiede allo stato», sopra a Meletti che – a proposito di superfluo e “superfluo essenziale” – ricorda «che prima dei teatri hanno tagliato scuola e sanità». Lo storico Raffaele Nocera si concentra sul momento e la storia del Cile, mentre tornano il giurista Annicchino su Trump che «s’improvvisa “convertito” per conquistare il voto religioso» e Mario Giro sulla guerra civile in Camerun. Infine la storica Fernanda Alfieri che segnala un curioso matrimonio gay celebrato da un prete «sul finire del Seicento in un piccolo borgo nei pressi di Novara».

Ma è l’editor Guglieri e l’attrice Cacciola a stupire nella sezione Idee, il primo per un argomento quasi mai degnamente trattato dalla stampa generalista

l’altra per una spettacolare lettera a Conte meglio di come la scriverebbe la sua alter ego Martina dell’Ombra. Chiude la prezzemolina Chiara Valerio: In giornata, sempre nuovi spunti (compreso uno inedito di Campagna (che a proposito della sua illustrazione di oggi, su Instagram ha scritto: «Tra i miei sogni c’è quello di possedere un cabinato arcade in casa, pensate che sciccheria, ma per il momento direi che al massimo posso solo disegnarmelo, in qualche modo»)

più un video tra gli inediti sul sito di Domani

e i nostri soliti extra

A ora di pranzo nuova diretta Facebook, con De Luca in smart working e in serata dal diretòr in redazione, con un piccolo scoop su un nuovo esordio: Inoltre venerdì pomeriggio il diretòr torna al Premio Morrione per il giornalismo investigativo under 30 a un dibattito (rigorosamente on line) sul futuro del giornalismo:

lunedì 26 ottobre 2020

La risposta alla domanda fondamentale su vita, universo e tutto quanto (indovinato: “Domani” è arrivato a 42)

Editoriale di Serughetti inevitabilmente sul primo Dpcm alla domenica per pranzo, sopra all’apertura di Preziosi invece pure

All’interno si (ri)parte con le 6 news per La Settimana nei grafici del data editor Teoldi (mai così prezioso e “plus” rispetto anche ai “giornaloni”), accanto al panorama di Francesca De Benedetti sulle misure antivirus in Europa. Coppola (stavolta sulla cronaca e con una foto) ragiona sul pezzo di Italia da Napoli a Cervinia che «rifiuta di ammettere il dramma condiviso» e Tizian traccia un solco dai moti di Reggio Calabria 50 anni fa alle violenze di oggi in cui «l’impronta nera è utile alle destre». Poi il reportage di Lucilla Vazza dai medici di base lombardi che in forma anonima urlando «siamo tagliati fuori dalla sanità nazionale» (con un trafiletto di aggiornamento dalla redazione), seguito da Luca Carra sui «Cinque vaccini quasi pronti» e nientemeno che Silvio Garattini dell’Istituto “Mario Negri” (classe 1928, senz’altro il più anziano collaboratore di Domani finora e probabilmente per molto tempo ancora) su come «Abbiamo troppi farmaci e molti sono inutili». Quindi un altro esordio: il giornalista e scrittore Claudio Fava sul «sistema Montante» (con un trafiletto di Tizian su mafie e consenso in tempo di Covid), accanto alla “rubrica” (anche se non indicata come tale) di Meletti stavolta dedicata a LCdM (come dicevano a Drive In) alias Montezemolo, «il maestro di capitalismo all’italiana». Quindi la nuova puntata dell’inchiesta di Attanasio (votata dagli abbonati e finanziata anche dai lettori) sui «bambini del Katanga in miniera per due euro» e l’arrivo – dopo decenni al Corriere della Sera – di Rocco Cotroneo da Rio de Janeiro (dove vive dal 1998, dopo esser stato nel 1993 il primo giornalista del Corriere su Internet) con un approfondimento sul Venezuela di Maduro: chiude il ricordo di Mauro Maggiorani su Germano Nicolini detto il comandante Diavolo, «partigiano tradito dal Pci» scomparso ieri a cent’anni (e riabilitato da 25 per un delitto mai commesso costatogli 10 anni di galera).

Due diritti di replica (per un articolo del vicedirettò Fittipaldi che risponde brevemente e di Sgarbi) monopolizzano le lettere che aprono le Analisi, accanto a un’altra foto del Conte di ieri per l’analisi giustamente impietosa di Azzollini sull’ultimo Dpcm e «scaricare la responsabilità del contagio sui cittadini». Quindi è (in ulteriore esordio) Daniele Bellocchio a tener accese le luci sulla guerra in Nagorno Karabakh, sopra a una risposta «dell’oste che parla del suo vino», come ha detto il diretòr: Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali dopo l’articolo di Visco di ieri. Poi Cotugno sulla sciagura per il clima se Trump rimane alla Casa Bianca e Mario Del Pero dell’Ispi (le cui analisi sono ospitate settimanalmente da Domani) sulla tensione con la Cina che resterà anche con Biden. Infine la pagina di notizie scientifiche raccolte da Bignami illustrata da Campagna:

E per le Idee, gran finale per la prima volta con un solo articolo, da tempo in redazione e finalmente pubblicato, di Lattanzi illustrata da Toffolo: Durante la giornata, altre segnalazioni dal web: e pure noi imperterriti intanto il SMM torna da una settimana di smart working nella sua Trento e in serata il diretòr torna in diretta Facebook dalla redazione: