giovedì 29 ottobre 2020

«Eppure sulla diagnosi siamo tutti d’accordo» (cit.)

45° Domani cartaceo con un nuovo editoriale del diretòr (il 17° in prima) che invita esplicitamente a non sprecare il prossimo lockdown (pressoché obbligato, visti i numeri e il comportamento dei Paesi attorno a noi), ancora accanto all’apertura di Preziosi su Conte ormai rassegnato e sempre con l’elegante manchette Skira in alto.

All’interno si parte con le 7 news de La Giornata, De Benedetti sulla situazione svizzera e Di Giuseppe su Germania e Francia, con Melloni sulla “piazza nera”, «la seconda infezione da debellare». Poi Tizian approfondisce quest’ultimo punto e De Luca la «crociata antiscientifica di Italia Viva contro la chiusura». Martini riprende l’incredibile vicenda della Ministra dei Trasporti con «L’altro favore ai Benetton» e Ponti & Ramella ragionano (cosa che in quest’Italietta sembra quasi un’eresia, ma resta più che mai l’unica cosa intelligente da fare) su come «Il virus impone una analisi costi e benefici delle grandi opere». Merlo inizia a seguire il processo di Bibbiano, che «sui media si è già celebrato» ma inizia domani a Reggio Emilia, e Pignatelli torna sull’Ilva per la sospensione del «sindacalista che dice la verità», mentre gli economisti Alessandra Casarico e Simone Lattanzi (che in realtà si chiama Salvatore Lattanzio: nuovo refuso nel nome di un autore) chiudono i Fatti spiegando a confronto con la Fase 1:

Aprono la sezione Analisi 3 lunghe lettere (tutte con risposta, su articoli precedenti: del diretòr, Elena Granaglia e dopo un diritto di replica Alessandro Penati) e il vicedirettò Fittipaldi sul bizzarro (e/o deprimente, fate voi) scontro politico Galli-Zangrillo, mentre prosegue il dibattito sulle RSA con il medico Giuseppe Liotta che è anche docente all’Università di Tor Vergata e, in vista del 9° Premio Morrione (dove tornerà domani alle ore 16.30 in streaming il diretòr, prima di un ulteriore webinar con gli abbonati a Domani alle ore 18), Marino Sinibaldi racconta «i dilemmi del giornalismo in pandemia». Quindi nuova pagina in collaborazione con l’Ispi: il ricercatore Matteo Villa con il data editor Teoldi sulla terza ondata nel voto in USA e il vicepresidente Paolo Magri su cosa cambia nei rapporti Usa-UE se vince Trump o Biden. Cotugno riassume «Tutto quello che non abbiamo imparato» a due anni dalla tempesta Vaia («il più esteso e traumatico evento causato dal cambiamento climatico sul territorio italiano»)

e Andrea Passeri fa il punto sulle manifestazioni in Thailandia, prima della chiusura con il diario USA di Berardi.

Due succose pagine di Idee anche oggi (ci pare anzi che quando son poche son forse più belle, ma forse è un caso o una falsa impressione), sulle frasi-guscio che ormai non dicono più granché,

poi una provocatoria presa di posizione di Eugenio Mazzarella su «Il falso argomento di chi vuole salvare la cultura e il tempo libero» e quindi un gran finale: In giornata, altri spunti: e una chicca di Domani... per domani: più i nostri feticismi:

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