giovedì 31 dicembre 2020

Un anno di distanza: uno finisce, si spera diminuisca l’altra

Ultimo Domani dell’anno d’esordio per il sito e quotidiano diretto da Stefano Feltri, con tanto di pandemia a cent’anni dalla precedente: una combinazione da incubo per qualunque prodotto editoriale nel mondo, che nonostante questo pare essere riuscito ad assestarsi dignitosamente (anche se non ancora iscritto all’Ads, quindi a oggi non sono noti dati precisi su vendite e diffusioni) e anzi a esercitare una certa attrattività (come testimoniato dalla recente notizia del grande Attilio Bolzoni che si unirà alla squadra con il nuovo anno). 

Per l’occasione debutta la prima sovracoperta nella storia del nuovo quotidiano cartaceo creato da Carlo De Benedetti (finalmente per lui e per noi con l’esplicita prospettiva di passare a una fondazione indipendente, dopo la prima fase di start-up valutata intorno ai due anni), con una bella foto a tutta pagina del fotoreporter canadese Kevin Frayer noto per i suoi reportage di guerra in Medio Oriente (anche se confessiamo che avremmo preferito un disegno di Campagna, come quelli di Makkox per Il Foglio) e due pagine interne di dati raccolti con amorevole precisione del nostro data editor preferito:


L’editoriale di Ignazi di spalla su manovre e sondaggi e l’apertura di Preziosi dalla conferenza stampa del governo di fine anno con i giornalisti accompagnano la 21° immagine di Conte, sulle 106 prime pagine totali: più delle 19 senza fotografie... 

All’interno le tradizionali brevine per La Giornata e il consueto punto di De Luca sul virus aprono i Fatti, poi con Trocchia sul passato oscuro del direttore dello Spallanzani e il diretòr su un altro mese sprecato dal governo per preparare il Recovery plan (e chissà che fine ha fatto il conto alla rovescia proposto da Enrico Giovannini e che il diretòr ventilava potesse prendere il posto del meteo in prima...), Pagliassotti sui No Tav in Val di Susa e De Monte su due palazzi occupati in viale del Caravaggio a Roma, Tizian sull’anno della Lega finita sul banco degli imputati e Zulianello sulla destra populista sopravvissuta alla pandemia (più un gustoso trafiletto di Valerio Lundini sul 2021), fino a chiudere la sezione con Francesca De Benedetti su come «Il premier-magnate ceco usa i fondi europei per il suo impero». 

Attanasio sul «calvario dei cattolici Lgbt e la battaglia per farsi accettare» apre le Analisi, che proseguono con 6 lettere (senza risposta, compreso il Diritto di replica finale del media manager della Pontificia Accademia per la Vita) e il commento di Mencarelli sui «nuovi italiani che ci possono salvare», Giro sulla sinistra che per sopravvivere «deve parlare con gli “spregevoli”» (nel dibattito aperto da Bettini in un’intervista nell’Antevigilia a Il Riformista) e la nostra amata Morini su «Cos’è diventata la Russia dopo vent’anni di putinismo», finendo con Pasquino sul «Perché la democrazia italiana funziona così male» anche in ricordo di Giovanni Sartori e Giorgio Galli. 

Le Idee si aprono con un racconto di Luca Ricci su un Capodanno anni Ottanta,

un divertissement non irriverente (e non era facile) di Federica Cacciola alias Martina dell’Ombra sul 2020, la traduzione del controverso articolo di Zoe Strimpel sul sesso violento «sempre più glamour» uscito in inglese su Persuasion la scorsa domenica e, dopo un’inconsueta collocazione della mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni su due righe, un altro gran bell’articolo di Guglieri sul nostro mondo «più distopico di quello che immaginava Orwell» per 1984 che da domani diventa di pubblico dominio e avrà diverse nuove traduzioni. 

Nella giornata, nuove segnalazioni dal web:

comprese le nostre e una doppia sorpresa di fine anno: per chiudere commuovendosi con il discorso di fine anno del presidente Mattarella:

mercoledì 30 dicembre 2020

Sogni e speranze, ritardi e misteri di fine anno

Nuovo grande editoriale di Deaglio di spalla a sinistra su un’affascinante fantasia per il 2021 (tre decreti di buon senso ma che nessuno attuerà mai) e apertura di Faggionato sul ritardo del Recovery plan nelle consultazioni del ministro Gualtieri, ripreso dalla foto in parlamento. 

All’interno i Fatti partono con La Giornata in 7 brevine e Preziosi su «la terza via né con Renzi né con Conte» cercata dal PD, seguiti da Azzollini sulla riapertura delle scuole e Meletti sul «Perché Renzi è ossessionato dal ponte sullo stretto», De Luca sulla «Storia dell’icona della tragedia» dei camion militari a Bergamo il 18 marzo e nella pagina a fronte (con la sua caratteristica sigla «DMD») su come «La Germania fa sentire il suo peso politico sull’acquisto dei vaccini» più il medico Leonardo Palombi su «Gli anziani dimenticati nelle Rsa e l’epidemia della solitudine», Tizian sul «mistero dell’Onu nell’inchiesta sulle torture ai migranti» in Libia e Pagliassotti da Torino sui disperati in marcia dalla Bosnia alle Alpi, per chiudere con il ritorno dei giovani Marconi & Saracino su un lato pochissimo indagato delle guerre informatiche:

3 lettere (compreso un Diritto di replica di Unicredit, a cui risponde un po’ sprezzante Meletti) e il commento di Alfiero Grandi sulla legge eletteroale aprono le analisi, con Felice su Covid e disuguaglianze, Giro sul «Programma minimo per governare nel 2021», Fiori sulla Cina con il trattato Rcep e ancora Faggionato sull’intesa con l’Europa, per chiudere con Cotugno sul clima e Da Rold sull’ennesima occasione persa della legge di Bilancio. 

Dopo l’ormai classica pagina promozionale per l’abbonamento a Domani con il Babbo Natale di Costantini, la sezione Idee comprende un gran pezzo di Walter Siti su «La vera rivoluzione culturale dell’immaginario omosessuale» e una doppia pagina (con due trafiletti) di Coppola sulla biblioteche vuote e un particolare amarcord sulla Sormani di Milano. 

Lungo la giornata, sempre nuove segnalazioni dal web:

più alcune belle risposte a una richiesta e i nostri piccoli rilievi: con infine la sorpresina di fine anno:

martedì 29 dicembre 2020

Ciao, virus (e benvenuto, vaccino)

Editoriale di spalla sulla sinistra di “prezzemolino” Valerio sulla fine dell’anno zero del virus (brillante fin dall’incipit: «Già il fatto che il prossimo anno termini in 1 mi mette di buonumore. Mi sembra si possa ricominciare da capo») e apertura di De Luca sull’incredibile valanga di opinioni e polemiche sui dati inesistenti e gonfiati su medici e infermieri No-vax, con bella foto reale e simbolica insieme. 

All’interno si ritorna a iniziare i Fatti insieme a La Giornata in 7 news, poi Erler sul vaccino extra in Germania e Fabio Vassallo in un breve articolo dei suoi per stemperare un po’ la tensione, quindi Merlo sulla solita corsa contro il tempo sulla legge di Bilancio e Pasquino sullo scegliere buoni governi («Le elezioni non bastano»), Trocchia (che domenica si è ritratto su Instagram in redazione con Tizian) sulla strategia di Raggi per le elezioni a Roma, Passarelli sul “semestre bianco” e una doppia Preziosi su Renzi «diventato il nuovo Bertinotti» e la lista di richieste “Ciao” a Conte, Faggionato sulla rete unica («Non si sa a cosa serva, ma tutti fanno affari») e Panarelli in un’intervista “vera” (con le domande in neretto) all’inviato Vincent Cochetel dell’UNHCR, prima della mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni su due righe dopo oltre un mese. 

6 lettere (senza risposte) e Pisauro su dirigenti e tecnici ministeriali che mancano da anni aprono le Analisi, con il vicedirettò Fittipaldi sul Russiagate «all’origine dello scontro sui servizi segreti» tra Conte e Renzi, Grieco sul (serio) dibattito cattolico per la vaccinazione e Annicchino sui gruppi religiosi che «avranno un ruolo decisivo sul vaccino»), Camilla Bausch dell’Ispi sul Covid «occasione per salvare il clima nel 2021» e in chiusura l’esordio di Elena Marisol Brandolini su come «gli ex franchisti provano a sabotare il governo spagnolo». 

La sezione Idee apre con Lamberti (illustrata dal gran ritorno di Nardi) su quanto il celebre Canto di Natale di Dickens «racconta quanto è importante non fregarsene degli altri» con diversi esempi personali di questi giorni, proseguendo con due pagine d’intervista “vera” (con le domande in neretto) di Fierro a Renzo Arbore e la chiusa di Pilotti su Capodanno:

In giornata, usuali segnalazioni dal web: fra cui le nostre, più un digital first con filmato l’avvenuto ingresso dell’Editoriale Domani in Treccani (annunciato nel servizio di copertina su Prima Comunicazione lo scorso giugno) e una grande notizia di cui ci accorgiamo in tarda serata: l’arrivo di Attilio Bolzoni a Domani!

lunedì 28 dicembre 2020

Inoculare ragionevolezza è più lungo che con un vaccino

Nuovo editoriale di Serughetti di spalla sulle nuove povertà dalla pandemia e ovvia apertura di De Benedetti sul vaccino in tutt’Europa, con bella foto (non scontatat e poco vista negli altri giornali) della prima vaccinata lombarda a Codogno che curò il “paziente 1”. 

All’interno si parte come ogni lunedì con La Settimana in 6 infografiche del data editor Teoldi e la rubrica di Ignazi “Il filo di Piero” sulle altre pandemie del secolo scorso, poi Ricciardi sul presidente De Luca vaccinato nei primi e il caporedatòr Ferraresi sulla «propaganda sanitaria» di Arcuri a scaricare il vaccino «per commissariare pure le emozioni», Di Giuseppe con “La Deutsche Vita” sulla Sassonia come Bergamo dove i crematori non bastano più e l’imprenditore Hermann Hauser sulla guerra digitale nei superconduttori che stritola l’Europa, Quindi Tarchi su Salvini «rimasto senza strategia» e i deputati (senza l’indicazione LeU e Gruppo Misto) Fusacchia & Muroni tornano su come gestire i fondi europei con il “metodo Barca”. Attanasio prosegue l’inchiesta votata dagli abbonati e finanziata anche dai lettori sul cobalto del Congo per le auto elettriche e Meletti sullo strano caso di Padoan, «banchiere per un comma». A chiudere la sezione tornano Ciconte sulla crisi climatica e Ponti su Autostrade. 

Le Analisi partono a destra con Bragantini che torna su «Come evitare che il Covid inneschi una crisi bancaria» e dopo un mese e mezzo la «dirigente PD» Titti Di Salvo sui nuovi diritti per lo smart working, poi 4 lettere (senza risposte) e Azzollini sul «solito commissario Arcuri», la pagina su La Settimana della Scienza riassunta da Bignami e illustrata da Campagna, per chiudere con il da noi molto atteso ritorno di Mara Morini sul «Qualcosa non torna nella storia dell’avvenelamento di Navalnyi». 

Fabio Vassallo su The Undoing una fiction Rai travestita da serie americana») apre a destra la sezione Idee, seguito da un lungo Odifreddi (il cui ultimo articolo arrivando a negare l’esistenza di Gesù Cristo ha probabilmente causato l’abbandono sdegnato ma signorile di Melloni) con un Lucrezio illustrato a colori e passante in pagina da Costantini sulle vecchie logiche bocciate nell’anno del Covid 

 

e chiuso da un intrigante Scarpa sull’affresco di un «gallo filosofo» nel termopolio scoperto a Pompei

In giornata, altri spunti dal web:

domenica 27 dicembre 2020

Per un vaccino contro disuguaglianza e disinformazione

Dopo la pausa natalizia, il Domani cartaceo riprende l’uscita in edicola con inevitabile editoriale del diretòr, in taglio alto, sull’arrivo del vaccino (che va ricordato «non cancella il pericolo») e un’apertura di Tizian su «cosa succede davvero in Libia» da quanto emerso in un processo a Palermo, con foto evocativa (al solito, non granché d’impatto) di un migrante bengalese sulla nave Open Arms. 

All’interno dopo diverse settimane i Fatti partono con due articoli, uno addirittura di Erler (iniziale SMM di Domani, che da qualche tempo coordina con Tizian e Carmelo Leo il gruppo di esterni che segue ora i social) sul V-Day europeo (quasi a chiudere il cerchio con i soltanto omonimi V-Day di protesta grillini) e uno del vicedirettò Fittipaldi sui virologi in tv, poi un’anteprima di Peter J. Hotez dal dossier Il mondo che verrà: 10 domande per il 2021 sul sito dell’Ispi da domani. Poi ecco le 7 news de La Settimana (ma la testatina è saltata e si legge “Fatti”) e il Personaggio della Settimana che è Boris Johnson, tratteggiato da Pirozzi e illustrato da Campagna. A seguire bella intervista “vera” (con le domande in neretto) di Cotugno all’attivista Salina Abraham, più un trafiletto di Redazione sul prossimo summit milanese per il clima, la seconda puntata dell’inchiesta in crowdfunding di De Lucia dal processo sull’Ilva e il punto di Bertolini a chiudere la sezione sulla sostenibilità tra gli obiettivi Onu nelle imprese italiane (spoiler: sono solo all’inizio). 

Un colloquio notevole di Costanza Spocci con il giornalista turco Can Dundar condannato in contumacia a 27 anni di carcere (con anche un breve filmato sul sito) apre le Analisi, seguito da un pezzo di Russo annunciato qualche giorno fa su Twitter sul pericoloso miraggio della “stadium economy”, 5 lettere senza risposte (ma compreso il Renzi grafomane) e una nuova analisi puntuale di Azzollini sui blocchi ai voli italiani di rientro da Londra. Quindi il ritorno degli economisti Franzini & Raitano su «Come correggere la disuguagliaza prima che sia troppo tardi» per chiudere con l’unico oroscopo che sopportiamo: quello di Seminerio sui mercati nel 2021 in base a quanto possiamo prevedere oggi

Le Idee si aprono con una chiacchierata telefonica («Su Zoom no, guardi. Sono una frana con la tecnologia») con il filosofo parigino Alain Finkielkraut a partire dal suo nuovo libro In prima persona. Una memoria controcorrente da parte di RAV alias Ventura. Poi due artisti come Nicola Verlato e Walter Bortolossi raccontano «Il nuovo corso “politico” dell’arte americana» e «Come la critica d’arte contemporanea ha perso la bussola», finché Bazzi chiude con due pagine su «La rivoluzione di Moana Pozzi sospesa fra osceno e sublime» (e due trafiletti d’approfondimento sull’agenzia Diva futura già raccontata dal misterioso Bati nel ciclo “Zona franca” lo scorso 7 novembre). 

In giornata, dopo un curioso albero di Natale con notizie di Domani inviato l’altro ieri da 4 lettori, altre usuali segnalazioni dal web,

con teaser finale:

giovedì 24 dicembre 2020

La carica del 101° “Domani” (e un nuovo “DopoDomani”)

E giusto per festeggiare i primi 100 numeri del Domani cartaceo, ecco letteralmente provvidenziali i due tradizionali giorni di pausa natalizia dei quotidiani (ma i siti web saranno sempre aggiornati, perché siamo nel terzo millennio) per cui già facciamo i nostri migliori auguri – quest’anno molto meno tradizionali ma ben più sentiti – di buon Natale e felice anno nuovo. 

Si parte con un altro editoriale in taglio alto di Ignazi sul ritorno dei partiti «dopo gli anni dell’anti casta» e un’apertura di Merlo sul «lockdown estremo del Natale in carcere», in una «zona rossa permanente» che non fa certo onore a un Paese civilizzato come dovrebbe essere l’Italia repubblicana (sulle precdenti non ci esprimiamo). Foto finalmente d’impatt,o oltre che molto appropriata (ma quello lo è sempre).

All’interno La Giornata in 7 brevine e il punto di De Luca sul virus aprono i Fatti, seguiti dall’esordio di Claudio Rizzello da Amburgo sulla bizzarra (per non dire inquietante) figura del «teologo tedesco no mask in missione per conto di Dio», accanto al riassunto di Carra su «Gli errori della politica nella gestione del Covid», quello di De Monte & Tizian sul processo Open Arms i cui «verbali inchiodano Salvini» e il quadro di Fierro sul «Natale alla Whirpool. In presidio per evitare lo smantellamento». Poi Bolognini sullo smart working senza privacy degli statali, il diretòr sulle nuove intercettazioni degli uomini di Autostrade, Da Rold sulla Grecia in bancarotta ma dove «per le spese militari i soldi non mancano» e Di Giuseppe sulle grazie di Trump ai suoi consiglieri: segue una doppia pagina di Deaglio sull’eroe Gaetano Murana, «il nostro Giobbe palermitano» appena celebrato dal giornalista “uomo del decennio” nel suo libro Patria 2010-2020, con bella illustrazione colorata di Costantini (e trafiletto sul falso racconto del “falso pentito” Scarantino) a chiudere la sezione:

6 lettere (senza risposte) aprono le Analisi accanto a un editoriale “celebrativo” del diretòr per «Il nostro primo Natale e i primi cento giorni» (che in pratica cita il nostro titolo del post di ieri: «questo è soltanto l’inizio») e annuncia un nuovo DopoDomani per stasera «per darvi un po’ di serenità in queste feste in lockdown (ci trovate alcune delle cose migliori che abbiamo pubblicato nelle pagine culturali)», ma soprattutto «presto vedrete i nostri longform, i primi podcast e tanto altro». Chiude la sezione Seghezzi con grafiche di Teoldi sul «vero dramma del lavoro» futuro che sarà il vuoto generazionale e per il dibattito su Roma un contributo dell’eurodeputato Massimiliano Smeriglio (che è del PD ma non viene specificato: anche qui un dettaglio su Domani omesso e inserito un po’ a caso, ma che forse starebbe meglio uniformato).

Le Idee si aprono con un racconto di Natale del 46enne scrittore pisano Luca Ricci,

proseguono con una quasi doppia pagina di un bellissimo «viaggio nell’oltretomba» di Moresco illustrato ancora da Campagna (con trafiletto di redazione per le ultime sulla morte del Pibe de Oro), che sui social continua a esternare il proprio spirito... natalizio

e si chiudono con la recensione del disco solista Forever di Francesco Bianconi dei Baustelle da parte del 35enne scrittore molisano Andrea Gentile. 

Lungo la giornata, altri spunti di riflessione dal web:

compresi i nostri, altri materiali digital first,

fra cui anche l’esordio su Instagram della rubrica “Lettere dalla Community” («Dalla carta ai social»), nuovi riconoscimenti internazionali,

e una sorpresa natalizia in omaggio a tutti più un ritratto inedito di Costantini, non di un collaboratore ma di un intervistato:

e – proclamata sul sito la prima pagina più apprezzata dai lettori, anzi il podio (ma non viene detto in quanti han votato, che per un «sondaggio» non è proprio scientifico...) – in serata arriva come promesso il petit cadeau digitale, che si avvia a diventare una piacevole tradizione vista la scritta «bimestrale»: