venerdì 30 settembre 2022

PD da sciogliere e “Scenari” d’America latina

Oggi si parte dai richiami a Ricci, Siti e Truppi, poi un unico editoriale-apertura del diretòr (con foto d’impatto e azzeccatissima) sul «Chiudere il PD per salvare la sinistra» (in neretto ma non in maiuscolo, come sembrerebbe ormai definitivo per i titoloni extralarge) e in manchette l’opportuno QR code sugli aggiornamenti del sito web e il promo del nuovo Scenari disponibile a richiesta da oggi

All’interno “Forse non utti sanno che” e Ricciardi sul caro bollette del 60% proseguono i Fatti, poi con Sonia Ricci sulla selezione dei pezzi della «macchina di governo» e Urbinati sul PD «Solo potere e niente princìpi», un’intervista “classica” (con le domande in neretto) di Preziosi a Michele Emiliano, presidente della Puglia, De Benedetti sulla Germania che «sul gas va da sola» e Felice sul PD che «deve ripartire dalla sua sconfitta culturale», La Giornata in 7 news e Da Rold da Milano sulla protesta iraniana senza leader e che proprio «per questo può colpire il regime», chiudendo con Grieco dal Vaticano sul sobrio festeggiare Meloni oltretevere.

4 lettere (senza risposte) e Castellani sulla «vittoria senza festa della vecchia destra mentre il Paese è sull’orlo del caos» aprono le Analisi, poi con Siti sul tornare indietro vera novità che spiega perché ha vinto Meloni (ritratta da Nardi per la terza volta in una settimana, sempre diversa e sempre bellissima),

Morrone sulla Costituzione che secondo lei «annulla i limiti al potere e le garanzie» accanto a Taddei sul PNRR che alla fine salverà il governo Meloni, Faggionato sul fintech come Satispay diventato in Europa business di successo, Penati sul legame tra banche e titoli di stato che «si rompe solo con un debito UE», Novelli sul tradurre ora “Dio, patria e famiglia” nella società italiana e infine una risposta di Giro all’influencer Giulia Torelli (sbeffeggiata sui social da Lucarelli) perché sono gli anziani a votare a sinistra. 

Carzaniga da Milano sul premio Solinas per giovani sceneggiatori che «non si sono arresi alla morte del cinema» apre le Idee,

poi con il cantautore Giovanni Truppi sull’idea che abbiamo di felicità basata su un equivoco, Giurato da Milano sulla «buia e incestuosa giustizia femminile dell’eroina Antigone» e infine un’intervista “classica” di Rielli a Paolo Bricco sulla sua monumentale biografia di Adriano Olivetti.

Allegato a richiesta per una settimana da oggi a 2,50 euro (con richiami alti a Catapano, Blasetti & Butti, Cotroneo) il 25° supplemento Scenari (sempre senza correggere l’errore di numerazione che dopo il doppio n.5 lo fa indicare con il n.24...), curato dal caporedatòr Ferraresi — forse di concerto con Cotroneo? — stavolta su «Tormento ed estasi dell’America latina» (con l’immagine di copertina meno accattivante di sempre e azzeccato sottotitolo «Dal fasciopopulismo di Bolsonaro ormai scolpito nel sistema alle promesse rivoluzionarie che la sinistra non ha mantenuto»). 

All’interno articoli tutti inediti (ognuno con i brevi trafiletti biografici degli autori) dell’analista Carlo Catapano, Cotorneo da Rio de Janeiro, Mazzotti di Celso, Finchelstein, l’analista Riccardo Biagi, Sebastiani, gli analisit Giuseppe Blasetti & Margherita Butti, Giro, un’intervista “classica” di Cotroneo all’ex ministra brasiliana Marina Silva, Fukuyama e Nocera, purtroppo (e per noi è sempre un colpo al cuore...) senza la pagina delle infografiche «I dati di Scenari» né i suggerimenti «Per capire» di libri, podcast e serie tv, più tre mappe di Dapiaggi (di cui una su 2 pagine) e un’altra del collega Mazzali e in ultima pagina il promo di Cibo.

Lungo la giornata, altri spunti e segnalazioni.

giovedì 29 settembre 2022

«Un altro PD è possibile ma nessuno sa cosa sia» (cit.)

Subito un editoriale di Pasquino su «un altro PD è possibile ma nessuno sa cosa sia» e un’apertura di Iannaccone su «Troppe minoranze in parlamento non possono fermare Meloni», con una curiosa fotonotizia della presidente “in pectore” da parte del vicedirettò Fittipaldi sui nomi e le trattative segrete per il nuovo governo e richiami in calce a Preziosi, De Benedetti con Gergely e Roelcke, più Sinisi. In manchette, ottima riproposta del codice QR che rimanda al liveblog degli aggiornamenti giornalieri e il ritorno del promo di Cibo (in ultima pagina quella di Politica). 

All’interno “Forse non tutti sanno che” e Faggionato sui fondi contro i rincari nei conti di Draghi per Meloni proseguono i Fatti, poi con Imberti sulla «strategia del silenzio» scelta per ora dell’una a imitazione dell’altro e De Luca sull’incontro con Salvini, il gran pezzo di Fittipaldi sulle trattative segrete per il governo (con il peccato veniale di chiamare nel finale Giulia Bongiorno poche righe dopo Buongiorno...) e Giro sul paradosso di Bruxelles che guarda a Berlusconi «come l’argine a derive anti-UE», Meletti sugli aspiranti segretari PD che «rivelano il declino definitivo» e un’intervista “classica” (con le domande in neretto) di Preziosi a Matteo Orfini, La Giornata in 7 news e Moriero sulle manifestazioni per la Giornata per l’aborto libero, sicuro e gratuito,

per finire con De Benedetti sull’attacco ai gasdotti Nord Stream che «sposta gli equilibri in Europa» e Cocco sul nuovo governo italiano che «promette scintille con il regime cinese». 5 lettere (senza risposte) e la scrittrice Anilda Ibrahimi sulle donne iraniane lasciate sole dalle femministe aprono le Analisi, poi Passarelli sul capire la legge elettorale chiave per vincere le elezioni, Bolzoni sui Santapaola «“modello” mafioso catanese che guarda al futuro» e infine l’European Focus, tre articoli dalla newsletter paneuropea gratuita da 9 media ogni mercoledì (in italiano e in inglese) con grande immagine-logo di Campagna, un QR code per iscriversi e i contributi di De Benedetti per Domani, Márton Gergely del settimanale ungherese Hvg e un’intervista “classica” di Teresa Roelcke del quotidiano Tagesspiegel al consulente politico Johannes Hillje.

Di nuovo 2 articoli in 2 pagine per le Idee, con Sinisi sugli scrittori proustiani per cui «il desiderio non muore mai» (illustrato da uno splendido ritratto di Proust visto da Pericoli del 2009) e un’altra intervista “classica” (quasi un record per Domani) di Insolia alla scrittrice Espérance Hakuzwimana

Lungo la giornata, altri spunti

e nostre segnalazioni.

mercoledì 28 settembre 2022

Almeno una transizione ci sarà (poi vediamo come)

Torna il layout ormai abituale, con editoriale di Ignazi (giusto nella settimana in cui conduce Prima pagina su Radio 3) su Salvini che almeno per ora sta meglio di Letta, apertura di Faggionato sul passaggio di consegne Draghi-Meloni e fotonotizia (bordata di rosso, mannaggia a lei) di Merlo & Trocchia sui guai giudiziari del solito Berlusconi (sempre lui, ripreso in una foto odiosa ma pienamente nel personaggio), con in calce richiami a Ungaro, Bolzoni e Trellini. In manchette, ottima riproposta del codice QR che rimanda al liveblog degli aggiornamenti giornalieri e il promo di Politica (con la giusta V maiuscola, per i feticisti). 

All’interno “Forse non tutti sanno che” e Ricciardi su Renzi beneficato da Calenda proseguono i Fatti, poi con Merlo & Tizian sul consiglio federale leghista (e il caso Bossi, seppur con nuovi sviluppi in giornata) e Lucarelli su Paragone rimasto solo mentre «il Covid non interessa più», La Giornata in 7 news e un’intervista “classica” di De Luca a Dino Amenduni (consulente della campagna PD) sugli errori di Letta, di fronte ancora a De Luca sui socialisti europei che stanno peggio del PD (del resto ci sono corsi e ricorsi, come quando andava di moda nel mondo la “terza via” e anche in politica ci sono fiumi carsici che riemergono)

e l’economista Ungaro sul bivio da scegliere tra sinistra e centro (purché prima o poi si scelga, verrebbe da dire: dopo 15 anni...), De Benedetti sul presidente PPE che «normalizza l’ultradestra» e ancora Ricciardi sul gasdotto Nord Stream sabotato, Peloso sulla nota CEI riguardo ad astensione, legge elettorale e presidenzialismo (sì, siamo uno stato laico), Iannaccone sul disastro del PD campano «firmato De Luca», Merlo & Trocchia sui guai giudiziari di Berlusconi che pesano sul nuovo parlamento e infine Assael di LechLechà sulla crisi leghista non certo colpa del governo Draghi. 3 lettere (alla prima e all’ultima risponde il diretòr) ed Enzo Ciconte su Draghi «vero sconfitto nel Mezzogiorno» aprono le Analisi, poi con Bolzoni sui «vecchi amici alla corte di Schifani tornati per riprendersi la Sicilia»,

ancora i dati con analisi dei flussi dall’Istituto Cattaneo commentati dal suo direttore Vassallo e il collega politologo Rinaldo Vignati, per finire con Lorenzo Zacchi sulle proteste iraniane che «vogliono cambiare il volto della repubblica islamica». 

Un solo articolo per le Idee, dell’apprezzato scrittore Piero Trellini sul celebre articolo J’Accuse di Émile Zola (a 120 anni dalla morte) che «fu anche un grande romanzo». 

In ultima pagina, il promo “in prospettiva” di Cibo

Lungo la giornata, oltre alla diretta sulla politica italiana, altri spunti

e nostre segnalazioni.

martedì 27 settembre 2022

«Resistere, resistere, resistere» (e informarsi bene)

Secondo editoriale-apertura consecutivo del diretòr, su come «Resistere all’onda della destra che può travolgere tutto» dopo i risultati elettorali, e una fotonotizia (bordata di rosso anche se sullo stesso tema, per lo sfondo bianco su bianco che non avrebbe “staccato” abbastanza) su «quanto durerà Meloni» di Damilano, con in calce richiami a Preziosi, Pisauro, Del Sarto. In manchette, opportuno posizionamento del QR code al posto del “buco” bianco che stigmatizzavamo ieri, accanto al promo del supplemento a richiesta Politica (opportunamente corretto con la V maiuscola nel titolo, come nel cartaceo e non nelle prime immagini promozionali...) sempre senza alcun altro supplemento menzionato sul cartaceo (sono tutti relegati ai social). 

All’interno Vassallo con i colleghi Cecilia Biancalana e Moreno Mancosu proseguono i Fatti con la consueta analisi del voto dall’Istituto Cattaneo (diretto da Vassallo stesso),  poi Damilano ragiona su «L’ottovolante dei leader vincenti ed effimeri» negli ultimi 10 anni con un gran ritratto “fiammante” di Meloni da parte della sempre accattivante Nardi, ancora le due colonne del “Forse non tutti sanno che” (che evidentemente proseguono, al contrario di quanto pensavamo) e Imberti sul caso Modena ben chiaro ai locali diretòr-caporedatòr-Cottafavi-Siti («dimostra che con questi collegi il PD non può vincere»), Preziosi sul «PD nato per perdere» ora «tentato da un altro giro di gazebo» e Zini sulle nuove leve campane del M5s, La Giornata in 7 news e De Benedetti sulla «finta normalizzazione» mostrata da Meloni alle destre estreme, il ritorno delle colonne specifiche di approfondimento (di Bracci, Moretti, Merlo, Ricciardi, Zini) su «l’abisso degli scontri diretti»,

Tizian sullo spettro di un nuovo partito dalla base leghista in rivolta e infine Meletti sullo smettere di «parlare di centrodestra e centrosinistra». 

Tarchi sulla fine della Lega populista di Salvini e di quella “moderata” di Giorgetti apre le Analisi,

poi con Pisauro sull’inizio di stagione della flat tax («Se non sarà dannosa sarà comunque inutile») e Penati sulla «doppia tempesta perfetta che attende il prossimo governo», 4 lettere (senza risposta) e Castellani sulla sfida di Meloni di «bilanciare vincolo esterno e mandato popolare», concludendo con Jacopo Scita sull’Iran che reprime i manifestanti e «guarda sempre più a est», nonché la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni. 

La filosofa Anna Maria Lorusso sul cancellare la memoria «meccanismo ideologico» apre le Idee, poi con la traduttrice Linda Del Sarto in una commovente lettera alla poetessa polacca Wisława Szymborska (Nobel per la Letteratura nel 1996)

e infine Batilla sui grandi marchi che «faticano a trovare talenti creativi». 

Clamorosa ultima pagina di Teoldi (mostrata già ieri sera su Twitter) con il colpo d’occhio del voto nel Paese.

Lungo la giornata, altri spunti e nostre segnalazioni.

lunedì 26 settembre 2022

L’Italia ha votato (anche se al 64%), ora al lavoro

265° Domani dell’anno (e 730° di sempre), con editoriale di Maltese sul «già rimpiangere l’Italia di Mario Draghi» e una fotonotizia “cumulativa” illustrata da uno splendido ritratto di Meloni in bianco e nero realizzato dalla sempre bravissima Nardi, con in calce richiami a Castellani, Signorelli e D’Angelo. In manchette come ieri un inguardabile “buco” bianco (ma perché non mettere un richiamo al sito?) e il promo di Scenari: in ultima quello di Politica, gli altri solo sui social e in edicola. 

All’interno «l’Italia sognata da Giorgia Meloni» in 15 punti ben raccolti in 2 pagine da Merlo proseguono i Fatti, poi con La Giornata in 5 infografiche di Teoldi (ieri con un gran lavoro sul sito per rappresentare plasticamente i dati dell’affluenza) più un QR code ai continui aggiornamenti sul sito (che infatti stava benissimo nel “buco” in prima...) e “Il filo di Piero” (mentre Ignazi conduce Prima Pagina su Radio 3 tutta la settimana) con il ritorno di Campagna, Castellani su nomi e idee della «rivoluzione culturale di Meloni» accanto ad Alfredo Roma sui mai così urgenti Stati Uniti d’Europa, padre Lorenzo Prezzi di SettimanaNews su «L’altra campagna di Meloni per cercare alleati nella Chiesa» e per concludere Novelli sulla «morte dello spot politico». 

Morando da Trento sulle mai finite tensioni dei lunghissimi anni Settanta apre le Idee, poi con 3 lettere (senza risposte) e D’Aniello da Berlino sulla spaccatura della Linke tedesca «monito per le sinistre»,

Signorelli su «Uber, Deliveroo e gli altri» («L’èra dei prezzi stracciati è finita»), Annalisa Camilli sull’egoismo ideologico sull’Ucraina e una doppia riga per la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni, lo scrittore Luca Ciarroca sul Petrov Day (dall’eroico ufficiale russo che nel 1983 capì e sventò il rischio di una guerra nucleare) e infine il ritorno a regime anche de “La settimana della scienza” curata da Bignami e illustrata da Campagna. Un’intervista “classica” (con le domande in neretto) di Annalia Venezia da Milano ai fondatori di Sunnei (con la didascalia che mette un “di” di troppo...) apre le Idee, poi con Ricci sulle «spire della scrittura» di Thomas Bernhard

e D’Angelo sul «mito ingenuo della natura più bella senza umani». 

Lungo la giornata, oltre al liveblog sulla politica italiana altri spunti

due dirette social per mezz’ora dalla redazione e nostre segnalazioni.