giovedì 31 marzo 2022

Prima di spendere di più bisogna spendere meglio

Layout movimentato appena un po’ dalla gran foto d’apertura in alto, con richiami sotto la testata a Preziosi sullo scontro Draghi-Conte, Tarchi su Zemmour e Pezzali sullo smartphone ai figli, poi editoriale del diretòr sulla sicurezza che «non passa soltanto per la difesa» e apertura di Martini ancora sulle spese militari. In manchette ancora il promo con QR code del podcast “Appunti” (oggi con Francesca De Benedetti) e ancora incomprensibilmente senza alcun riferimento al supplemento DopoDomani in edicola a richiesta fino a domani, quando ci sarà anche il primo Scenari Dossier a 48 pagine (basterebbe una riga sotto la testata come gli altri quotidiani quando hanno alcuni supplementi...). 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e De Luca direttamente come «DMD» sulla telefonata Draghi-Putin e “Il bollettino di guerra” che avendo l’articolo nell’occhiello (si scherza, ovviamente... anche se è in effetti così) è di Holgado ma anche lui direttamente come «Y. H. H.», poi ancora De Luca sui negoziati e Caselli sui diversi approcci Usa e Ue verso Putin, Preziosi sull’avviso di Draghi a Conte in cerca di voti e Ricci sul gioco parlamentare dietro lo scontro, Ricciardi sui prezzi delle bollette e Giro sull’Isis che sta tornando in Siria e Iraq, Longo sul nuovo registro contro le chiamate moleste e Pietro Spirito sul gold standard nella guerra finanziaria,

Creta & Tizian sull’armata spietata di irregolari “Wagner” in Ucraina, De Benedetti su Orbán e in chiusura ancora l’eclettica Ricciardi sulle case confiscate alla mafia per i profughi ucraini. 

4 lettere (chiuse da una risposta del diretòr) e De Monticelli sui troppi intellettuali che «degradano la politica alla logica amico-nemico» danno il via alle Analisi,

poi con Bragantini sulla politica che «non deve occuparsi della gestione di società private neppure se si tratta di Generali» e Paolo Lauriola & Francesco Romizi dall’associazione Isde di Medici per l’Ambiente sui danni per la salute del riscaldamento domestico in Italia, Pugliese sul confutare le bizzarre tesi di un paio di opinionisti (che noi neanche nominiamo) su giornali e tv, concludendo con Tarchi sulla campagna elettorale del «perdente di grande successo» Zemmour

Un estratto dal nuovo romanzo Tutti dormono nella valle (in corsivo nell’occhiello) di Lamberti che esce domani apre le Idee,

chiuse subito dopo con due brillanti colonne di Pezzali sulla risposta da dare al figlio che chiede lo smartphone a partire da un suo tweet segnalate anche da Radio 3. In ultima pagina, un bellissimo promo con QR code sul nuovo Scenari in edicola da domani per una settimana con il lancio di un abbonamento annuale scontato. Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti di riflessione e nostre segnalazioni.

mercoledì 30 marzo 2022

Figurarsi se l’Italia non trovava danni politici collaterali...

Sotto la testata richiami a De Luca su negoziati, Casadio sul cervello in guerra e il capo redatòr Ferraresi sul titolo del nuovo libro di Rampini, poi l’editoriale di Morini con 5 punti per cui «Putin è meno in crisi di come lo considera l’Occidente» e l’apertura di Preziosi sullo «scontro finale» tra Draghi e Conte (sì, vederli nella stessa frase e nella stessa foto dopo che hanno condiviso nel giro di poche ore la stessa carica è sempre uno choc...) sulle spese militari. In manchette riecco dopo quasi un mese il FAI (apparso l’ultima volta il 6 marzo), incomprensibilmente senza alcun riferimento al supplemento DopoDomani in edicola a richiesta fino a venerdì (basterebbe una riga sotto la testata come gli altri quotidiani quando hanno alcuni supplementi...). 

All’interno La Giornata in 7 news e De Luca sul mistero Abramovich (più “Il bollettino di guerra” con l’articolo e a firma della Redazione) proseguono i Fatti, poi Di Giuseppe sull’ineffabile Conte che «gioca con le armi per andare al voto anticipato» e Da Rold da Milano sul protagonismo di Draghi nel conflitto, ancora De Luca sulla speranza dei negoziati in Turchia e Grandi sulla legge elettorale, ancora Di Giuseppe sul riarmo di Scholz «per risollevare l’esercito» e De Benedetti sulla vera rottura di Visegrad che «parte da Usa e Bruxelles»,

Ikonomu su un certo «rigetto della solidarietà» riguardo a soldi e permessi per i rifugiati, Fabio Ciconte di Terra! sulle risposte sbagliate alla crisi alimentare, chiudendo De Monte & Trocchia su Di Maio che «aiuta i moldavi ma omaggia il prete pregiudicato»

3 lettere (senza risposte, ma con una notevole dell’attore Alessandro Bergonzoni in risposta all’editoriale di Maltese sui pochi artisti che si fanno sentire) e Balotta sul Po che «sta morendo tra crisi ambientale e campanilismi» aprono le Analisi, poi un sempre interessante Casadio su come funziona il cervello durante una guerra («Paura, gruppi solidali ed emozioni»), il ritorno di Marco Follini (ex segretario Udc e un certo senso primo “emigrante” da L’Espresso, seppure già apparso quasi un anno fa) sulla guerra e il tempo e Noury di Amnesty sullo stato dei diritti umani, chiudendo con Penati sulla «triste e inevitabile finale della telenovela infinita Telecom» e De Seta su ’O sole mio (clamorosamente scritto anche sul sito in titolo e testo dell’articolo con l’apostrofo dopo anziché prima della O...) «e quel filo che lega la storia di Odessa a Napoli». 

Uno spettacolare Ferraresi sul titolo (ovviamente in corsivo, con nostra grande gioia) del nuovo saggio Suicidio occidentale di Federico Rampini — che ha peraltro apprezzato — apre le Idee

accanto alla sempre imperdibile Marchesi su «quel cinema leggero per evadere dai tempi di oggi», poi un estratto da Fame blu di Viola Di Grado e infine Monica Galfré sul tema del suo nuovo saggio Il figlio terrorista

In ultima pagina, la prima volta a tutta grandezza del logo con QR code del podcast “Appunti” (oggi con Strazzari). 

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni, più la grande sorpresa sul «dossier» (come lo definì Fabbri) di Scenari in edicola dopodomani.

martedì 29 marzo 2022

E come previsto, dalla guerra alla crisi alimentare

Si mantiene l’ormai abituale layout, con richiami a Martini su spese militari, Pisauro su flat tax, Lucarelli su Will Smith, poi l’editoriale del capo redatòr Ferraresi sul caso Novaja Gazeta e l’apertura di Ricciardi sui prezzi record dei fertilizzanti. In manchette il promo con QR code del podcast del diretòr “Appunti” (oggi con la SMM Serena Mazzini sul caso Fedez) e il riferimento al supplemento DopoDomani (in edicola a richiesta fino a venerdì) nella sola ultima pagina. 

All’interno La Giornata in 7 news, Holgado su Irpin e Mariupol e “Il bollettino” (occhiello mai così laconico...) di «Y. H. H.» proseguono i Fatti, poi Martini sulla «baruffa all’italiana sulle spese militari chieste dalla Nato», Preziosi sull’Election Day ormai quasi certo il 12 giugno, De Luca sulla «guida a chi chiede cosa» con gran mappa di Teoldi, Pugliese dell’Ispi sul cambio di strategia russa, poi su 2 pagine la versione italiana dell’inchiesta europea dell’IJ4EU sui vaccini scaduti o mai spediti ai Paesi poveri curiosamente firmata da Ludovica Jona (che abitualmente scrive su Il Fattto Quotidiano) con infografiche di Teoldi,

chiudendo con Tizian & Trocchia (che su Instagram fa una sintesi di 3 minuti) sull’incredibile corto circuito sul collaboratore di giustizia che può vedere la figlia solo un’ora alla settimana perché affidata alla madre ancora collusa alla ’ndrangheta. Fontanelli da Milano sul «microprocessore fatto in casa» apre le Analisi, poi 2 lettere (a cui rispondono rispettivamente Signorelli e il diretòr) e Pisauro sull’accordo per la flat tax «difesa di un sistema fiscale balcanizzato», Azzollini su «Cosa succede ai beni congelati agli oligarchi russi amici di Putin»

e Romanelli sui filoputiniani d’Italia («disprezzano la libertà»), concludendo con De Benedetti sulla propaganda elettorale di Orbán: «Il nemico resta Bruxelles e non Putin». 

Carelli sulla guerra mediatica scoperta dal «popolo delle maratone» tv dà il via alle Idee, poi con Lucarelli su Will Smith «maschio alfa» e Marchesi sull’intera cerimonia degli Oscar «come un Sanremo anni Cinquanta», per finire con Piccinini sui trapper «figli di Fabri Fibra divisi fra Gomorra e storytelling»

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni. In serata, il diretòr torna a Otto e mezzo su la7 (qui la puntata integrale), così come Francesca De Benedetti a È già domani su Rai News 24 (qui la puntata integrale) e Fabbri a Porta a porta su Rai 1 (qui la puntata integrale).

lunedì 28 marzo 2022

Un Espresso, grazie (tra una lezione online e l’altra)

Riecco il layout del lunedì, con richiami sotto la testata a Ricciardi sul modello Corea, Signorelli sui social e Bazzi sulla letteratura, l’editoriale settimanale di Maltese su dove sono le celebrità e la fotonotizia sul nuovo proprietario del settimanale L’Espresso (anche se per la verità il titolo di primo acchito potrebbe far pensare anche alle industrie di caffè... o forse solo ai fan degli 883) Danilo Iervolino, la cui inchiesta per il ciclo “Silenzio stampa” torna scriteriatamente a non essere indicata in prima come gli altri richiami (che non dovevano esserci e poi sono stati introdotti, allora perché ogni tanto dimenticarsi di segnalare in prima gli autori? Mistero...). In manchette torna il bel promo con QR code del podcast del diretòr “Appunti” (oggi con Tobias Piller, a lungo corrispondente in Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung) e il riferimento al supplemento a richiesta DopoDomani nella sola ultima pagina. 

All’interno la cover story si rivela di Tizian & Trocchia, con trafiletto sulla «denuncia preventiva per evitare le domande» a proseguire i Fatti (con conseguenze già in giornata), poi La Giornata in 6 infografiche del data editor Teoldi, “Il filo di Piero” con Ignazi sull’allargamento Ue a est ben illustrato da Campagna, Ricciardi sul modello Corea per l’Ucraina e Urbinati su Biden e il nuovo ruolo proprio per l’Ue, D’Aprile su Erdogan che usa la guerra per farsi riabilitare, chiudendo con una doppia dose (leggasi riga) della mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni. 

Taddei da Milano sulla nuova ondata dell’inflazione che «colpirà soprattutto i più poveri» apre le Analisi, poi con 3 lettere (senza risposte), Assael di LechLechà sullo iato fra fatti e parole «nemico comune che fa risorgere la politica», Andrea Camanzi già presidente dell’Autorità dei trasporti sul progetto industriale dietro l’investimento di Cdp in Autostrade (se esiste), Bianchi sulla guerra «disastro anche per l’ambiente», Franzini & Raitano con la collega Francesca Subioli per “L’inchiesta lunga un anno di Domani” sulle disuguaglianze sull’Italia «più rigida che mobile» che tende a cristallizzarle e aggravarle, Gabriele Segre (direttore della fondazione Vittorio Dan Segre, segnala una nota in calce) da Lugano sul «costruire un nuovo modello di democrazia», Signorelli sulla fine dei social «per come li conosciamo» citato anche da Radio 3

e infine “La settimana della scienza” curata da Bignami e illustrata da Campagna. Guglieri sul film recente e la maschera fumettistica di «quel fascista di Batman che riporta l’ordine» (vexata questio come se Tex è di destra o di sinistra...) apre le Analisi, il linguista Massimo Arcangeli (ex preside di facoltà a Cagliari, ideatore e direttore del festival Parole in cammino) sull’insistere con lo schwa (che poi in italiano sarebbe scevà, ma vabbè) per cui «finiremo a parlare come Cattivik», la fumettistica macchia d’inchiostro che parla senza la vocali finali delle parole ideata nel 1967 da Bonvi poco prima delle Sturmtruppen, curiosamente illustrato da una nuova e più minimalista «Elaborazione grafica Domani», per finire con Bazzi su come «La letteratura può riconciliare gli schieramenti dei social». Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti e nostre segnalazioni.

domenica 27 marzo 2022

E con Biden l’Unione europea si scopre al fronte (ma pensa)

Layout ormai abituale in prima per il 550° Domani cartaceo e digitale di sempre, con richiami a Bibus su Kherson, Milanovic sull’economia russa e Cottafavi sull’editoria, poi editoriale di Serughetti sulla propaganda di Putin, apertura di Da Rold da Milano su Biden in Polonia (rirpeso in una foto originale di un telefonino che lo filma sul posto) e ancora incredibilmente nessun riferimento al nuovo DopoDomani sulla guerra alla transizione energetica disponibile a richiesta fino a venerdì. In manchette, torna dopo quasi un mese (era il 2 marzo) il promo con QR code della newsletter “Areale”. 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e Ricciardi sulla resistenza ucraina e come «V.R.» sul “Bollettino di guerra” proseguono i Fatti, poi con Bibus da Milano sulla sua natìa Kherson che ora rischia una crisi umanitaria e il diretòr sul regime change a Mosca, Rampoldi sui nuovi dilemmi dalle armi al negoziato, ancora Da Rold sulla fronda a Draghi e Caselli sulla repressione «unica arma di Putin contro il dissenso», per finire con Dellabella sul «poco tempo per salvare il patrimonio culturale italiano» (inteso come monumenti e paesaggi intaccati dal clima) e Giro sui «Tre passi per fermare la guerra prima che sia troppo tardi»

2 lettere (una lunga una colonna e mezza, l’altra un Diritto di replica di F2i con postilla di Penati) e Bolzoni sulla Palermo immaginaria e quella di tutti i giorni aprono le Analisi, poi con Milanovic sulla faticosa ricostruzione dell’economia russa nel dopo-Putin, Coen su «Come trovare 20 miliardi di spesa sanitaria per avere servizi più efficienti» e Cotugno con “Areale” sullo sbocciare dei fiori in Norvegia e il troppo caldo ai poli, Balassone sul «nuovo web tra cripto e meta» con gli stessi pericoli del vecchio e Trigilia sul capitalismo democratico «vivo ma deve sconfiggere le disuguaglianze». 

Scipioni sul calcio «amore in comune tra Pasolini e Carmelo Bene» dà il via alle Idee accanto a Cottafavi sulla casa editrice immaginaria (solo su Instagram) Adelphighetti che «svela i limiti dell’editoria» con i libri vendutissimi ma «difficilmente presentabili nelle librerie degli italiani per bene», poi con la pagina degli editor con “La posta del cuore” di Pilotti illustrata da Campagna (e il caratteristico tocco di rosso nel titolo, più quello sotto al disegno a mo’ di dida e il disegnino delle buste)

accanto a “La classifica dei libri” commentata ancora da Cottafavi (con in calce l’immagine-logo di Campagna), per finire con Frangi sulle memorie di Massimo Minini «il gallerista che ama scrivere». 

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni.

sabato 26 marzo 2022

Ma alla fine, l’Italia sul gas russo che cosa vuol fare?

Continua il layout classico con in alto i richiami a Preziosi sul parlamento, Pirozzi sulle armi, Lamberti su Julian Barnes, poi l’editoriale di di spalla sinistra di Giro su «Un’Ucraina modello Cipro per fermare i bombardamenti» e l’apertura del diretòr sull’Italia dei «molti annunci e pochi fatti» per il gas che finanzia Putin, con un’immagine del corteo dei Fridays for Future a Berlino. In manchette, ancora il bel promo con QR code del podcast del diretòr “Appunti” (in realtà oggi silente, e senza nemmeno la scritta sopra il disegno di Pericoli!) e ancor più incredibilmente nessun riferimento al nuovo DopoDomani sulla guerra alla transizione energetica da ieri in edicola a richiesta fino a venerdì. 

All’interno La Giornata in 7 news e De Luca su Mariupol con il “Bollettino di guerra” come «DMD» proseguono i Fatti, poi con ancora De Luca su Biden in Polonia con il cambio di obiettivi militari russi e Holgado sul vertice israeliano «che cambia gli equilibri del Medio Oriente», una bella pagina curata da De Benedetti (con “dispacci” di Olga Gnatkova del moldavo NewsMaker, Nelly Didelot del francese Liberation, Teresa Roelcke del tedesco Der Tagesspiegel e Mical Kokot della polacca Gazeta Wyborcza) sui rifugiati ucraini che cambiano la storia dell’Europa,

Preziosi sulla guerra «alibi perfetto per un parlamento impantanato» e Urbinati sul conflitto che «ha avvelenato il dibattito pubblico» come gladiatori, chiudendo con Longo sull’accordo europeo «per fermare l’avanzata di Big Tech» e Balassone su come al riguardo «La tartaruga europea batte l’Achille americano». 

Penati sul «fallimento dello stato azionista che ha solo il potere di nominare» dà il via alle Analisi,

poi con 5 lettere (senza risposte) e Pirozzi sulle armi all’Ucraina «imperativo morale e una necessità politica», un gran pezzo della storica Stefania Bernini da Ca’ Foscari con il politologo Jan Zielonka da Oxford sulla guerra fatta di complessità «e i talk non sono il bar del paese» (stavolta davvero con la P minuscola, anche se Domani la usa pure parlando di stati...), per poi chiudere con due interventi del sociologo Arnaldo Bagnasco e dell’economista Emanuele Felice sui temi di cui intervengono oggi alla rassegna “Democrazia e disuguaglianze” curata dal Mulino alla Nuvola di Roma (gratificati dei trafiletti biografici di Domani rimersi dall’oblio per l’occasione). 

Russo da Firenze sullo sfascio del calcio italiano «iniziato vent’anni fa» apre le Idee, accanto a Cacciola alias Martina dell’Ombra sui lati positivi della sconfitta con la sua ormai immagine-logo di Campagna, poi “Cose da maschi” di Giammei illustrato da Falzone e Lamberti sul «Perché abbiamo smesso di parlare della morte», con gran riutilizzo ad hoc di Klimt da parte di un ispirato Campagna.

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti e nostre segnalazioni.

venerdì 25 marzo 2022

Dopo “Scenari” e un mese di guerra, riecco “DopoDomani”

Ultimo giorno con disponibile a richiesta il supplemento Scenari, nonché il primo in cui torna per un’altra settimana DopoDomani (e lo stesso capiterà venerdì, con uno speciale dossier di Scenari!) nel giorno dello sciopero per il clima dei Fridays for Future. Segno di vitalità editoriale e di richiesta di informazione del pubblico, nel 30° giorno di guerra in Ucraina e 30° Speciale TGla7 consecutivo con Fabbri ospite in studio. 

In prima ancora richiami sotto la testata, al vicedirettò Fittipaldi sulla strage degli ufficiali russi, Strazzari sugli errori occidentali e Insolia che intervista Michielin, poi un editoriale di Bragantini sul risparmio energetico e un’apertura di Ricciardi sul piano USA di mandare più gas all’Ue («ma non basterà a liberarci di Mosca»). In manchette anche oggi il bel promo con QR code del podcast del diretòr “Appunti” (oggi con Giro) e per l’ultimo giorno nessun riferimento al secondo supplemento a richiesta Scenari disponibile fino a oggi, forse perché pare ormai venda più di Domani ed è esaurito... 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e De Luca sugli scambi di prigionieri «parentesi umana nel conflitto brutale» sopra il “Bollettino di guerra” del suo doppelganger «DMD» proseguono i Fatti, poi con De Benedetti sulla «guerra miglior alleata di Joe Biden per riavvicinare a sé l’Unione europea» e Holgado sulla battaglia per bloccare i siti web, Fittipaldi sui 77 comandanti e generali russi morti in questo primo mese d’invasione tutt’altro che  Blitzkrieg, Preziosi sull’Anpi e come «Da. Prez.» resistendo anche a Mattarella e Liliana Segre, Martini sulle tante spese Ue per la difesa pur non essendo potenza militare e Cocco sulla continua ambiguità cinese con Mosca, Merlo su Salvini che guarda al Ppe per costruire il nuovo centrodestra e come «Giu. Me.» sullo slittamento della riforma del Csm («Manca la mediazione sul testo»), Cotugno sul nuovo sciopero contro la crisi climatica e abbreviato (per la prima volta, sua e tripla su Domani) chiudendo la sezione come «Fer. Cot.» sulla «inutile mossa di greenwashing» (addirittura in corsivo nel titolo!) del«l’acqua del Sindaco» Sala (sì, avete letto bene...). 

Grieco dal Vaticano sulla consacrazione a Maria con cui il Papa «abbatte le cortine di ferro della Chiesa» apre le Analisi accanto a Beretta & Vignarca della Rete italiana pace e disarmo che rispondono a Cuperlo sulla sinistra e le armi,

poi con 2 lettere (la risposta di Cuperlo ad Armeni e una sull’Ucraina nell’Ue a cui risponde il diretòr) e il capo redatòr Ferraresi su Madeleine Albright «scomparsa nell’ora più buia», Signorelli sui video deepfake nella guerra («La fine della guerra come l’abbiamo conosciuta», dice l’occhiello quasi citando i R.E.M.) ed Erler su Google che anticipa la chiacchierata «svolta nelle app», Strazzari sugli «errori occidentali nella lettura della mente di Putin-Smerdjakov» (personaggio-chiave de I fratelli Karamazov di Dostoevskij),

concludendo con Granaglia per «l’inchiesta lunga un anno di Domani sulle disuguaglianze» (ma l’occhiello cita solo la prima e l’ultima parola) sull’insufficienza del limitare le conseguenze senza occuparsi delle cause accanto alla storica Maria Giuseppina Muzzarelli sulla società medievale che interviene come lei alla rassegna “Disuguaglianze e democrazia” curata dal Mulino alla Nuvola di Roma domani. 

Ancora 2 articoli in 2 pagine per le Idee, con un’intervista “classica” di Insolia alla cantante Francesca Michielin per il suo primo romanzo Il cuore è un organo

e Pacifico sulla raccolta di racconti Confessioni di una coppia scambista al figlio morente di Alessandro Gori senza l’uso del suo alias Sgargabonzi. 

In ultima pagina la parte alta della prima pagina del supplemento DopoDomani, da oggi in edicola per una settimana (la formula ormai abituale, con poche eccezioni). 

Allegato a richiesta, dopo quasi due mesi ecco quindi il 29° DopoDomani cartaceo e digitale (dei 36 finora realizzati, anche se dopo i primi esperimenti... saltuari sotto la testata si dice “Speciale 33”), dal titolo eloquente «La guerra alla transizione ecologica» con in prima una foto e un editoriale del diretòr sulla «riscossa delle lobby per cancellare gli impegni». 

All’interno l’articolo introduttivo è ovviamente firmato Cotugno, con un trafiletto sulle microrivoluzioni degli Eugenio di Via di Gioia e una colonna di Filippo Sotgiu e Laura Vallaro dei Fridays for Future, Ricciardi sui «Rigassificatori e meno consumi per emanciparci dalla Russia», Mark Lynas sui dittatori che non risolveranno la crisi climatica in un pezzo uscito in inglese su Persuasion pochi giorni fa e Holgado sulla preparazione della Cop27 in Egitto a novembre, poi la ristampa dei 6 articoli di Cotugno sui «materiali contesi» con lo stesso occhiello in verde (come in tutto l’inserto) ma numerato e mappamondi di Campagna per ognuno (litio, cobalto, silicio, alluminio, nichel e il gruppo di 17 metallici detti terre rare), con in mezzo una grande mappa dei principali siti estrattivi in attività nel mondo come paginone centrale e a seguire la ristampa del pezzo di Cima sul nucleare pulito che «non esiste e forse non esisterà mai», con trafiletti di Redazione sulle parole di Draghi e la tassonomia europea. 

In ultima pagina il promo con QR code della newsletter “Areale” (ovviamente).

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti un colpo di scena pomeridiano e nostre segnalazioni.

In serata, il diretòr torna a Otto e mezzo su la7 (qui la puntata integrale).