mercoledì 30 marzo 2022

Figurarsi se l’Italia non trovava danni politici collaterali...

Sotto la testata richiami a De Luca su negoziati, Casadio sul cervello in guerra e il capo redatòr Ferraresi sul titolo del nuovo libro di Rampini, poi l’editoriale di Morini con 5 punti per cui «Putin è meno in crisi di come lo considera l’Occidente» e l’apertura di Preziosi sullo «scontro finale» tra Draghi e Conte (sì, vederli nella stessa frase e nella stessa foto dopo che hanno condiviso nel giro di poche ore la stessa carica è sempre uno choc...) sulle spese militari. In manchette riecco dopo quasi un mese il FAI (apparso l’ultima volta il 6 marzo), incomprensibilmente senza alcun riferimento al supplemento DopoDomani in edicola a richiesta fino a venerdì (basterebbe una riga sotto la testata come gli altri quotidiani quando hanno alcuni supplementi...). 

All’interno La Giornata in 7 news e De Luca sul mistero Abramovich (più “Il bollettino di guerra” con l’articolo e a firma della Redazione) proseguono i Fatti, poi Di Giuseppe sull’ineffabile Conte che «gioca con le armi per andare al voto anticipato» e Da Rold da Milano sul protagonismo di Draghi nel conflitto, ancora De Luca sulla speranza dei negoziati in Turchia e Grandi sulla legge elettorale, ancora Di Giuseppe sul riarmo di Scholz «per risollevare l’esercito» e De Benedetti sulla vera rottura di Visegrad che «parte da Usa e Bruxelles»,

Ikonomu su un certo «rigetto della solidarietà» riguardo a soldi e permessi per i rifugiati, Fabio Ciconte di Terra! sulle risposte sbagliate alla crisi alimentare, chiudendo De Monte & Trocchia su Di Maio che «aiuta i moldavi ma omaggia il prete pregiudicato»

3 lettere (senza risposte, ma con una notevole dell’attore Alessandro Bergonzoni in risposta all’editoriale di Maltese sui pochi artisti che si fanno sentire) e Balotta sul Po che «sta morendo tra crisi ambientale e campanilismi» aprono le Analisi, poi un sempre interessante Casadio su come funziona il cervello durante una guerra («Paura, gruppi solidali ed emozioni»), il ritorno di Marco Follini (ex segretario Udc e un certo senso primo “emigrante” da L’Espresso, seppure già apparso quasi un anno fa) sulla guerra e il tempo e Noury di Amnesty sullo stato dei diritti umani, chiudendo con Penati sulla «triste e inevitabile finale della telenovela infinita Telecom» e De Seta su ’O sole mio (clamorosamente scritto anche sul sito in titolo e testo dell’articolo con l’apostrofo dopo anziché prima della O...) «e quel filo che lega la storia di Odessa a Napoli». 

Uno spettacolare Ferraresi sul titolo (ovviamente in corsivo, con nostra grande gioia) del nuovo saggio Suicidio occidentale di Federico Rampini — che ha peraltro apprezzato — apre le Idee

accanto alla sempre imperdibile Marchesi su «quel cinema leggero per evadere dai tempi di oggi», poi un estratto da Fame blu di Viola Di Grado e infine Monica Galfré sul tema del suo nuovo saggio Il figlio terrorista

In ultima pagina, la prima volta a tutta grandezza del logo con QR code del podcast “Appunti” (oggi con Strazzari). 

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni, più la grande sorpresa sul «dossier» (come lo definì Fabbri) di Scenari in edicola dopodomani.

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