domenica 27 marzo 2022

E con Biden l’Unione europea si scopre al fronte (ma pensa)

Layout ormai abituale in prima per il 550° Domani cartaceo e digitale di sempre, con richiami a Bibus su Kherson, Milanovic sull’economia russa e Cottafavi sull’editoria, poi editoriale di Serughetti sulla propaganda di Putin, apertura di Da Rold da Milano su Biden in Polonia (rirpeso in una foto originale di un telefonino che lo filma sul posto) e ancora incredibilmente nessun riferimento al nuovo DopoDomani sulla guerra alla transizione energetica disponibile a richiesta fino a venerdì. In manchette, torna dopo quasi un mese (era il 2 marzo) il promo con QR code della newsletter “Areale”. 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e Ricciardi sulla resistenza ucraina e come «V.R.» sul “Bollettino di guerra” proseguono i Fatti, poi con Bibus da Milano sulla sua natìa Kherson che ora rischia una crisi umanitaria e il diretòr sul regime change a Mosca, Rampoldi sui nuovi dilemmi dalle armi al negoziato, ancora Da Rold sulla fronda a Draghi e Caselli sulla repressione «unica arma di Putin contro il dissenso», per finire con Dellabella sul «poco tempo per salvare il patrimonio culturale italiano» (inteso come monumenti e paesaggi intaccati dal clima) e Giro sui «Tre passi per fermare la guerra prima che sia troppo tardi»

2 lettere (una lunga una colonna e mezza, l’altra un Diritto di replica di F2i con postilla di Penati) e Bolzoni sulla Palermo immaginaria e quella di tutti i giorni aprono le Analisi, poi con Milanovic sulla faticosa ricostruzione dell’economia russa nel dopo-Putin, Coen su «Come trovare 20 miliardi di spesa sanitaria per avere servizi più efficienti» e Cotugno con “Areale” sullo sbocciare dei fiori in Norvegia e il troppo caldo ai poli, Balassone sul «nuovo web tra cripto e meta» con gli stessi pericoli del vecchio e Trigilia sul capitalismo democratico «vivo ma deve sconfiggere le disuguaglianze». 

Scipioni sul calcio «amore in comune tra Pasolini e Carmelo Bene» dà il via alle Idee accanto a Cottafavi sulla casa editrice immaginaria (solo su Instagram) Adelphighetti che «svela i limiti dell’editoria» con i libri vendutissimi ma «difficilmente presentabili nelle librerie degli italiani per bene», poi con la pagina degli editor con “La posta del cuore” di Pilotti illustrata da Campagna (e il caratteristico tocco di rosso nel titolo, più quello sotto al disegno a mo’ di dida e il disegnino delle buste)

accanto a “La classifica dei libri” commentata ancora da Cottafavi (con in calce l’immagine-logo di Campagna), per finire con Frangi sulle memorie di Massimo Minini «il gallerista che ama scrivere». 

Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni.

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