lunedì 28 marzo 2022

Un Espresso, grazie (tra una lezione online e l’altra)

Riecco il layout del lunedì, con richiami sotto la testata a Ricciardi sul modello Corea, Signorelli sui social e Bazzi sulla letteratura, l’editoriale settimanale di Maltese su dove sono le celebrità e la fotonotizia sul nuovo proprietario del settimanale L’Espresso (anche se per la verità il titolo di primo acchito potrebbe far pensare anche alle industrie di caffè... o forse solo ai fan degli 883) Danilo Iervolino, la cui inchiesta per il ciclo “Silenzio stampa” torna scriteriatamente a non essere indicata in prima come gli altri richiami (che non dovevano esserci e poi sono stati introdotti, allora perché ogni tanto dimenticarsi di segnalare in prima gli autori? Mistero...). In manchette torna il bel promo con QR code del podcast del diretòr “Appunti” (oggi con Tobias Piller, a lungo corrispondente in Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung) e il riferimento al supplemento a richiesta DopoDomani nella sola ultima pagina. 

All’interno la cover story si rivela di Tizian & Trocchia, con trafiletto sulla «denuncia preventiva per evitare le domande» a proseguire i Fatti (con conseguenze già in giornata), poi La Giornata in 6 infografiche del data editor Teoldi, “Il filo di Piero” con Ignazi sull’allargamento Ue a est ben illustrato da Campagna, Ricciardi sul modello Corea per l’Ucraina e Urbinati su Biden e il nuovo ruolo proprio per l’Ue, D’Aprile su Erdogan che usa la guerra per farsi riabilitare, chiudendo con una doppia dose (leggasi riga) della mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni. 

Taddei da Milano sulla nuova ondata dell’inflazione che «colpirà soprattutto i più poveri» apre le Analisi, poi con 3 lettere (senza risposte), Assael di LechLechà sullo iato fra fatti e parole «nemico comune che fa risorgere la politica», Andrea Camanzi già presidente dell’Autorità dei trasporti sul progetto industriale dietro l’investimento di Cdp in Autostrade (se esiste), Bianchi sulla guerra «disastro anche per l’ambiente», Franzini & Raitano con la collega Francesca Subioli per “L’inchiesta lunga un anno di Domani” sulle disuguaglianze sull’Italia «più rigida che mobile» che tende a cristallizzarle e aggravarle, Gabriele Segre (direttore della fondazione Vittorio Dan Segre, segnala una nota in calce) da Lugano sul «costruire un nuovo modello di democrazia», Signorelli sulla fine dei social «per come li conosciamo» citato anche da Radio 3

e infine “La settimana della scienza” curata da Bignami e illustrata da Campagna. Guglieri sul film recente e la maschera fumettistica di «quel fascista di Batman che riporta l’ordine» (vexata questio come se Tex è di destra o di sinistra...) apre le Analisi, il linguista Massimo Arcangeli (ex preside di facoltà a Cagliari, ideatore e direttore del festival Parole in cammino) sull’insistere con lo schwa (che poi in italiano sarebbe scevà, ma vabbè) per cui «finiremo a parlare come Cattivik», la fumettistica macchia d’inchiostro che parla senza la vocali finali delle parole ideata nel 1967 da Bonvi poco prima delle Sturmtruppen, curiosamente illustrato da una nuova e più minimalista «Elaborazione grafica Domani», per finire con Bazzi su come «La letteratura può riconciliare gli schieramenti dei social». Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina altri spunti e nostre segnalazioni.

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