martedì 12 ottobre 2021

Totalitarismi più o meno immaginari (con “DopoDomani”)

280° Domani cartaceo dell’anno, con un nuovo editoriale del diretòr (che ieri ha aperto una nuova settimana di Prima Pagina su Radio 3) sul «problema democratico con il partito di Giorgia Meloni», un’apertura di Tizian sul «fascismo che a Meloni e Salvini conviene tollerare e non vedere», più la solita grande illustrazione di Nardi, nonché la manchette con promo e QR code della newsletter “Areale”. 

All’interno La Giornata in 7 brevine e De Luca su come si scioglie un partito neofascista proseguono i Fatti, poi con Preziosi a colloquio con l’avvocato Carlo Smuraglia (98enne ex partigiano e presidente emerito dell’Anpi) e RAV alias Ventura sulla logica dei No-vax «prodotto del sistema», Trocchia da Salerno su «L’inchiesta che fa tremare il sistema di Vincenzo De Luca» accanto a Merlo sulla «rivincita del M5s locale che aveva avvertito i vertici» per il suo candidato, Cappon che accoglie l’appello della famiglia «all’Italia che si è dimenticata di Patrick Zaki» (nella solita illustrazione di Costantini) e Notarianni (pure lui gratificato di un nuovo ritratto di Costantini sul sito) dal Mediterraneo centrale a bordo della nave ResQ People con «la gioia e la rabbia di salvare vite», Giulia Bosetti di Presa Diretta su «Come fermare l’export di armi verso i Paesi della lista nera», il “duo delle meraviglie” Fittipaldi & Tizian sulle mascherine restituite da Arcuri e infine Di Giuseppe sul «Troppo poco e troppo tardi» (occhiello perfetto sul tema) della sindaca Raggi «per 5 anni ambigua su fascismo e vaccini». 

4 lettere (senza risposte) e Salvatore Vassallo sulle «scomode verità sulle amministrative nei flussi di voto» aprono le Analisi, poi con Cappuccio «Contro il totalitarismo immaginario di Agamben, Cacciari & Co.», De Benedetti sull’europeismo in Polonia «via di Donald Tusk per fare da alternativa al governo»,

l’irrefrenabile Azzollini sulla sicurezza al lavoro dove «non serve duplicare strumenti normativi che non funzionano», ancora il diretòr sui tre Nobel all’economia (ritratti nella loro illustrazione ufficiale, opera di Niklas Elmehed anche se purtroppo non è citato da nessuna parte...) che l’hanno resa «una scienza utile in tempo di Covid», Freyrie da Berlino sui finanziamenti ai pertiti in Germania e per concludere Guerrini da Trento sugli hacker che in Bielorussia preparano l’assalto a Lukashenko

Di nuovo 2 articoli in 2 pagine per le Idee, con Piero Negri Scaglione su «L’eterno tempo presente del mito Sergio Leone» dal suo libro Che hai fatto in tutti questi anni (che come purtroppo accade troppe volte, non si capisce se è un estratto dall’introduzione o un articolo ex novo...) e il linguista Raffaele Simone sullo scevà o schwa, «frutto dell’illusione sul potere della grammatica». 

Durante la giornata, pubblicato a sorpresa un nuovo DopoDomani soltanto online (il 6° dei 25 finora realizzati, anche se dopo i primi esperimenti... saltuariamente periodici sotto la testata si dice “Numero 21”), con copertina fotografica e di nuovo in collaborazione con il Romaeuropa festival su «Il lato oscuro della storia», riguardo a «Razzismo, colonialismo, post colonialismo. Nel nostro presente le tracce di un passato con cui dobbiamo imparare a fare i conti. Anche attraverso il teatro, la musica e la danza». 

All’interno ecco allora articoli di Matteo Antonaci dal festival in un’intervista “classica” (con le domande neretto) alla drammaturga Eva-Maria Bertschy, Txalo Toloza-Fernández & Laida Azkona Goñi sul loro viaggio nel deserto coloniale di Atacama in Cile, un estratto del dialogo degli attori e registi Elvira Frosini & Daniele Timpano dal loro spettacolo Ottantanove sulle «origini della democrazia e del colonialismo dentro di noi», un’altra spettacolare doppia pagina del data editor Teoldi sugli Stati Uniti «unica potenza coloniale globale»,

un’altra intervista “classica” di Antonaci alla coreografa e performer brasiliana Alice Ripoll, la scrittrice Scego su «Il coraggio diandare al fondo di una storia “tossica”», Ferlan sulla «storia della colonizzazione alimentare dall’America e ritorno», per finire con l’articolo di Ghizzoni di un mese fa sul senso dell’arte sudafricana nel mondo post-pandemico. 

In giornata altri spunti

e nostre segnalazioni.

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