martedì 9 novembre 2021

Mercato e finanziatori, e (ancora) un po’ di democrazia

415° Domani cartaceo e digitale dal debutto di oltre un anno fa, con un editoriale di Serughetti («Indebolire la democrazia non è il rimedio al populismo») e un’apertura di Holgado sul mercato dei green pass spacciati via Telegram che sono «soltanto una truffa», corredato da una triste foto non proprio d’impatto dei manifestanti che da tre mesi ogni sabato manifestano a Milano. In manchette debutta il promo in versione mignon del libro autopubblicato su Amazon Il carattere meridionale già apparso su Domani come inserzione in alcune mezze pagine negli ultimi due mesi (e qui accompagnate da due curiosi “endorsement quotes”, del Feltri vecchio e non parente e dal Cingolani giornalista e non ministro). 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e De Benedetti sullo strano incontro tra Renzi e la vicepresidente europea proseguono i Fatti, poi con il vicedirettò Fittipaldi sulle dichiarazioni della finanziatrice di Open (la fondazione renziana, non il giornale online di Mentana), Manes & Ogno di ReCommon sulla corsa ai combustibili fossili che «continua nonostante la Cop26»

accanto a Cotugno sul vertice a rischio nonostante Obama, ancora De Benedetti sulle donne polacche di nuovo in piazza e il triestino Cuperlo sull’illogica resistenza delle piazze No-vax, Cocco su Xi Jinping che «segue le orme di Mao per essere ancora più potente»,

per chiudere – dopo una doppia razione (cioè due righe) della mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni – con il colloquio di Preziosi con il 44enne trans Milo Serraglia che spiega «perché l’identità di genere vi fa paura». 

Una nuova splendida (a parte la brutta sovrapposizione del titolo sul verde della cartina: bastava un colore tenue al mare e accennare appena alle terre...) doppia pagina di De Luca & Teoldi apre le Analisi raccontando «Un secolo di Partito fascista» e «Com’era l’Italia, com’è oggi»,

poi 4 lettere (senza risposte) e un commosso ricordo del diretòr sullo scomparso Enrico Fierro, «il giornalismo come impegno civile per le cause giuste (e perse)», Salvatore Vassallo su «Nemmeno super Mario potrà trasformare il Quirinale nell’Eliseo» (anche se noi preferiamo la grafia originale Super Mario, che non è Balotelli ma lo storico idraulico italiano con i baffi della Nintendo) e Bolzoni sul “partito” dei balneari a Ostia a cui «il PD non sa resistere», Freyrie da Berlino sulla «sfida tra i maschi alfa della politica tedesca» e infine Pugliese sui migranti usati da Lukashenko per ricattare l’Unione europea. Di nuovo 2 articoli in 2 pagine per le Idee, con un gran pezzo di Bazzi nel dibattito sullo schwa (anche se usando al femminile «la dibattutissima schwa»),

e «Il sogno di Tchou e Olivetti oltre le frontiere della tecnologia», raccontato da Giuseppe Rao (dirigente generale della presidenza del Consiglio) finendo a citare il graphic novel La macchina zero... che però nell’articolo si cita al femminile (ennesima vexata questio italiana, in pratica non risolta nemmeno dalla Crusca).

In ultima pagina, il promo con codice QR delle newsletter dedicato a “wèilái” (sempre con la maiuscola e senza accenti, ma vabbè...). 

Lungo la giornata, altri spunti

e nostre segnalazioni.

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