martedì 21 dicembre 2021

Vantaggi e miraggi (rock «da oratorio» e richiami in prima)

Nuovo piccolo colpo di scena (peraltro incomprensibile) a movimentare la prima pagina del Domani cartaceo e digitale: a parte l’editoriale a sinistra (oggi di Penati sul Paese «fermo alla lira») e l’apertura a destra (oggi ancora De Luca sulla variante Omicron, con foto di laboratorio), dopo altri 5 giorni dal ritorno sotto la testata i tre richiami ad articoli interni (uno ogni sezione, con i colori rispettivi) scivolano di nuovo a fondo pagina... e a questo punto noi non capiamo più nulla, perciò copia-incolliamo dallo scorso mercoledì 15: forse per dare più risalto ai titoli nella metà alta, forse per un miglior compromesso con chi non li ama o forse semplicemente «per vedere l’effetto che fa» (per citare il grande Enzo Jannacci). Oggi tocca finire in calce a Faggionato sul perché Letizia Moratti non può diventare presidente della Repubblica, Cocco sulle elezioni-farsa a Hong Kong e Giurato sui Måneskin. In manchette, nuovo “giorno della marmotta” per Mediapason. 

All’interno La Giornata in 7 news e Di Giuseppe sul patto Draghi-Scholz «altra prova dell’Europa bilaterale» proseguono i Fatti, poi con Faggionato sull’idea di “Donna Letizia” al Quirinale e Preziosi sul vertice da Berlusconi «per tenere d’occhio gli alleati», Cappon sui diritti umani in Egitto («non ha cambiato idea») e De Monte sulla vergognosa «cittadinanza impossibile anche per i nati in Italia», Cotroneo da Rio de Janeiro sul nuovo Cile di Boric («rischia di rimanere un’utopia»), 2 pagine della data driven Kira Schacht da Berlino (con grafici di Teoldi) coordinatore del progetto per l’European Data Journalism Network sul raccontare il Natale nelle carceri,

per chiudere con i milanesi Muzio sul crollo del piano di Biden e Da Rold su Erdogan sul record negativo della lira turca. 

Giro sulla «vera strategia jihadista» e Cocco sull’opposizione cancellata a Hong Kong aprono le Analisi,

poi con 4 lettere (senza risposte) e Roventini sul Superbonus,

poi ancora Di Giuseppe sulle piattaforme porno che non riscono ad arginare i contenuti illegali, Taddei da Milano sulla disuguaglianza strutturale dell’occupazione femminile e Ricciardi sull’incontro di Draghi con i sindacati per pensioni e precarietà, concludendo con Raffaele Simone sulla nuova candidata francese a sinistra che scompiglia di nuovo la corsa all’Eliseo. 

2 bei pezzi in 2 pagine per le Idee, con Giurato sul rock «da oratorio» dei Måneskin «nel pieno provincialismo della musica italiana» (e un succulento extra su Twitter)

e un nuovo racconto di Ricci su scrittori e recensori illustrato nel suo tratto “sporco” da Campagna. In giornata, altri spunti e nostre segnalazioni.

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