domenica 17 maggio 2020

Abbiamo un giornale (in arrivo)

Riavvolgiamo il nastro: sul Foglio del 25 aprile, con il titolo “Rifondare Rep.” Carlo De Benedetti di persona personalmente dice testuale “Ci sto pensando seriamente. E ricevo messaggi incoraggianti” a proposito di un nuovo giornale dopo la vendita di Repubblica. Il giorno dopo su La Verità si parla addirittura di riaprire l’Unità.
                                                         
Poi il 3 maggio Open svela il nome della testata, seguita il giorno dopo dall’intervista al Foglio di Luigi Zanda, che si dimette da tesoriere del PD e diventa il presidente della società editoriale di Domani, di cui emerge finalmente (dopo vari gossip su colleghi più maturi) il nome del direttore: Stefano Feltri (nella foto in apertura, che diventa così il terzo direttore con quel cognome in pochi anni, senza peraltro nessuna parentela con il Vittorio di Libero e suo figlio Mattia ora alla guida dell’Huffington Post nostrano).

Il 5 maggio si scatena il delirio, con Prima Comunicazione che riassume la questione, il Corrierone che si lancia in qualche breve analisi, l’ex agente Betulla (in servizio permanente ed effettivo) su Libero che non sa se gongolare o compatire il campo avverso, Indiscreto che a dispetto del suo nome non aggiunge granché e il Giornale che già si chiede cosa mai potrà fare un altro concorrente.

Si distinguono i ragionamenti on line de Linkiesta sul giovane Feltri e Lettera43 (appena prima di sospendere le pubblicazioni, peraltro) sul giornale in fieri, mentre due giorni dopo è il Feltri anziano a sentirsi in dovere di dire la sua (e non è Crozza a imitarlo).

Intanto il tempo passa e immaginiamo non poche teste a ragionare di budget e modelli di business, tra cartaco e web: vedremo il prosieguo.

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