martedì 30 giugno 2020

Alla vigilia del trasloco

Oggi è l’ultimo giorno di giugno e della redazione “a distanza” di Domani, mentre proseguono i preparativi allo sbarco effettivo e all’ingresso effettivo nella nuova sede in via Barberini 86 a Roma, un po’ lontano la piazza omonima con la fontana (e il Tritone) del Bernini e in pratica già a Largo di Santa Susanna di fronte a Palazzo Canevari (peraltro uno dei musei geologici più prestigiosi al mondo, scandalosamente chiuso da ben 25 anni per una delle tante storie avvilenti su come sprechiamo il nostro “petrolio nazionale” della ricchezza culturale come nessun altro Paese al mondo) sulle cui impalcature staziona il cartello «Stiamo lavorando alla sede del Fondo Nazionale Innovazione»...

Ieri sera, poco dopo le ore 22, sui social ufficiali Domani ha pensato di festeggiare coinvolgendo i lettori in una richiesta singolare: «Secondo voi che colonna sonora dovrebbe avere un giornale che nasce? Suggeriteci le canzoni, poi faremo una playlist da ascoltare in redazione (e da condividere con voi)», gratificando di una citazione esplicita il diretòr e perfino anche noi di Pazzo Per Domani... a cui abbiamo risposto a tambur battente:

Interessanti tante altre risposte, fra cui Badlands di Springsteen, Potere alla parola di Frankie, A muso duro di Bertoli, New kid in town degli Eagles, Perfect Day di Lou Reed, New year’s day degli U2 e La libertà di Gaber... comprese molte scelte rese ancor più accattivanti dei relativi commenti e motivazioni, che vi consigliamo di leggere direttamente su Facebook, Twitter e Instagram.

Stamattina è poi arrivata una nuova newsletter, che ha per la prima volta ospitato la lettera di un lettore «che sembra quasi un manifesto di come vanno raccontati i grandi temi, globali e locali, che Domani ha scelto come sue priorità. Domani sarà un prodotto della nostra redazione e dei nostri collaboratori, certo, ma per essere davvero interessante e utile a questo Paese dovrà attingere attingere alle vostre esperienze, alle vostre idee, alle competenze e all’intelligenza collettiva che soltanto una comunità di lettori attivi e partecipi può produrre».

Il diretòr segnala ache una (peraltro inevitabile) evoluzione: «Da questa settimana la newsletter si evolve. Non sarò più soltanto io a firmarne i contenuti: ci saranno i nostri primi giornalisti, e poi scoprirete alcuni dei futuri editorialisti di Domani, ospiteremo anche interventi esterni di esperti o di lettori attenti che vogliono essere parte del nostro progetto».

Significativo infine un incipit di un articolo di Internazionale, twittato e “scippato” anche da Daniele Erler aggiungendo «Domani è un grande giorno per Domani»:

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