Nella prima,
il diretòr scrive esplicitamente: «A una cosa gli Stati Generali sono
serviti: a rendere palesi le mire della lobby guidata da Carlo Bonomi che punta
ai soldi in arrivo dall’Ue. E che vuole decidere al posto della politica» (cosa
peraltro non nuova).
Nella seconda, che «Il reddito di cittadinanza non ha abolito la povertà, ma i primi numeri ufficiali ci dicono cosa fare per limitare i danni della crisi. Una questione più importante delle polemiche».
La conclusione è forse la parte più interessante: «Se vi
interessa la rissa politica, avete già molti siti e giornali con cui
divertirvi. Se volete capire qualcosa di più e seguire i numeri invece che le
dichiarazioni, l’appuntamento è con Domani». Ci auguriamo sia davvero
così, perché è esattamente il motivo per cui c’è bisogno di un altro giornale. L’attesa emerge anche dai commenti sotto le newsletter (che aumentano la curiosità nel leggerle), fra cui c’è chi opportunamente scrive: «Vorrei che Domani andasse oltre analisi, inchieste e denunce: da
30 anni accompagnano il degrado e il declino del Paese e i loro autori
imbiancano senza vedere effetti reali».
Nelle brevi risposte Feltri buttà lì «Del referendum ne riparliamo presto», dopo aver rivelato a Enrico Cisnetto che sta scrivendo un altro libro. Tra l’altro, con oggi il direttore ha terminato la quarantena domestica dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti: siamo quindi alla vigilia di vederlo presto in una location diversa dal suo scorcio di casa romana in cui è apparso durante queste settimane...
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