venerdì 19 giugno 2020

Attese e commenti sul Domani

Spulciando fra i commenti alle 12 newsletter inviate finora dal diretòr – tralasciando Twitter, dove purtroppo la stragrande maggioranza delle risposte non entra nel merito e si attorciglia in una spirale confusa e autoreferenziale – in attesa del sito definitivo e del Domani cartaceo, si leggono non poche curiosità interessanti.

A parte gli apprezzamenti convinti («Era da tempo che non leggevo un punto di vista lucido e innovativo», «lo stile e il contenuto di questo articolo mi fanno ritenere di aver fatto bene ad abbonarmi») e qualche critica ragionata (che pure segnalano passione e ci sembrano comunque reazioni positive), ci ha colpito chi un commento per cui «il Domani di ieri» sono stati il Giornale, la Repubblica, «per qualche emozionante istante» anche Il Foglio e pure Il Fatto Quotidiano: «Uomini e giornalisti che hanno stampato su carta il loro carattere, il loro pensiero le loro idee, costruite sul comune sentire e sul buon senso del loro tempo e dei loro luoghi, di rado sdraiati su visioni monomarca. Con loro e su di loro sono maturato, ho fondato i miei accordi e disaccordi, ho imparato a pensare con la mia testa. Spero in questo Domani, che possa, in chiave moderna, portarci nuove suggestioni, e soprattutto ascoltare le persone comuni che per quanto facciano molto poco notizia, rimangono pur sempre la parte vitale d’Italia».

Qualcun altro si è spinto a dare consigli sull’aspetto grafico che, volenti o nolenti, è da tempo importante tanto quanto il contenuto (chiedere a Pippo Civati): «titoli ben combinati che permettano di raccontare senza sbrodolare; un’impaginazione semplice ma non banale, se possibile elegante, senza ghirigori e barocchismi; corpi tipografici decenti per la lettura ma non spampanati o con interlinea esagerata; firme senza fotine dell’autore accanto, e uguali, in grandezza, per commenti, articoli e inchieste; un’omogeneità di formule grafiche: come scrivere le interviste, come indicare i titoli dei film, dei libri o delle trasmissioni tv, quali virgolette usare, apici o caporali, contenimento delle parentesi e dei trattini; attenzione rigorosa ai nomi stranieri e agli accenti; pezzi passati con cura da chi fa lavoro redazionale». Sono, ahinoi, considerazioni tutt’altro che peregrine e che – pur provenienti da un operatore del settore, giornalista da decenni – dicono molto della confezione con cui troppi giornali cartacei e on line di oggi si presentano ai lettori...

Ecco perché è bello anche leggere chi dice che «Alcune indiscrezioni hanno acceso in me il più sincero entusiasmo» perché «C’è bisogno come dei tamponi di qualcuno che sparigli, che porti aria fresca». L’attesa per Domani rimane mista a tanta curiosità, ma presto ne sapremo di più.

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