Appare ormai chiaro che «La pandemia è una sfida politica, ma anche giornalistica: bisogna capire i dati, rimettersi a studiare, sviluppare una capacità di giudizio autonoma che permetta ai giornalisti di non essere in balia di oracoli da talk show o propagande governative varie». La situazione ha avrà una diretta conseguenza sul giornale: «Per questo abbiamo costruito una redazione fatta di persone che in gran parte ha avuto esperienze di giornalismo all’estero o con media internazionali», colleghi «già esposti alla complessità del mondo che cercheranno di raccontarvi ogni giorno e hanno competenze che li rendono capaci di farsi un’idea autonoma invece che riprenderla da qualche comunicato stampa di governo o copiarla da un giornale straniero».
Interessante il post-scriptum: «Ieri abbiamo discusso la prima bozza di progetto grafico della versione digitale e di quella cartacea di Domani. È stata una riunione entusiasmante: vi posso assicurare che non c’è niente di simile in circolazione». Sarà pretattica, ma con ogni probabilità anche la realtà: verificheremo presto.
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