Come spiegava il diretòr già lo scorso 17 giugno, «con Domani staremo sui dati più che sulla polemica. Per questo abbiamo assunto un data editor, un giornalista che racconterà la realtà con il metodo di un ricercatore, scavando nei numeri. Si chiama Filippo Teoldi, tornerà presto dagli Stati Uniti dove ha studiato alla Columbia University e dove ora collabora con il Wall Street Journal per il quale contribuisce a una newsletter fatta soltanto di grafici. Prima di andare in America, Filippo aveva fatto ricerca alla Bocconi e poi aveva collaborato con il professor Roberto Perotti nella sua stagione di commissario alla revisione della spesa pubblica. Se vi interessa la rissa politica, avete già molti siti e giornali con cui divertirvi. Se volete capire qualcosa di più e seguire i numeri invece che le dichiarazioni, l’appuntamento è con Domani».
Visto che da oggi il suo lavoro silenzioso ma efficace viene (giustamente) ancor più evidenziato,
abbiamo pensato a questo post per segnalare con più evidenza il suo aiuto importante per capire
la realtà che ci circonda, tanto prezioso (soprattutto di questi tempi!) quanto finora un po’ troppo misconosciuto. Ecco le sue doppie colonne a pagina 4 di questi primi tre lunedì:
e in un inconsueto attivismo, lui twitta ben tre volte:Come è cambiato nella storia il dato del debito pubblico per gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Italia?
— Domani (@domanigiornale) October 5, 2020
L'analisi di @Filippoteoldihttps://t.co/kfQB6KKFLD
più che "investimenti green" e "digitalizzare il paese" bisognerebbe incominciare a semplificare quello che c'è già :)
— Filippo Teoldi (@Filippoteoldi) October 5, 2020
Nessuno sa con certezza quanto aumenterà il debito pubblico post-Covid. Però un dato (storico) ce lo abbiamo già @domanigiornale | https://t.co/lHppztYciD pic.twitter.com/NqTxzRd9At
— Filippo Teoldi (@Filippoteoldi) October 5, 2020
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