domenica 15 novembre 2020

Dati generali, visioni laterali

Torna dopo quasi una settimana in taglio alto un editoriale del diretòr, sugli Stati generali (online) del M5s e provocatorio nel titolo ma non nel contenuto (dato che parte da domande degli stessi eletti, prima che de loro elettori), sovrastando un altro reportage inconsueto (per la narrazione pressoché monotematica dei media italiani) firmato Di Giuseppe sulla sanità al collasso anche per i malati non Covid: la foto d’apertura è molto meno inquietante della dida, secondo cui la Lilt stima in 10 mila le vittime in più nei prossimi 10 anni per la mancata prevenzione nei tumori dovuta al coronavirus da Covid-19...

All’interno i Fatti iniziano con Paolo Vineis e Francesco Forastiere sui dati che mancano per combattere il contagio (con in più un trafiletto di Redazione) e ancora Di Giuseppe con Gaia Zini a raccogliere le indicazioni sul (di fatto) congresso del M5s. Poi Merlo sull’ennesima occasione mancata in Rai (in particolare dopo il tentativo nell’informazione affidato a Carlo Verdelli da Antonio Campo dall’Orto, da due settimane divenuto presidente dell’Editoriale Domani), che come il cavallo di viale Mazzini è «a briglia sciolta ma immobile».

A seguire le 6 news per La Settimana e il personaggio corrispondente ritratto da Campagna: ed è il presidente De Luca nella sua forma più «popolare e pop»:

Poi il vicedirettò Fittipaldi continua a scavare nell’inchiesta vaticana per corruzione e Titti Di Salvo («dirigente PD», eletta alla Camera con Sel nel 2013 e l’anno dopo uscitane nel gruppo di Gennaro Migliore) chiude la sezione sullo smart working, in particolare per le donne («rimarrà quindi meglio regolarlo»).

5 lettere (senza risposte, aperte dal Renzi Grafomane) a fianco di Pasquino sul confronto con Trump che «non deve far dimenticare i disastri di Berlusconi» aprono le Analisi, con Urbinati sull’attivista Stacey Abrams in Georgia che dimostra come battere i populisti («con la forza dei partiti e la politica di territorio») e Panarelli sulle proteste di The Donald che sembra vacillare. L’esordio di Francesca Moriero raccoglie le proteste bielorusse a Minsk che mercoledì hanno anche causato la morte di un pittore nelle strade a manifestare e poi torna Antonio Fiori a chiudere la sezione sul voto in Birmania (come la chiamano USA e UK, mentre l’ONU e la Cina usano l’antico nome Myanmar ripristinato dalla giunta militare nel 1989).

Sempre notevole la sezione domenicale delle Idee, 4 pagine con Paparoni sulle opere dell’artista austriaco Gottfried Helnwein (che raffigurava l’orrore del nazismo ma risveglia anche le nostre coscienze di oggi), Lamberti sulla Venezia di ieri e di oggi («un lontano ricordo sommerso dall’acqua e dal Covid») e una lunga intervista “vera” (con le domande in neretto) di Coppola al fotografo Massimo Vitali, «osservatore della quotidianità italiana» e che si è visto ben due mostre interrotte dalla pandemia fra Torino e Parigi.

In giornata sempre spunti interessanti:

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