lunedì 15 febbraio 2021

Poteri, spinte (e amori) paralleli

Dopo la ricorrenza di ieri, nuova apertura di Domani con fotonotizia a sorpresa (come lunedì scorso: non sarebbe male instaurare una certa abitudine, seppur non troppo vincolante) a lanciare «il miglior pezzo per spiegare chi è davvero Mario Draghi» (diretòr dixit) ritratto in una foto inusuale, sopra a un editoriale di Giro sull’agenda internazionale. Manchette nuovamente sostituita dall’immagine promozionale di DopoDomani

All’interno il pezzo sul neopresidente del consiglio è di Meletti e tiene due pagine, compreso un trafiletto (non firmato e con tutta probabilità l’ultima cosa scritta prima di andare in stampa) sulla giornata politica e la polemica sulle riaperture, poi La Settimana in 6 infografiche di Teoldi e la rubrica “Il filo di Piero” di Ignazi sul contenere la spinta antipolitica illustrato da Campagna, quindi Holgado sulla Lega che non cambia pelle (con la sempre spettacolare foto del celebre militante a Pontida nel 2018) e Deaglio sul secondo mancato impeachment di Trump, quindi un’intervista “vera” (con le domande in neretto) di Tedeschi al commentatore attivista Matt Stoller di cui Domani pubblica spesso contributi tradotti dalla sua newsletter Big, per chiudere con il ritorno di una classica inchiesta “partecipata” (dal secondo lotto, votato dagli abbonati lo scorso 27 novembre e finanziato anche dai lettori), realizzata da Federica Tourn sul limbo creato dal Covid per le donne malate di tumore al seno

Affine per tematica anche il primo articolo delle Analisi, con il ritorno di Marta Iaquinto sui disturbi alimentari nella pandemia

seguito da Balassone sul futuro della Rai e «Cosa possiamo imparare dal Regno Unito su Netflix»,

poi 5 lettere (senza risposte) e il bel commento di Serughetti sulla parità di genere («non è solo un problema di leadership e numeri») e ancora Giro (che qualcuno suggeriva a Draghi di riportarlo al ministero degli esteri) sugli Emirati Arabi «diventati il paradiso dei trafficanti d’oro africani», per chiudere con La Settimana della Scienza curata da Bignami e illustrata da Campagna.

«L’inarrestabile ascesa del romanzo storico» con l’esordio dello scrittore Fabiano Massimi avvia la sezione Idee (su cui qualcuno ha ironizzato, peraltro non senza qualche ragione: ma Domani è nato da meno di 6 mesi e la tendenza in libreria permane, anche senza gli exploit web di Alessandro Barbero e il suo doppio satirico interpretato dall’attore Renato Minutolo...),

seguita con due trafiletti di redazione da una nuova puntata di Moresco inviato nella città dei morti, ancora illustrato da Campagna:

In ultima pagina, la pubblicità di DopoDomani segna il secondo Domani consecutivo del tutto privo di inserzionisti: un segnale positivo o negativo? In questa fase di start-up, più probabile una vita di mezzo... anche se una foliazione più corposa non ci dispiacerebbe certo. Ne sapremo forse di più se e quando l’Editoriale Domani deciderà l’iscrizione all’Ads

Lungo la giornata, come sempre non mancano le segnalazioni:

un imprevisto (non ultimo, probabilmente) ritratto governativo di Costantini digital first e come previsto, l’inizio del nuovo podcast con Carofiglio padre e figlia: Al pomeriggio, il diretòr torna a Quante storie su Raqi 3 per il nuovo libro: e un nuovo sondaggio da 24 ore su Twitter con i primi risultati sorprendenti:

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