martedì 2 novembre 2021

«Disperata speranza» e contraddizioni

“Vero” (e mesto? è pur sempre il giorno della Commemorazione dei Defunti...) inizio di settimana con editoriale di Serughetti su Berlusconi candidato al Quirinale «canto del cigno del potere maschile» e inevitabile apertura di Cotugno inviato a Glasgow sulla «disperata speranza per la Cop26 (su cui nel sito si trova anche un podcast ad hoc) che è l’ultima possibilità di salvarci», con Greta Thunberg a una manifestazione scozzese. In manchette torna dopo 3 settimane un inserzionista (dal 20 settembre, se non contiamo l’Arci), Maretti Editore per il libro Galatime.

All’interno le 7 brevine per La Giornata e Dalcastagné sui troppi contagi a Trieste proseguono i Fatti, poi con Holgado sull’ospedale “geopolitico” sardo del Mater Olbia che «ora interessa agli Angelucci», Martini sulla “nuova” Alitalia-Ita che «decolla soltanto grazie ai soliti aiutini» e Cuperlo sull’appello spinto dai social la sua Trieste «si ribella ai ribelli No-vax», Muzio da Milano nel miglior pezzo italiano sul governatore McAuliffe della Virginia e Berardi da Torino sul«l’imprevedibile Eric Adams» nuovo sindaco di New York, quindi D’Aprile sull’odio dei turchi per i migranti che a Instanbul o Ankara arriva a colpire i raccoglitori di rifiuti, per finire (dopo la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni) con Guerrini da Trento sui Talebani che «fanno gli influencer per controllare Internet»

5 lettere (senza risposte) e RAV alis Ventura sulla “sostituzione etnica” che «rischia di diventare il tema delle presidenziali francesi» aprono le Analisi, poi con Di Giuseppe sul «padre diplomatico che ha protetto Di Maio da se stesso» (che al contrario di Domani noi non accentiamo...),

l’esordio del ricercatore Giovanni Carbone sulle contraddizioni del Ruanda e «Cosa nasconde la Singapore d’Africa», concludendo con l’undicesimo articolo di Passarelli nella serie sui presidenti della Repubblica italiani, stavolta dedicato a Mattarella e il suo poter cambiare idea sul rimanere al Quirinale solo per «un Paese diviso e allo sbando». 

Il caporedatòr Ferraresi sul tema cruciale (ma che in pratica soltanto Domani tratta) della «grande dimissione negli USA» apre – con tre grafici del munifico Teoldi – le Idee,

poi Paolo Costa argomenta sul fatto che «studiare i filosofi come Taylor è un po’ come fare un vaccino» per i suoi 90 anni dal libro Modernità al bivio da lui curato per l’editore Marietti (con la i, anziché senza come quello in manchette!) e infine da Zanni sul sottovalutare l’apocalisse «per i limiti della nostra mente» su cui aveva twittato ieri sera (con bellissima foto catastrofista da film di fantascienza dal catalogo Pixabay).

In ultima pagina, torna il promo sulle newsletter mettendo naturalmente in primo piano “Areale”.

Lungo la giornata altri spunt,

fino al tweet della giornata.

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