sabato 11 dicembre 2021

Metti un sabato con un “DopoDomani” su cibo e vino

26° Domani cartaceo da 32 pagine (ormai il 7° a 2,50 euro, anche se chi ha comprato i primi 2 facoltativi in edicola per diversi giorni aveva speso la stessa cifra), ancora con la presenza dell’inserto stampato DopoDomani in abbinata obbligatoria al centro (e pagine in numeri romani), tornato a 16 pagine. Anche stavolta, i richiami in prima pagina sotto la testata sacrificano l’indicazione di uno della sezione Analisi per evidenziare l’inserto: oggi si segnalano il diretòr sull’Antitrust, lo speciale dal titolo cinematografico “Mangiare bere uomo donna” (non segnalano le «pagine I-XX» come la prima volta, ma «da pagina I») e Cacciola sull’indignazione. Sotto, torna un’editoriale di Urbinati (sulle violenze in stile Il leviatano a New York) e dopo diversi mesi un’apertura di Seminerio (sull’«Addio alla favola rassicurante dell’inflazione provvisoria»), con in manchette sempre il gruppo Mediapason corretto.

All’interno La Giornata in 7 news e Preziosi su Draghi fra palazzo Chigi e Quirinale proseguono i Fatti, poi con il diretòr su Amazon e Big Tech, Albanese & Ferrara che tornano dopo l’inchiesta del 3 maggio sugli affidi che togliono i bimbi alle famiglie straniere, Faieta sull’inchiesta milanese che chiede ai russi «di interrogare chi faceva affari con Salvini», Faggionato sulla lotta per le concessioni anche nella legge di Bilancio, la seconda puntata dell’inchiesta degli esplosivi Tizian & Trocchia sull’Amaro del Capo (che nel titolo perde la C maiuscola rispetto allla prima puntata e pure al testo dell’articolo...) con un elenco – siglato un po’ surrealmente «Gio. Tiz. e Nel. Tro.» – di tutti i contatti tra l’azienda e il clan Mancuso, Di Salvo da Londra sulla sentenza di Assange che può essere estradato («Un altro attacco al giornalismo», sebbene si ribadisca che svelare tramite whistleblowing è spionaggio) accanto a Muzio sui «cronisti ingaggiati da Biden nel nome della democrazia», concludendo con Casadio sui vaccinati che – incredibile ma vero, va ancora ribadito – «non contagiano come coloro che non lo sono»

Dopo l’inserto di cui parliamo più avanti, De Benedetti sulle ambizioni nazionaliste di Macron apre le Analisi, poi con 4 lettere e Susini su Le Pen che «omaggia i caduti del Ghetto di Varsavia ma incarna valori opposti», Da Rold da Milano sugli errori strategici di Merkel che l’Europa deve archiviare «se vuole tornare a contare» e Balassone sulla Commissione Vigilanza «specchio delle solite turbolenze della Rai», Penati sul «lato molto oscuro» della prima legge di Bilancio di Draghi (ripreso in controluce a sembrare quasi Darth Vader)

e ancora Faieta sul «Complotto Eni, chiuse le indagini sui manager», concludendo con Signorelli sul «dominio della videosorveglianza» nelle smart city («Città pericolosamente intelligenti», le chiama l’occhiello). 

Una curiosa intervista “classica” (con le domande in neretto) di Insolia allo scrittore Bernardo Zannoni sulla sua brillante «autobiografia di una faina» I miei stupidi intenti,

la sempre brillante Federica Cacciola alias Martina dell’Ombra indignata per «essere sempre così indignata» e infine Giammei sui maschi che «hanno affidato a voci di donna i sentimenti indicibili». 

In ultima pagina, il promo con codice QR delle newsletter dedicato a “Mafie”. 

Al centro del giornale il 25° DopoDomani cartaceo (dei 32 finora realizzati, anche se dopo i primi esperimenti... saltuariamente periodici sotto la testata si dice “Numero 28”), con copertina disegnata da Mario Sughi in arte nerosunero, dedicato a «quel periodo dell’anno in cui siamo tutti ossessionati da pranzi, cene e apertivi natalizi», avvertendo: «Ma c’è un altro modo di vivere il cibo». 

All’interno articoli e rispettive ricetti dello storico gastronomico Luca Cesari, il «not a chef» Lorenzo Biagiarelli (il pezzo volutamente più leggero), il misterioso critico gastronomico Valerio Massimo Visintin sui brutti voti agli chef, Panié (sia nella firma che nella scheda scritto con l’accento grave anziché acuto...) dell’associazione Terra!, Ferlan, Cheryl Chow (con bella illustrazione di Wendy Wong) sul cibo asiatico e il razzismo in un testo tratto dall’inglese Pit Magazine che Biagiarelli aveva segnalato a maggio, il designer Luigi Farrauto, più un nuovo lodevole tentativo di Sonia Ricci di far luce sul MeToo taciuto da chef e critici, nonché ancora Ferlan sulla «lingua universale del nostro bere comune», il gastronomo Andrea Amadei su «Dieci bottiglie per aiutarvi a superare la prova cenone», concludendo con il «perito chimico con passato da pasticcera» Sofia Albani (una star su Instagram) sul «falso mito romantico del “meglio fatto in casa”» comprensivo di 4 ricette.

In giornata, altri spunti e nostre segnalazioni.

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