sabato 8 ottobre 2022

Ed ecco un “DopoDomani” sulla storia «finita» del PD

Si parte con un editoriale di Giro sulla pace (e il nucleare) che «non si può lasciare solo ai politici», un’apertura del diretòr su Meloni e Macron che «litigano ma sono condannati a lavorare insieme» e una fotonotizia (bordata in rosso) di Preziosi sul PD «incalzato dalla piazza disarmista di Conte», richiami in calce a Tizian, Azzollini e Romani, manchette con codice QR e opportuno promo del nuovo DopoDomani da oggi in edicola (in ultima pagina quello con QR code dello Scenari da ieri disponibile per una settimana). 

All’interno “Forse non tutti sanno che” e De Benedetti sul vertice a Praga da cui esce «una UE più divisa» proseguono i Fatti, poi con Preziosi sul Conte pacifista che insidia il PD e Ricciardi sull’ex di Forza Nuova che lancia un suo movimento a un anno dall’asslato alla Cgil, Tizian «Appalti, favori e minacce» nella Basilicata Fd’I di Bardi e Ricci sul Rosatellum che ancora non dà eletti precisi (speriamo viatico al sospirato cambio di leggere elettorale), un punto di De Luca su cosa sappiamo del sabotaggio del Nord Stream, Meletti sull’immediata ritorsione di Putin contro il Nobel a Memorial, La Giornata in 7 news e Holgado sul processo neozelandese gemello dei “diavoli” modenesi, concludendo con Penati su «Come passare dall’inflazione alla crisi finanziaria». 

5 lettere (senza risposte) con Rizzolli sulla controversa proposta del ministero della natalità («una buona idea ma non deve finire a Salvini») avviano le Analisi, poi con Novelli sui «nuovi territori che il PD deve presidiare se vuole recuperare voti» (con foto di Prodi per l’Unione nel 2005, data preistoricamente vergognosa dell’ultima consultazione della base), Azzollini sul diritto d’accoglienza dei russi che fuggono dall’esercito di Putin e Balassone sulla crisi di Facebook per colpa «interamente sua», Ferrero da Alba (CN) sulla «debolezza dei campioni che non si ritirano mai», la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni e infine una nuova puntata della grande inchiesta di Roghi sulle droghe in Italia, con trafiletto per raccogliere altre storie e pareri. 

Giurato da Milano su La fiera dell’autenticità «grande contraddizione del nostro tempo» inizia le Idee,

accanto a Lella Mazzoli che presenta il Festival del Giornalismo Culturale aperto ieri a Urbino

e poi con il ritorno della grecista Silvia Romani sul mito che «ci costringe a capire il nostro posto nel mondo». 

Allegato a richiesta, il 37° DopoDomani cartaceo e digitale (dei 44 finora realizzati, anche se dopo i primi esperimenti saltuari sotto la testata si legge “Speciale 40”... peraltro lo stesso del precedente, dedicato al recente Romafestival: e tutte queste numerazioni ormai hanno abbondantemente superato il ridicolo...) raccoglie — nella formula dei primissimi numeri quasi senza articoli inediti, con qualche nuova titolazione e cartina ad hoc — gli articoli già pubblicati sul tema dello scioglimento o meno del PD, con richiami a Pasquino, Preziosi, Braga & Cotugno e un editoriale inedito del diretòr.

All’interno si comincia con la bella infografica dei voti di sinistra e centro sinistra (scritto curiosamente staccato e senza trattino...) nell’Italia repubblicana e via via articoli di Pasquino (con trafiletto sul dibattito), le cartine del voto italiano dal 1987, la storia di Damilano di «un partito rimasto sempre soltanto ipotetico», le mappe di Teoldi del voto a Roma, Milano e Napoli, “Il dibattito interno su crisi e scioglimento” con le due colonne graficamente omogenee a quelle del “Forse non tutti sanno che” accanto a Imberti sul caso Modena, poi pezzi di Vassallo & Vignati, Marino, l’intervista “classica” (con domande in neretto) di Preziosi ad Antonio Floridia, ancora Preziosi sulla «vera storia della rottura» con il M5s e la mappa italiana del voto ai Cinque Stelle, Braga & Cotugno e infine Romanelli con la mappa italiana dell’affluenza. 

In ultima pagina, il promo con QR code del supplemento Politica.

Lungo la giornata, altri spunti e segnalazioni.

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