sabato 25 marzo 2023

10° “Cibo”, ma molti si divorano tra loro

Richiami in taglio alto a Holgado, Azzollini e Cornia, editoriale di Graziano su «Russia e Cina nella metasatasi del disordine mondiale» e apertura di Faggionato sul crollo di Deutsche Bank, con fotonotizia (rossobordata) di De Benedetti sulla Francia in rivolta e la manchette di QR code aggiornamenti e il promo di Finzioni

All’interno La Giornata prosegue i Fatti con le 2 mezze pagine esterne “Italia” e “Mondo” (e sottotestatina centrata tra le due colonne, con il dannato filetto fra quelle di sinistra rimasto di nuovo...) inframezzate da Iannaccone sul PNRR e Grieco dal Vaticano sul Papa, poi con De Benedetti sul mesto ritorno di Meloni dal Consiglio europeo (anche se il titolista la fa legittimamente arrabbiare scrivendo «Consiglio UE») e Pellegrino su Schlein con l’etica pubblica, un’intervista “classica” (con le domande in neretto) — ancora di De Benedetti con il suo nome completo nonostante sua nella pagina immediatametne a fronte di quello con l’altro suo articolo — alla leader della sinistra europea Manon Aubry

e Ungaro sul sindacato in Italia, Holgado sul governo con la tortura e un trafiletto di Redazione sull’interrogazione dopo la prima pagina di ieri, chiudendo con Merlo sulla terza mancata estradizione del no global Vincenzo Vecchi e Assael in risposta alla gaffe antigiudaica di Mancuso a il venerdì di Repubblica. 4 lettere (senza risposta) e Roberto Albini di Eni risponde all’editoriale del diretòr che controreplica duramente (e ormai fa effetto quando non ci s’insulta ma si discute...), poi Azzollini ragiona sul tutelare i minori nati da GPA e il giurista Antonio Vallini sugli «strani tentennamenti del governo su genocidi e crimini contro l’umanità», Cocco sull’allontanarsi delle economie di Cina e USA,

per finire con Novelli su Meloni e Schlein «diverse anche quando si occupano di politica pop». 

Un pezzo satirico (con tanto di “Attenzione!” nell’occhiello) di Cornia sulle IA apre le Idee, accanto a Balassone che le considera sopravvalutate (ma «Presto sarà l’opposto»), poi con la sceneggiatrice Camilla Paternò sull’attore Morr Ndiaje (nel cast di Disco boy, film italiano in concorso a Berlino) e “Faccio cose, vedo gente” di Annalia Venezia da Milano, con in conclusione un testo di Valter Malosti, regista del Lazarus italiano di David Bowie. 

Allegato a richiesta per un mese da oggi a 2,50 euro (con copertina e illustrazioni di Chiara Lanzieri e richiami in prima a Venco, Sala, Grandi), è disponibile il 10° supplemento Cibo (indicato «Anno II n.3») da 20 pagine curato ormai da Di Giuseppe & Tornielli (che hanno sostituito Sonia Ricci) a tema «Fast food forever». 

All’interno articoli tutti inediti (ognuno con brevi trafiletti biografici degli autori), con un’apertura avviata in prima di Cotugno (con 2 consigli di lettura), seguìto dal sommario a sinistra e la scheda biografica dell’illustratrice (che firma come sempre 8 disegni più la cover e l’autoritratto, a cui si aggiungono i 3 di Campagna, sempre senza biografia), Azzollini, Ellwood, Francesco Buscemi da Milano, Isabella De Silvestro, Cancio e Venco da Milano, Andrea Strafile, Lorenzo Santucci (già ieri in anteprima su Domani), Ilaria Maria Sala da Hong Kong, Russo da Firenze, Niola, quindi le rubriche “Nel carrello” di Fabio Ciconte, “Vino sul divano” di Cossater, Grandi e ancora Azzollini sulla crociata del ministro Lollobrigida, Di Giuseppe, Ferlan e “C’è del fumo in cucina” di Grandi. Confermate la sparizione (speriamo non definitiva) della brillante pagina “Ius cibi” sui cibi etnici con segnalazioni dall’Italia e la rubrica “Non è più il pane di una volta” di Montagnoli... ma come sempre nell’editoria italiana, mai dire mai. 

Lungo la giornata, altri spunti e segnalazioni.

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