venerdì 5 giugno 2020

Un po’ dell’ambiente di Domani è già qui

Stefano Feltri è tornato da Chicago il 3 giugno ed è a Roma «in quarantena domestica, come prevede la legge, ma solo su base volontaria, non ci sono controlli di alcun genere» al lavoro per «fare un giornale che interessi davvero ai lettori, con informazione di qualità e con le risorse per produrla». Tutta da leggere la sua newsletter di ieri, utile anche ai giornalisti freelance: «Invece che spedirmi soltanto il vostro curriculum, mandatemi tre cose buone che avete fatto e tre idee da sviluppare». 

E anzi, per chi ce lo chiede: non abbiamo nulla a che fare con Domani, siamo solo curiosi di seguirne la nascita in diretta come mai avvenuto nel panorama nazionale. Per proposte di collaborazioni, basta iscriversi alla newsletter e/o scrivere a questo indirizzo e-mail... oltre al fatto che ci era sfuggita ma cè anche una pagina su Linkedin.

Oggi, in questa Giornata dell’Ambiente il direttore ha rilanciato e affrontato di petto il tema, scrivendo esplicitamente che «Anche i giornali, con parecchio ritardo rispetto ai loro lettori, si sono accorti che il tema del cambiamento climatico non può più essere trattato come la curiosa ossessione di qualche minoranza» e affermando che «l’ambiente sarà una delle nostre priorità nella scelta delle notizie, nelle inchieste, nelle analisi». Una dichiarazione d’intenti di peso: aggiungendo che «l’ambiente sarà uno dei quattro grandi temi di inchiesta ai quali ci dedicheremo nel prossimo anno: giornalisti e lettori faranno le loro proposte sulle questioni da affrontare, i Donatori potranno finanziare le inchieste sul tema (per ogni euro raccolto, il giornale ne aggiunge un altro) e gli abbonati sceglieranno quali progetti verranno realizzati».
Nel frattempo, in una risposta su Twitter che gli chiedeva se Domani scriverà anche di cultura, Feltri ha risposto: «Certo, ma in modo diverso. Niente pezzi sulle conferenze stampa, niente mini-recensioni, poche cose ma molto buone e con firme interessanti (presto qualcuna la annunciamo)».

Le premesse sono buone: vedremo gli sviluppi e il coinvolgimento di lettori e collaboratori nei mesi prima dell’esordio di questo primo giornale italiano «che nasce digitale con la carta e non cartaceo con il digitale», come dichiarato dall’editore.

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