giovedì 24 settembre 2020

Dieci piccoli giornali (per iniziare bene)

Mentre il nostro umile blog ha da pochi giorni superato i cento post in 4 mesi, quest’oggi ricorre la prima decade (che vuol dire 10 giorni, non 10 anni come scrivono in troppi) dall’esordio cartaceo e pienamente web di Domani, il quotidiano italiano “digital first” che affronta anche il mare periglioso delle edicole (per «un tocco di nobiltà», per essere presente nel dibattito politico ed esser compreso nelle rassegne stampa).

Oggi per il secondo giorno consecutivo l’editoriale è firmato dal diretòr accanto a un articolo sui migranti, ieri dell’alto commissario ONU per i riugiati e oggi di Giulia Merlo, sulla triste vicenda del cambiare le sciagurate norme italiane sull’immigrazione soltanto dopo le elezioni: almeno ora ci siamo.

All’interno i Fatti partono con un altro risveglio alla realtà, quello dell’Ilva di Taranto con Giovanna Faggionato, accanto al prossimo decreto Terra Mia con regole più severe per i reati ambientali indagato da Alberto Ballarini e la prevista protesta con lo sciopero della scuola analizzata da Preziosi, mentre ancora Merlo approfondisce i criteri generali del Recovery Fund dal ministero della giustizia italiano. Nella successiva pagina delle brevine torna la testatina La Giornata e di spalla Francesca De Benedetti racconta come in realtà «L’UE non azzera Dublino». Poi è D.M. Luca che racconta il «leader per caso» Crimi che «finirà per essere il capro espiatorio» e ancora Ballarini cerca di orientarci nei nuovi e vecchi bonus del decreto agosto. Di Giuseppe allarga lo sguardo alla temuta «seconda ondata» del coronavirus in Europa, mentre Pippo Russo e Fittipaldi tornano (loro malgrado) a parlare di calcio, provando a dipanare l’affare Suárez «tra esami fasulli e tasse tagliate».

Le classiche 5 lettere (2 con risposta, con il primo politico a scrivere: il deputato Claudio Pedrazzini, legato a Toti, e la prima risposta non del diretòr: Odifreddi dopo l’articolo su Porta Pia) aprono le Analisi, con un altro brillante Campagna

e il commento post-voto di Pasquino. Poi torna Ramella sul «dilemma climatico degli incendi: danni oggi o catastrofi domani?» e Ricciardi sulla Cina che punta a zero emissioni nette di CO2 nel 2060, seguita da un bella riflessione dell’apprezzata giudice e scrittrice Paola Di Nicola Travaglini, su cui consigliamo un bel quarto d’ora negli archivi del web:

e la prospettiva di Joe Biden di fronte a disuguaglianze e speculazioni a Wall Street vista dall’esperto Seminerio. Poi un articolo di Cristina Duranti sulla «maledizione del cobalto» ad affiancare l’inchiesta di Attanasio.

Quindi spazio alla sezione Idee, con l’editor della cultura Beppe Cottafavi che torna sul «tiro mancino di Suárez» per ricordarci che «viviamo un eterno cinepanettone» e lo scrittore R.A. Ventura che segnala l’indagine del MeFu sulla condizione dei fumettisti in Italia (in realtà raccogliendo dati per circa un quinto degli autori in attività, anche se pare sufficientemente rappresentativi per indicare una tendenza). A chiudere due altri articoli interessanti: uno autobiografico di Manuel Agnelli con una grande illustrazione di Davide Toffolo e uno del grecista Giulio Guidorizzi che racconta quanto esposto nel suo recente saggio per il Mulino Sofocle. L’abisso di Edipo sul «punto di riferimento per pensatori come Aristotele e Freud», come lo definisce la didascalia... purtroppo viziato dal primo inciampo (anche se la vera primogenitura spetta a Campagna):

Anche oggi la giornata sul web ha riservato commenti meritevoli di segnalazione:

sempre con il nostro immancabile contributo: e una novità: il primo podcast, da sponsorizzare un po’ come le inchieste (ma ce ne sarà anche un altro, in 4 puntate, sul travaglio delle adozioni internazionali): In serata il diretòr torna in collegamento dalla redazione con Otto e mezzo seguito da Carlo De Benedetti (che ha rivelato che di Domani è «molto contento, va al di là delle mie previsioni») nel successivo Piazza pulita:

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