giovedì 15 ottobre 2020

Il primo mese, con i primi grafici in prima (purtroppo)

Editoriale del diretòr di spalla, ma soprattutto apertura (anche lei obbligata, sui contagi) del data editor Teoldi (su cui vi ricordiamo il nostro piccolo post-omaggio) con l’esordio in prima non di una foto, una vignetta o un’illustrazione ma di un grafico, anzi tre. In alto, manchette ancora per il Fai. 

All’interno i Fatti cominciano come ormai assodato da La Giornata, accanto a Francesca De Benedetti sul coprifuoco francese e di fronte agli anziani nelle Rsa raccontati da un inconsueto (a parte appunto l’età) Mario Giro con Franco Bruni sulle riforme e i fondi del Mes in particolare nella Lombardia. A seguire si rimane nella “locomotiva d’Italia” dove vive il 16% dei 60 milioni d’italiani, con Tizian che smonta le risposte del presidente Fontana a Domani (che come fastidiosamente d’uso sui quotidiani non viene scritto in corsivo ma semplicemente con la maiuscola, abitudine che troviamo insopportabile ma tant’è). A seguire un’altra “prima volta”: sono saltati gli autori, anzi le autrici del pezzo sul governo (naturalmente riportate sul sito: Preziosi & Di Giuseppe), al contrario del taglio basso di Ricciardi sull’Inps che rivuole oltre centomila euro di pensione da quattro ex operai esposti per anni all’amianto (una vicenda deprimente sotto tutti i punti di vista). Poi Faieta sul processo Eni e Ballarini sull’acqua pubblica “dimenticata” dal M5s... e un’ulteriore “prima volta” per Domani: una pubblicità giudiziaria (altrimenti detta legale) sotto forma di un Avviso al pubblico sul Metanodotto della Snam tra Anzano di Puglia e Flumeri. Altre due vicende incredibili per ambiti e forme diverse chiudono la sezione: lo stridente conflitto d’interesse di Padoan (che da ministro ha nazionalizzato Mps, poi è stato eletto deputato promettendo che sarebbe rinata e ora la fonderà con Unicredit, di cui diventa concorrente conoscendo i segreti dei concorrenti: se ne occupano Faggionato sulla vicenda e Meletti sull’imbarazzo del PD) e alcuni richiedenti asilo trasferiti di notte da centri di accoglienza pugliesi a navi in alto mare senza assistenza medica (se ne occupa all’esordio Gaetano De Monte, con Ricciardi sull’interrogazione parlamentare).

Le Analisi si aprono con De Luca sul futuro di Salvini «diviso tra Pera e Montesano» e Noury di Amnesty sulla riforma dei decreti sicurezza («è un bicchiere mezzo vuoto»), poi 5 lettere (fra cui una «lettera firmata» sul diretòr a Otto e mezzo con l’indicazione del font rimasta visibile anziché operativa e un’altra con risposta, di Daniele Martini), la vignetta di Campagna

e un commento di Martini sul famigerato Ponte sullo Stretto. Quindi Mattia Diletti sulle elezioni USA e l’economista Laura Pennacchi sulla sinistra che «ha un problema con lo stato nell’economia», e infine un’ìntera pagina sulla Polonia che «prova la strada verde» e chiude le miniere di carbone.

Le Idee vedono l’esordio del «curatore» (descrizione ridicola a sé stante, probabilmente voluta dallo stesso critico d’arte) Demetrio Paparoni con una paginata sul «metodo Sgarbi» di «usare la politica per piegare l’arte ai suoi desideri» (purtroppo deturpato da un’orrenda foto perché realistica del cosiddetto onorevole), si concedono (amaramente, ci tocca dire) il volo pindarico di Fabio Vassallo (anche lui definito «autore» e basta, che fa appunto un po’ ridere) su un semiserio «Manuale per la Seconda Ondata» e chiudono con il filosofo Eugenio Mazzarella e Maura Gancitano su filosofia e nuovi modelli di sviluppo.

Vorremmo festeggiare questo primo mese di Domani cartaceo (che seguiamo con voi da 4 mesi prima, diciamo quasi fin dal concepimento) con un alcune chicche raccolte in queste settimane, ma è un momento ingolfato di lavoro vero (vale a dire, pagato)... e quindi anche oggi ci limitiamo a segnalare alcune curiosità intercettate durante il giorno:
in particolare un altro errore sul cartaceo, una novità sul sito e una succosissima intervista del diretòr

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