giovedì 11 febbraio 2021

Cosa resta dei carismi (con un po’ di transizioni)

Torna in apertura di prima dallo scorso 9 gennaio Faggionato, sul (giusto) timore del presidente incaricato non per i partiti ma per il rischio della crisi sociale, con la foto di Landini della Cgil per la richiesta di prolungare il blocco dei licenziamenti e l’editoriale che torna in taglio basso dai tempi della fotonotizia sul giuramento di Biden-Harris una ventina di giorni fa firmato dal caporedatòr Ferraresi sul dibattito sulla svolta di Salvini che ignora Mattarella...

All’interno Di Giuseppe apre i Fatti sul furbo disinnesco del voto M5s nella piattaforma Roussaeu (siglando «L. Di.» un trafiletto sul suo omonimo «pupillo di Dibba» organizzatore di un #VDay via Zoom), poi Martini aggiorna l’ennesimo spreco del Recovery fund sulla ferrovia Civitavecchia-Capranica «che nessuno usa da 60 anni» e torna il presidente Rossini delle Acli sul «tagliando per il Reddito di cittadinanza» approfittandone per «cambiare il mercato del lavoro» in Italia. Quindi il vicedirettò Fittipaldi piazza un’altra inchiesta delle sue, con quasi due pagine sul vero retroterra del crollo del secondo governo Conte: «Litigi, ritardi e misteri» del professore inesperto in politica, con trafiletto di Redazione che ricorda anche le critiche di Bankitalia e Corte dei conti più una colonna con l’esordio dell’«epidemiologo ambientale» Fabrizio Bianchi sulle bonifiche rimaste fuori dal Recovery. Soltanto a questo punto arriva La Giornata in 7 news e il commento di Mario Giro sulle macerie della guerra in Siria, sotto le cui macerie «potrebbe rinascere l’Isis» (Dio ce ne scampi). Dellabella s’incarica poi di raccogliere gli allarmi per le contraffazioni del vaccino 

e De Benedetti conclude con il debole mea culpa di von der Leyen che ha subito rivelato la Lega “europeista” quella di sempre. 5 lettere (senza risposte) e il parere dello storico Susini sulla politica polacca che «vuole riscrivere la storia della Shoah» danno inizio alle Analisi, dove Grieco si occupa della decisione sul monastero di Bose («esprime la linea di Francesco sui rischi dei carismi») e Francesco Giubilei di Nazione Futura replica a Tarchi per l’articolo di ieri scettico sulla leadership di Giorgia Meloni, quindi Maccaferri festeggia il compleanno trattando anche lei di un libro sui cento anni dalla scissione di Livorno: seguita da Cotroneo sulla perdita della catarsi di Rio de Janeiro, senza Carnevale per la peggior gestione della pandemia al mondo, e da una nuova doppia pagina di Bolzoni sulla «Sicilia che cambia e quella che non cambia mai» con l’illustrazione di Campagna usata all’avvio del nuovo blog Mafie sulla storia del giornalista Mario Francese ucciso nel 1979, più un trafiletto del diretòr sulla (temporanea) sospensione di distribuzione di Domani in Sicilia e Sardegna:

per chiudere la sezione con una brillante colonna di Pilotti sul DopoDomani anche cartaceo in uscita domenica 14 giusto per San Valentino. 

Ancora due articoli in due pagine per le Idee, con un approfondimento più interessante che lugubre di Lamberti a colloquio con il tanatologo Davide Sisto sulla disabitudine alla morte

e una nuova riflessione di Coppola sulla scuola: per rivoluzionarla, Draghi ascolti gli studenti

Infine, l’ultima pagina svela la copertina di DopoDomani, firmata da Nerosunero alias Mario Sughi, il figlio cesenate del celebre pittore Alberto che vive e lavora a Dublino.

Lungo la giornata, non mancano spunti interessanti, oltre a un paio di comunicazioni ufficiali: nonché il debutto di Domani su Clubhouse:

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