venerdì 12 febbraio 2021

Euroscettici in via di estinzione

Dallo scorso 4 gennaio Di Giuseppe torna a firmare l’apertura, sulla consultazione online del M5s in cui «si consuma la spaccatura definitiva», e dopo meno una settimana l’editoriale (come ieri in taglio basso, dopo diverso tempo) di Ignazi sugli iscritti che comunque «hanno il diritto di esprimersi» (sembra incredibile, ma evidentemente occorre ribadirlo). Sapiente foto di un Di Maio in parlamento a seguire un discorso, che sembra stanco e quasi in preghiera. 

All’interno i Fatti partono con La Giornata in 7 brevine e Merlo sulla strategia di comunicazione di Draghi (da noi particolarmente apprezzata, per quel che vale), Preziosi sulla resa dei conti renziana nel PD e Faggionato sul metro europeo per valutare il Recovery (che come ha svelato ieri il vicedirettò Fittipaldi, ha avuto un peso determinante per il cambio di governo), Cotugno sul nuovo ministero della transizione ecologica e Trocchia sul suo averlo il M5s già proposto e ritirato da oltre un anno, ancora Trocchia sulla guerra tra magistrati e l’intervento della senatrice PD Valeria Fedeli sulla governance Rai in risposta all’articolo di Balassone, concludendo con De Luca che traccia in ben due pagine il profilo di Gianluigi Paragone, ultimo degli euroscettici («diventati una specie in via d’estinzione»). 

5 lettere (senza risposte) e un sintesi del diretòr su «Cosa abbiamo imparato dagli errori nella gestione del Recovery plan» aprono le Analisi, con un interessante articolo di Da Rold sulle visioni di Monti e Draghi nate «in due scuole divergenti dei gesuiti» (argomento che come sempre quasi nessuno ha toccato e Domani invece approfondisce)

e dopo ieri Pilotti anche Fabio Vassallo si diverte a presentare il doppio abbonamento di Domani in promozione al prezzo di uno per San Valentino e il nuovo DopoDomani pure cartaceo (pubblicizzato in ultima pagina come ieri). Quindi dopo quasi un mese torna Cuperlo per un ragionamento sull’eterna ricerca del “principe nuovo” «da Machiavelli a Draghi», sopra la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni, seguito da un altro gran pezzo di Deaglio sull’impeachment «puntata finale e più spaventosa nel reality di Trump», per chiudere con un nuovo aggiornamento di De Benedetti sul governo polacco che imita Orbán e un estratto su «Quanto fruttano i complotti di Facebook» dalla newsletter Big di Matt Stoller.

Ad aprire la sezione Idee torna anche Fabio Guarnaccia già dopo una settimana con la secca constatazione di come «Né Mediaset, né Rai, né Sky. Certe cose le fa solo Netflix», seguita da un estratto di trascrizione di Rielli dal suo podcast n.17 in una splendida intervista “vera” (con le domande in neretto) allo scrittore Domenico Starnone sulle «false promesse del successo» nell’èra dell’«eccezionalità di massa».

E dopo la segnalazione di DopoDomani in ultima pagina che, a parte la manchette in prima, anche oggi marca un Domani senza pubblicità, oltre a due gustosi divertissement di Campagna su Instagram qui e qui, notiamo sull’account ufficiale di Domani un curioso post su “Come è cambiato nel tempo il modo di conoscersi delle coppie”. Lungo la giornata, arrivano poi altri spunti dal web: come sempre anche con il nostro contributo: e con i giornalisti di Domani sempre in prima linea (qui la puntata integrale di Tagadà su la7): prima che la dichiarazione dei ministri di Draghi scateni commenti a raffica:

Nessun commento:

Posta un commento