giovedì 4 marzo 2021

Tra commissari e dimissionari, con il virus che corre

Nuovo editoriale in taglio alto di Ignazi sui disastri della scuola (una vergogna da qualunque parte la si guardi), che pure con Draghi «paga sempre il conto più salato», e apertura di Faieta sul processo sparito al neo ministro Garavaglia (e davvero non si sa più in che modo mettersi le mani nei capelli...), ripreso in una foto in cui sembra chiedersi lui per prima cosa diamine sta succedendo. Manchette ancora sostituita dal promo del seguitissimo podcast di Carofiglio padre e figlia giunto alla terza puntata

All’interno i Fatti iniziano come d’abitudine con La Giornata in 7 news e il punto di De Luca sul virus e le scuole in Italia, poi un colloquio di Cotugno con Rossella Muroni l’ex presidente di Legambiente che ha lasciato LeU per passare al Gruppo misto della Camera e dar vita a una nuova componente Verde, e a seguire Mario Giro lancia un appello per la fine della guerra in Tigray (che per tutto l’articolo viene poi scritto Tigrai), Trocchia approfondisce la truffa sulle mascherine e gli incontri con Arcuri, Preziosi racconta «l’esplosione del PD» (di fatto prefigurando le dimissioni in giornata di Zingaretti) e nella pagina accanto i candidati per le elezioni al comune di Roma, l’avvocato Anselmo ragiona sull’orrore del sessismo social contro la famiglia Cucchi (che conosce bene, essendo il compagno di Ilaria: ma ovviamente non è questo il punto), quindi un’inusuale collocazione al giovedì (per la prima volta) di un’inchiesta “partecipata” votata dagli abbonati e finanziata anche dai lettori con Stefano Valentino sulla corsa ai vaccini dove «Il profitto vince sulla salute» (con due trafiletti non firmati sull’Italia, per il virus nel 2021 e il vaccino nostrano in autunno), per chiudere la sezione con De Benedetti su Orbán che esce dal PPE

e Faggionato su Caltagirone che sale in Mediobanca puntando alle Generali

Stavolta le Analisi si aprono sulla destra con il ritorno dopo quasi un mese di Messetti sulla Cina, dove «è tempo di bilanci»,

a cui seguono 5 lettere (senza risposte) e il commento di Grandi sulla Costituzione che «mette un limite agli affari spregiudicati di Renzi», poi l’implacabile Azzollini sul primo Dpcm di Draghi «in linea con Conte sarà almeno più trasparente sui dati?» e il ritorno anche della nostra amata Mara Morini sulla parabola autoritaria di Zelensky, «il “volto buono” del populismo ucraino» prima di chiudere con Bolzoni che racconta l’incredibile storia di Petra Reski, tedesca residente da trent’anni a Venezia e ormai divenuta romanziera fantasy (peraltro con un personaggio di nome Serena Vitale: a Domani si trovano omonimie perfino nella fiction!) per evitare carte bollate e minacce in patria per i suoi apprezzati servizi giornalistici su mafia e ’ndrangheta. Raro articolo unico da due pagine per la sezione Idee, un’appassionata intervista di Bazzi a Michele Bravi (ritratto da Costantini), prima di duettare con Arisa stasera al Festival di Sanremo (genialmente seguito da Domani con tweet di Coppola e vignette di Campagna) in Quando di Pino Daniele nella serata delle cover.

In giornata, oltre alla pressoché obbligatoria rubrica “Ieri” su Instagram però nelle Storie

altri spunti interessanti:

sempre compresi i nostri: In serata il diretòr torna allo Spazio Transnazionale su Radio Radicale (qui la puntata integrale)

e poi a Otto e mezzo su la7 (qui la puntata integrale): 




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