venerdì 28 maggio 2021

Nomine e trattative, valori e pregiudizi

Giusto un anno fa, Carlo De Benedetti mostrava per la prima volta in assoluto a Piazza pulita su la7 il logo della sua nuova testata Domani, annunciando che dopo la fase di startup nei primissimi anni il giornale passerà a una fondazione... e noi lo documentammo sul nostro neonato blog in questo post.

Oggi secondo editoriale di RAV alias Ventura su Domani (dopo il primo dello scorso lunedì 10 maggio) sul «mondo che cade a pezzi» e apertura di Faggionato sul «rischio del piano Colao», con il ministro ripreso alla Camera e in manchette il solito promo sul «giornale in digitale dalla sera prima». 

All’interno La Giornata in 7 news e Gonnelli ancora sul blocco dei licenziamenti, poi De Luca sulle «Quattro domande ancora senza risposta sul disastro della funivia a Stresa» (con il refuso «gestice» nel sommarietto) accanto a Cuperlo sulla politica che «deve intervenire per impedire altre tragedie», poi Tornago da Verona sull’ex commissario dell’ospedale contaminato oggi a capo della scuola di formazione e un nuovo articoletto di metà colonna senza firma accanto alla mezza pagina pubblicitaria verticale sul nuovo partito Coraggio Italia. Quindi Di Giuseppe con un’intervista “vera” (con le domande in neretto) – che d’ora in poi chiameremo “classica”, perché anche le altre lo sono e avremmo dovuto pensarci prima! – alla “francescana” Barbara Lezzi espulsa dal M5s e l’esordio di Laura Maragnani sulla promozione da parte del ministro Di Maio dell’ambasciatore legato al faccendiere Lavitola, ancora Faggionato su «Quanto (poco) cambia in FS con le nomine di Draghi» e Ricciardi sulla svolta a U di Manfredi ora candidato sindaco di Napoli, per concludere con l’inossidabile Merlo sugli avvocati anche loro «nel caos per colpa dei troppi mandati». 

5 lettere (senza risposte) e il ritorno di Urbinati sul PD che «fa bene a marcare le differenze con la politica di centrodestra di Draghi» aprono le Analisi, con Presbitero sui limiti delle proposta di Letta («Servono investimenti su crescita e istruzione, non doti ai giovani per raggranellare i loro voti»)

e l’intervento dello storico Marco Impagliazzo (oltre che docente universitario e presidente della Comunità di Sant’Egidio, ma sul cartaceo non è indicato) sullo ius culturae («È stata la scuola a renderci italiani, non la famiglia»),

poi Da Rold sull’Italia che deve recuperare un ruolo nella trattativa sul nucleare iraniano e, dopo la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni, Giro sul nuovo golpe dell’esercito in Mali («a soli nove mesi dall’ultimo»), chiudendo la sezione con «Qualche suggerimento per riformare il peggiore sistema tv dell’Occidente» da Balassone. 

Carelli sul “Divin Codino” reale e televisivo dà il via alle Idee,

con Ardeni oltre le celebrazioni di Dylan sulla «generazione che ha rinunciato a valori e poeti», Sinisi su «L’autopornografia del dolore di Carràre» riguardo a Yoga citata anche da Radio 3 e un sempre sorprendente Walter Siti (anche se lo si capisce dal sito, perché nel cartaceo come quasi un mese fa il nome dell’autore è “saltato”: probabilmente il sistema editoriale non consente di verificare del tutto gli impaginati prima dell’invio delle pagine... il che speriamo venga presto risolto) in difesa delle brutte parole: «Vietarle conferma i pregiudizi». In giornata, oltre alla rubrica “Lettere dalla Community”, e all’invito di Merlo a proporre nuove inchieste, nonché la prevista diretta con il diretòr (tutto su Instagram), altri spunti: compresi i nostri:

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