martedì 17 agosto 2021

L’obbligo morale di Europa e Italia: «Accogliamoli tutti»

Dopo la pausa dei quotidiani (Domani compreso, che come sempre non l’ha segnalato come fa perfino Il Foglio), per Ferragosto, torna un editoriale di Urbinati, su «L’illusione di esportare la democrazia con la guerra», accanto alla potente apertura del diretòr sull’obbligo morale di accogliere tutti gli afghani, con il primo titolo di Domani tutto in maiuscolo e un’illustrazione di Nardi (che mancava in prima dall’8 marzo). In manchette, il fidato promo con QR code del «giornale in digitale dalla sera prima». 

L’apertura titolata «Accogliamoli tutti» inizia così: «Il governo canadese ha già una pagina online per raccogliere la disponibilità di tutti quelli che si vogliono mettere a disposizione per accogliere i profughi afghani in fuga dopo il ritorno al potere dei talebani. Mentre si prepara a elezioni anticipate, annunciate in questi giorni, il premier Justin Trudeau annuncia che il Canada accoglierà 20.000 rifugiati».

Il diretòr continua dicendo: «Anche la Scozia guidata da Nicola Sturgeon, che si vuole mostrare portabandiera di ideali europeisti rinnegati dal resto della Gran Bretagna con la Brexit, promette accoglienza ad altri 20.000 rifugiati. Perfino la piccola e fragile Albania di Edi Rama, su richiesta degli Stati Uniti, ha accordato a fare la sua parte come “paese di transito” per gli afghani in fuga dai talebani e diretti in America. Dal governo italiano, con una dichiarazione del premier Draghi, al momento, arrivano impegni ancora vaghi “a proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione” e a “una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne”».

Il resto dell’articolo prosegue qui.

All’interno scopriamo altre 6 pagine di Fatti tutte sul tema dell’Afghanistan, mai così tante e così in blocco di fatto, metà giornale: dopo le 7 brevine per La Giornata, De Benedetti riassume la «strategia del disimpegno» che Biden «predica da dieci anni» e Da Rold prova a tracciare «il precario assetto del potere», Bressan ragiona sui «limiti politici dell’iniziativa americana» e Cocco spiega l’alleanza della Cina con i Talebani (che improvvisamente da oggi diventano sempre in maiuscolo, in barba al “manuale Ferraresi”...) «ispirata al modello iracheno», Giro approfondisce i nuovi «Nazionalisti ma non jihadisti», poi Giurato incontra l’esperto di diritto musulmano Massimo Papa in un’intervista “classica” (con domande in neretto),

Faggionato ritrae impietosamente (ma correttamente) la reazione di Macron e ancora De Benedetti riassume la reazione europea «in ordine sparso» (ma guarda!). 

5 lettere (senza risposte) e Serughetti sull’ammettere l’incertezza dei vaccini che «può ricomporre la fiducia degli scettici» aprono le Analisi, con Bruni sui 50 anni a Ferragosto dal cosiddetto “Nixon shock” che interruppe la convertibilità del dollaro in oro e la fine dei cambi fissi, la caparbia Azzollini sull’eterna ovvietà delle conventicole legislative italiane («Per evitare le note illustrative alle leggi basterebbe scriverle in modo comprensibile per tutti») – con la solita foto dei banchi vuoti del parlamento, probabilmente la più “riciclata” in questo primo anno di Domani – e Russo sull’Uefa di Ćeferin che ha abbandonato il fair play finanziario (anche qui, scritto stranamente con le maiuscole), La Settimana della Scienza curata da Bignami e illustrata da Campagna,

il punto di vista dell’avvocato Giovanna Corrias Lucente sulle liti temerarie («era meglio il vecchio codice Rocco») per concludere, dopo la mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni, con Palmisano sulla «carica degli esclusi dalle elezioni tedeschi (con i comunisti ripescati)». 

Tornano 2 articoli in 2 pagine per le Idee, con D’Angelo sul fascino dei libri sulle lingue antiche «nostalgia del liceo» e Siti «tra incendi e pandemia» (come da occhiello rivelatore) su «L’eterno ritorno dell’inerzia che ci impedisce di cambiare». 

In ultima pagina, l’annuncio inaspettato di un nuovo DopoDomani domenica prossima,

mentre prosegue il nostro essere “a mezzo servizio” (a parte su Twitter, dove siamo sempre molto attivi... e reattivi): stiamo ricaricando le pile, buona estate a tutti!

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