giovedì 16 settembre 2021

E per festeggiare, un altro “DopoDomani” di fila

15° Domani cartaceo da 32 pagine, il secondo in 2 giorni consecutivi a 1,20 euro (dopo il «piccolo ritocco») con la presenza di nuovo gratuita del supplemento DopoDomani stampato in abbinata obbligatoria al centro (e pagine in numeri romani), per la prima volta di giovedì nella settimana del 1° compleanno di attività per sito e giornale: editoriale di Bragantini sull’autoritarismo di Xi Jinping e apertura della “coppia d’assi” Fittipaldi & Tizian su Salvini, ripreso mentre dà dei «poveretti» ai due inviati. In manchette, terzo giorno di seguito per Grimaldi Lines (ed era da metà marzo che non c’era un inserzionista esterno per così tanto tempo di fila... anche allora era Skira di cui l’Editoriale Domani detiene il 15%). 

All’interno La Giornata in 7 news e Preziosi sui movimenti per la legge Zan proseguono i Fatti, di fronte a «Da. Prez.» sulla fiducia a Draghi sul green pass che «salva la Lega dall’implosione» e Zini sulla “conferenza stampa” del Papa in aereo di ritorno da Bratislava. Segue un’altra pagina di Salvatore Vassallo con la mappa elettorale di «Roma in tre mosse» (Post missini, demo-grillini e periferie»), Merlo sulle due facce del referendum («Trionfo democratico o azzardo?») dopo la firma digitale con lo Spid accanto a Cotugno sulla transizione ecologica dove «il PD non ha un’idea»,

quindi De Benedetti ancora sul discorso di von der Leyen ma stavolta su armi e lobby (con un trafiletto di Redazione su Mattarella per una difesa comune UE) di fronte alla chiusura di Romano Prodi dal suo nuovo libro Strana vita, la mia sugli scissionisti che a sinistra «finiscono male». 

6 lettere (aperte dagli auguri a Domani dell’Anpi e da una di civile polemica a cui risponde De Monticelli) e il caporedatòr Ferraresi su Draghi che «comanda tacendo» avviano le Analisi,

dopo l’inserto, di cui parliamo più avanti, Balassone racconta la crisi della Rai «così profonda che sarebbe imperdonabile sprecarla», poi la new entry Vincenzo Tiani spiega l’affare Apple e privacy,

il duo Franzini & Raitani contro l’abolizione del reddito di cittadinanza, il diretòr sul Festival dell’Economia modificato dalla provincia leghista di Trento e infine De Monticelli nel dibattito sulla “sinistra illiberale” aperto dall’Economist

Urbinati sull’Italia «una Repubblica fondata sul razzismo» apre le Idee, che poi ospitano finalmente il ritorno del filosofo Silvano Petrosino dopo quasi un anno, sull’uso improprio della scienza: «Predichiamo libertà, desideriamo sicurezza». 

Al centro del giornale il nuovo DopoDomani cartaceo (14° dei 19 finora: il precedente addirittura ieri), con copertina fotografica sul «Cosa c’è dopo l’Occidente», bellissimo titolo (a cui abbiamo messo come sempre la O manuscola rispetto al “manuale Ferraresi” in uso a Domani, almeno sul cartaceo) per spiegare «Il ventennio del declino» dall’ingresso della Cina nel Wto, «il club delle economie di mercato. Ora è Pechino a dettare le regole della globalizzazione». 

All’interno Faggionato apre su «L’anno in cui l’Occidente sbagliò le previsioni su se stesso», seguita da Teoldi con un’altra delle sue meravigliose doppie pagine d’infografiche, due estratti dai libri Cina. Prospettive di un paese in trasformazione di Giovanni B. Andornino e La Cina, gli Stati Uniti e il futuro dell’ordine internazionale di Matteo Dian, più articoli già editi negli ultimi mesi – ma decisamente interessanti e da conservare – di Cocco, Penati, Milanovic, Urbinati e Gallelli. 

In ultima pagina, ovviamente il promo della newsletter “wèilái” (sempre con la maiuscola e senza accenti, ma vabbè...).

E dopo la festa, noi continuiamo il nostro monitoraggio:

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