venerdì 25 febbraio 2022

E nell’ora più buia, finalmente arriva “Scenari”

30° Domani cartaceo da 32 pagine (il 520° di sempre, ormai il 10° a 2,50 euro, anche se chi ha comprato i primi 2 facoltativi in edicola per diversi giorni aveva speso la stessa cifra), con la presenza del nuovo inserto stampato Scenari in abbinata obbligatoria al centro (con 16 pagine in numeri romani). 

Prima pagina inevitabilmente sconvolta, al pari degli altri quotidiani italiani (a cui abbiamo dedicato un nostro post di consueto monitoraggio per i grandi eventi: curiosa la scelta dello stesso titolo de L’Osservatore Romano) e internazionali, con fotonotizia dall’Ucraina e l’intero discorso tenuto dal presidente Zelensky poco prima dell’attacco russo, con in calce richiami a Preziosi su Salvini, Passarelli sulla Lega e Veronica Raimo dal suo nuovo romanzo, oltre al richiamo in manchette dell’inedito (e attesissimo, tale da esaurire il giornale in moltissime edicole) inserto Scenari curato da Fabbri con la copertina in miniatura. 

All’interno La Giornata in 7 news e De Luca sul «colpo di mano» di Putin apre i Fatti, poi con Faggionato sull’accordo mancato sull’escludere Mosca dal sistema finanziario e Da Rold da Milano sull’arma del gas russo «per portare l’Europa in recessione», De Benedetti sulla «fragile Europa» che si ricompatta per le sanzioni e Grieco dal Vaticano sulla «via “timida”» scelta dal Papa, Preziosi sulle condanne a Putin e Tizian sull’oligarca russo Malofeev, Morini sui prodromi non così imprevedibili dell’invasione accanto all’editoriale del quotidiano online Ukrainskaya Pravda (che però, al contrario dell’ultima riga del corsivo in calce e sul sito, nella firma dell’articolo è scritto Ukrayinska come nella traslitterazione inglese...) sull’orgoglio di dire «Io sono ucraino». 

5 lettere (senza risposte, compreso l’iniziale “Diritto di replica” dalla Marsilio ancora sull’articolo di Scarpa) e Serughetti sui troppi alleati di sinistra che rendono possibile il contrattacco delle destre aprono le Analisi, poi – dopo l’inserto di cui come sempre parliamo più avanti – con Strazzari sul bluff putiniano della “nazione inesistente” «e i rischi per l’integrazione europea», Merlo sulla magistratura militare «persa nel limbo delle riforme» e Balotta sul decreto Milleproroghe che «favorisce i tir e penalizza il treno» (ma pensa!), il ritorno della coppia (stavolta giustamente accreditata) Romano da Avellino & Russo da Firenze con «La mappa delle scommesse sportive online che piace alle mafie», Passarelli sulla Lega «dalle correnti centriste ai migranti» che non può essere la nuova DC, per finire con Casadio su come «La pandemia dimostra che in Italia la cultura scientifica è insufficiente» (anche perché la maggioranza dei giornalisti ha formazione classica, aggiungiamo noi). 

Un estratto da Niente di vero di Veronica Raimo dà il via alle Idee, poi con Sangiorgi (fin dal 1997 tra i fondatori del MEI) del coordinamento StaGe! sulla crisi degli artisti indipendenti «rimasti soli con la pandemia» e Ruozzi sul «carnevale di don Milani» in un episodio del 1965 ancor oggi utile per riflettere su «Un’altra scuola» (altro bell’occhiello). 

Al centro del giornale il primo numero dell’inserto Scenari cartaceo e digitale (indicato come “Speciale” e previsto mensile, ma già esaurito e dopo un veloce sondaggio del diretòr per una possibile ristampa aggiornata in serata segnalato da Fabbri in uscita “reboot” per una settimana da venerdì 4 marzo, oltre che già ora un coupon per tre mesi di Domani gratis), con la bella idea di una copertina fotografica in prima e ultima pagina (nella quale la dida contiene una riga bianca e un bizzarro a capo...) che “confeziona” la pubblicazione e il curioso risalto al nome del curatore (peraltro ineccepibile, vista la popolarità di Fabbri... in questi giorni quasi onnipresente tra Radio 3 Mondo e maratone tv) sotto la testata con il titolo «L’Europa contesa» e l’editoriale «Il continente decisivo». 

All’interno 2 pagine di Fabbri su «Come la Russia è arrivata alla scelta della guerra» con la prima di 6 grandiose mappe di Mazzali (che ha twittato felice dopo «Due settimane passate a mappare furiosamente e a cercare dati e informazioni, tra mille ripensamenti e cambi dell’ultimo minuto»), poi l’ex funzionario del dipartimento di stato USA Herbert Reed sul «Perché non dobbiamo difendere l’Ucraina» di fronte all’analista Natia Seskuria (in un pezzo uscito in inglese su Persuasion 10 giorni fa) sul «Perché difendere l’Ucraina è una questione democratica», poi ancora Morini su cosa vuole davvero Putin, l’analista Dario Quintavalle sulla miccia che ha fatto esplodere l’incendio, lo storico Virginio Ilari su «Quando tra russi e americani correva buon sangue», ancora Quintavalle sugli ucraini «da sempre sull’orlo dell’abisso» e Antonia Colibasanu sull’Europa di mezzo «diventata territorio di frontiera» uscito in inglese su Geopolitical Futures 10 giorni fa, seguito da uno di Jacob Shapiro (fondatore di Perch Perspectives che ha ospitato Fabbri nel suo podcast The Perch Pod in inglese, scherzando sul suo aver avuto un voto alla presidenza della Repubblica italiana!) e dal caporedatòr Ferraresi (che ha vissuto quasi 10 anni a New York) sui falchi che «non volteggiano più nel cielo di Washington», quindi D’Aniello da Berlino sulla «cauta fermezza» tedesca che «serve quanto la sua flessibilità» e infine il politologo Germano Dottori sulla ricerca italiana del «punto di equilibrio» tra Russia e Ucraina, con un trafiletto di Natalia Rasmus su «Come la Russia ha preparato la guerra con l’aiuto del mare». 

Lungo la giornata, oltre a un nuovo meritorio liveblog, altri spunti (l’elenco integrale su Twitter)

e nostre segnalazioni

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