domenica 6 febbraio 2022

Ecco il 501, ma non è un Levi’s né la Legione di “Star Wars”

Bell’editoriale di Giro in prima sulla «saggezza collettiva che salva il “noi” dai troppi “io”» nella rielezione di Mattarella, di questi tempi utile ad ampio raggio di applicazione, accanto alla sapiente apertura di Cotugno da Milano sul «vero vincitore di Sanremo» (chiudendo il giornale in redazione verso le 19 per essere sull’app entro le 22) vale a dire il greenwashing (sempre in corsivo nel testo, ma purtroppo non nel titolo...) del «nostro momento Don’t look up», come argutamente citato dal curatore della newsletter sull’ambiente “Areale”. In calce i richiami alla rientrante Ikomonu sul M5s, Creta sulla Libia e l’esordio di Francesco Poli su Carlo Levi, sempre demandando la segnalazione del supplemento facoltativo DopoDomani all’ultima pagina. In manchette, rientra quasi guardingo il FAI. 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e Ikonomu sulla guerra ufficiale nei 5 Stelle proseguono i Fatti, poi con Di Giuseppe sul «flop di successo» Di Battista (senz’altro un caso di studio, ma non invidiamo Lisa...), una bella intervista “classica” di Preziosi al Giovanni Matteoli già portavoce di Napolitano, il ritorno di Cornaglia con un estratto dal suo nuovo libro Salvineide e una gustosa colonna di Cornia su un ragazzo che legge Seneca trovandolo «molto tosto» come evidentemente «il tedio delle quattro mura», quindi Grieco dal Vaticano sugli abusi in Nuova Zelanda con cui «muore la Chiesa della periferia» e infine Russo da Firenze sul potere degli agenti nel calcio che «si limita con la trasparenza». 

Di Grado sul «Cambiare il linguaggio violento sui No-vax può solo farci bene» apre le Analisi, poi con 2 pagine spettacolari di Sara Creta e infografiche di Teoldi sulla Libia (un gran lavoro che – senza mancare di rispetto agli altri – oggi da solo vale davvero il prezzo del giornale e curiosamente anticipa i temi di papa Francesco in serata da Fabio Fazio su Rai 3),

poi 4 lettere (senza risposte) e Assael nel dibattito sul presidenzialismo («non basta per curare le nostre democrazie»), il “Diario europeo” di Saraceno sulla «giusta direzione di Mattarella» del «diminuire le disuguaglianze», Ramella sulla politica che fa alzare i costi dei trasporti (aprendo un nuovo dibattito su Twitter), chiudendo con il copywriter Raffaele Notaro sulla Great resignation e quella «metà del guado tra dimissioni e sindrome dell’impostore» (con l’ennesima giusta illustrazione dal repertorio Pixabay)

più ancora Cotugno per “Areale” sull’insostenibile organizzazione dei Giochi olimpici. 

D’Angelo sul «pamphlet non necessario» La democrazia dei signori dello storico Luciano Canfora (sì, quello che da quarant’anni assomiglia al docente di Pink Floyd - The Wall) apre le Idee, poi la pagina degli editor con “La posta del cuore” di Pilotti illustrata da Campagna (con il caratteristico tocco di rosso nel titolo e quello sotto il disegno a mo’ di dida)

e la classifica dei libri commentata da Cottafavi con l’immagine-logo di Campagna, per concludere con lo storico dell’arte Francesco Poli sul «lato nascosto di Carlo Levi».

In ultima pagina ancora il promo del DopoDomani facoltativo, in edicola fino a mercoledì «a 1,30 euro (più il costo del quotidiano)»

Lungo la giornata, oltre a un ormai inconsueto trittico su Instagram con un’altra diretta di Annalia Venezia da Sanremo con Elisabetta Canalis che sta però a Los Angeles, una raccolta di meme targati AQTR e la ripresa delle belle e utili Note di sordità, altri spunti

e nostre segnalazioni.

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