venerdì 18 marzo 2022

E in piena guerra un altro “Scenari”, sul Risiko russo

Mentre torna il supplemento a richiesta Scenari (che se anche è il numero 2, viene incomprensibilmente definito ancora “Speciale DopoDomani” come la ristampa aggiornata del primo, il che aveva ben più senso...) passato a 20 pagine ma a 2,50 euro più il giornale anziché compreso, la prima di Domani rimane ancora canonica, con richiami a Da Rold su Zelensky, Guidorizzi su Putin, RAV alias Ventura sulla censura, poi editoriale del diretòr sulla lobby delle armi che specula sulla tragedia dell’Ucraina (e davvero – dopo quelli che l’hanno fatto e continuano a farlo sul coronavirus – è meglio che ci censuriamo...) e apertura di D’Aprile sull’aumento della spesa militare che non servirà affatto a difenderci dalla Russia (ma pensa). In manchette, opportuno richiamo al ritorno del supplemento Scenari, che dovrebbe restare in edicola per una settimana (se non si esaurisce prima di nuovo...).

All’interno le 7 brevine per La Giornata e De Luca con il calcolo delle perdite russe e come «DMD» in calce il “Bollettino di guerra” proseguono i Fatti, poi De Rold da Milano sui «mille registri di Zelensky il comunicatore» e Di Giuseppe sul dibattito tedesco sull’Ucraina saltato tra l’imbarazzo del cancelliere Scholz, Pugliese dell’Ispi sul ruolo cruciale della Polonia «che non si accontenta della pace», De Benedetti sulla guerra «alibi delle lobby per sabotare il Green deal europeo» e Bruni sul «dilemma tra inflazione e guerra per le banche centrali», Meletti per l’inchiesta “Silenzio stampa” sul «nuovo re della stampa locale» Alberto Leonardis

e infine Merlo sulle «Pene ridotte per l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega». 

4 lettere (senza risposte) e Zanchini di Legambiente sulla paura di un dibattito pubblico sui progetti per la transizione energetica danno il via alle Analisi, poi con Muzio da Milano sul clima da Guerra fredda che «fa tornare produttivo il Congresso americano» (che come al solito vuol dire statunitense, ma vabbè) e Balassone sulla crisi che «ha cambiato anche le priorità televisive degli italiani», lo storico Enrico Acciai sui volontari in Ucraina «anche se non vincerà così la guerra», Guidorizzi sul capire l’ossessione di Putin («basta leggere Erodoto e Platone»),

chiudendo con la giovanissima Isabella De Silvestro che dopo un’inchiesta “partecipata” sulle sanatorie delle ingiustizie e ulteriori apprezzamenti successivi allestisce un gran pezzo dalla colombiana Medellin che «oggi è cambiata ma non ha perso i suoi vizi»

Il sempre provocatorio RAV sulla censura «culla della modernità» apre le Idee,

poi con Matteo Al Kalak sul limbo «a metà strada fra inferno e misericordia» e Carzaniga da Milano a chiudere sull’epica durata di film-evento come The Batman (che nel titolo perde non soltanto il corsivo ma anche l’articolo “alla milanese”...).

Allegato a richiesta per una settimana da oggi a 2,50 euro (con un quasi raddoppio di prezzo dopo il lancio del primo e del suo bis di ristampa aggiornata) è uscito il secondo numero di Scenari, con 4 pagine in più e purtroppo senza la foto finale in quarta di copertina (e incomprensibilmente di nuovo una gerenza come “Speciale DopoDomani” anche se non c’erano più possibilità di creare problemi di numerazione, anzi si creano ora a meno di qualche modifica che non sappiamo ancora). Sotto la foto in prima pagina (a nostro personalissimo giudizio troppo simile alla primissima, e nemmeno tanto “bella” seppur dotata di un certo impatto) nuovo editoriale del curatore Fabbri sulla «Corsa contro il tempo» mentre «il mondo che conosciamo muta sotto i nostri occhi». 

All’interno il suo articolo introduttivo sulla «guerra per procura» con la prima di 5 mappe come d’abitudine firmate dal cartografo Mazzali (in particolare una splendida nelle 2 pagine al centro del giornale e una sul finale sui rifugiati), poi uno di Ilari con una seconda sulle analogie con la guerra polacco-sovietica di un secolo fa, Morini sul «senso del Cremlino per l’azzardo» e Quintavalle sull’Ucraina «in bilico tra resistenza e futuro», quindi George Friedman sugli errori iniziali russi (uscito in inglese 10 giorni fa su Geopolitical Futures) e un diario di guerra «tra attesa e terrore» di Ugo Poletti (direttore di The Odessa Journal), Annicchino sulla «guerra parallela ortodossa» e Shapiro sulla Cina per cui «la crisi ucraina è più un danno che un vantaggio», l’analista Elia Morelli sull’Europa orientale «di nuovo in attesa davanti alla storia»,

l’esperto di scenari strategici Francesco Galietti su Berlino dove «il sole non sorge più a oriente» e in conclusione Lorenzo Pregliasco di YouTrend su come la guerra ha mutato il nostro sguardo su Putin. Lungo la giornata, oltre al liveblog sull’Ucraina, altri spunti e nostre segnalazioni

Nessun commento:

Posta un commento