martedì 1 marzo 2022

La linea resta aperta, ma si preparano tempi difficili

Gli avvenimenti si susseguono e «la storia corre», come ha detto in serata Mentana nel suo studio tv con l’ormai inseparabile Fabbri. Sotto la testata di Domani i richiami a Lucarelli sull’export milanese, Pirozzi sull’Europa e Bolzoni sui 50 anni de Il Padrino, poi un editoriale di Urbinati sulle sanzioni e l’apertura di Faggionato sulla guerra finanziaria stavolta efficace. In manchette torna il promo con QR code del «giornale digitale dalla sera prima». 

All’interno le 7 brevine per La Giornata e Faggionato sulla storica decisione svizzera (più il «Bollettino di guerra» di De Luca in calce) proseguono i Fatti, poi con De Benedetti sull’Europa che «si prepara a tempi difficili» e Giro sull’invio di armi che «serve solo ad aumentare le sofferenze», Di Giuseppe & Preziosi sulla deroga alla legge per inviare armi «di difesa» e Serughetti su Salvini che «vernicia il suo cinismo sovranista con i diritti umani» senza ritegno (e noi per scelta non ritwittiamo mai notizie con foto su di lui) , D’Aprile sul congelamento dei piani di disarmo nucleare e Lucarelli da Milano sull’export «molto più di moda che la guerra», Ricciardi su «Quanto ci costerà riabilitare il carbone e il petrolio» e Ricci sulle armi dall’Italia a Kiev, per chiudere con Cotugno sul nuovo rapporto IPCC: «Russia e clima, i due fronti della guerra alle energie fossili» e una di fatto quasi mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni. 

6 lettere (fra cui una affettuosa della Redazione con gli auguri a Rino Formica per i suoi 95 anni) e Pirozzi sul «cambiare la politica di vicinato di Bruxelles» aprono le Analisi, poi con Morini sul filo rosso che lega Putin a Lukashenko, una vera mini-sezione Enti Pubblici e Istituzioni, Rampoldi da Milano sulla verità per armare l’opinione pubblica contro Putin e la politologa Anna Loretoni sugli effetti del «disegno egemonico russo sulle democrazie occidentali», concludendo con Franzini & Raitano sulle pensioni più flessibili «non per forza un costo per lo stato». 

Luca Fiore sull’artista ucraino Pavlo Makov, scelto per rappresentare il suo Paese alla Biennale di Venezia («Quel che voleva Putin era chiaro, siete voi che non l’avevate capito»), apre le Idee, poi con Raimo sugli «Scorci di storia e di vita dimenticati sulla Salaria» dopo la frase di una prof di liceo sull’abbigliamento di una studentessa e infine il siciliano Bolzoni sul Padrino di Coppola, tornato nei cinema – ridoppiato! «L’orrore... l’orrore...», giusto per citare un altro Brando – per i suoi 50 anni, con la sua «visione distorta della mafia e dei suoi boss sanguinari».

Lungo la giornata, l’ormai irrinunciabile liveblog sulla situazione ucraina più altri spunti e nostre segnalazioni.

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