giovedì 3 marzo 2022

Seconda settimana, più di una guerra

Ancora richiami in alto sotto la testata, a Faggionato sul governo alle prese col catasto, Casadio sulla epidemia (non pandemia, definizione su cui l’anno scorso anche l’oggi onnipresente Fabbri ha mostrato qualche dubbio) e Marchesi su Cyrano, poi nuovo editoriale di Ignazi sugli ucraini che «si aiutano più col portafoglio che con le armi» e apertura di D’Aprile su Renzi che «armava Putin in violazione all’embargo europeo», con gran foto dei due nel 2015 con espressione curiosa. In manchette intelligente promo sulla ristampa aggiornata di Scenari, da domani in edicola per una settimana in allegato non obbligatorio a Domani

All’interno La Giornata in 7 news, De Luca sulla guerra e il suo Doppelgänger «DMD» al “Bollettino di guerra” proseguono i Fatti, poi con Da Rold da Milano sui nuovi negoziati, De Benedetti (con grafico di Teoldi) sull’Europa stavolta solidale, Berardi da Torino incontra l’ex ministro ucraino Tymofiy Mylovanov (con mappa di Teoldi) e RAV alias Ventura sull’opinione pubblica che vuole la pace, Ricciardi sulla riduzione dei consumi «vera alternativa al gas russo», Faggionato sul governo appeso al catasto (diciamo che in certe cose l’Italia è più fuori dal mondo di altre...) e Preziosi su Letta alle prese con i pacifisti, Manes di ReCommon (finalmente tornata a essere scritta senza puntini...) sui rapporti con la Russia della Sace e ancora Faggionato sull’effetto collaterale alla guerra dell’Europa che cerca l’accordo con l’Iran, concludendo con Trocchia su Tivoli che giustamente «non vuole diventare la discarica di Roma». 

Casadio sull’epidemia «finita, almeno per ora» grazie ai vaccini apre le Analisi, poi 4 lettere (senza risposta, l’ultima con un titolo che cita «esperiti di geopolitica» con una i di troppo...) e il capo redatòr Ferraresi sulla censura degli artisti russi per il caso di Paolo Nori (ospite del diretòr nella seconda puntata del nuovo podcast Appunti), Maccaferri da Londra sul perché la guerra cambia il futuro britannico, per chiudere con Bragantini sul non lasciare Generali «preda dei personalismi». 

Giurato da Milano sulla «pulsione esistenziale che ci porta sempre alla guerra» apre le Idee,

Cuperlo sul libro Perché non basta dirsi democratici di Achille Occhetto, Marchesi sul nuovo Cyrano e infine Riva sul testamento di John le Carré nel postumo L’ultimo segreto, citato anche da Radio 3. In giornata, oltre al consueto liveblog sull’Ucraina, altri spunti e nostre segnalazioni, compresa la seconda settimana di “maratona Fabbri” (oggi su Il Foglio definito dal sempre simpatico professore Andrea Minuz «il Roberto Saviano della geopolitica, sempre risoluto, spesso adombrato, sprezzante», ma si sa come sono questi docenti...).

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