lunedì 11 aprile 2022

E dopo 7 mesi, un altro “ritocchino” al prezzo del cartaceo

Piccola, amara sorpresa (anche se in fondo non così imprevedibile...) di un nuovo aumento di prezzo al giornale cartaceo, da 1,20 euro a 1,50... colpa ovviamente del prezzo della carta, come spiega il diretòr: «prima le cartiere ci hanno annunciato che non producevano più la nostra amata carta da 52 grammi (più redditizio fare i pacchi per Amazon) e poi che il prezzo di quella da 42, che usiamo ora, saliva tra il 70 e l’80%. Non abbiamo altra scelta che chiedere ai nostri lettori di condividere con noi questo costo aggiuntivo, perché crediamo nell’importanza di esserci in edicola, anche se nonostante l’eroica resistenza dei nostri amici edicolanti la carta è ormai una provincia dell’impero dell’informazione digitale». 

In prima si confermano i richiami sotto la testata: oggi a De Benedetti, Fontanelli e D’Antona, poi l’editoriale del lunedì di Maltese sulla distanza tra Draghi e i partiti per la guerra e la fotonotizia d’inizio settimana (bella, sorridente e straziante...) dell’inchiesta – purtroppo ancora non accompagnata in prima dall’indicazione di chi la cura, anche se in questo caso i lettori fedeli possono indovinare facilmente – sulla morte dell’ambasciatore italiano Attanasio in Congo curata come sempre dal suo omonimo (senza più come da tempo la nota in calce su questo particolarissimo aspetto della vicenda). In manchette ancora il promo con QR code del podcast “Appunti” (oggi con Zanchini).

All’interno la cover story sulla vicenda «da riscrivere» e la colonna del diretòr sul prezzo che «deve cambiare (di poco)» proseguono i Fatti, poi La Giornata in 6 infografiche del data editor Teoldi e “Il filo di Piero” con Ignazi sull’Ucraina nella UE illustrato da Campagna, Da Rold da Milano sulla battaglia finale nel Donbass e Giro sul «sacrificio degli alpini e il vero nemico che è la guerra», De Benedetti da Parigi sul primo turno delle presidenziali francesi e Zanchini su un decreto «contro la povertà energetica»,

chiudendo con De Monte sulla «verità ancora lontana» per la strage di bambini a Lampedusa nel 2013 e Perteghella del think tank Ecco (che in giornata partecipa a un convegno su energia e geopolitica in diretta streaming dall’ECFR Roma) sui «rischi di ancorare la nostra sicurezza energetica al gas dell’Algeria». 3 lettere (senza risposte) e Ponti su «uno spezzatino su base regionale delle nostre autostrade» (con un attacco nel titolo «Serve» sulla sinistra di in due pagine sinistre consecutive...) apre le Analisi, poi Fontanelli da Milano sulla guerra che «si sposta sul grano e l’autarchia del cibo torna di moda», Lerner dalla «cittadina benestante a nord di Beirut» El Biyada per incontrare il controverso Gebran Bassil («In Libano dobbiamo cambiare il regime come hanno provato a fare in Siria»), Balassone sull’algoritmo dei nuovi canali streaming «che non stimola le nostre avventure culturali», Guerrini da Trento sulle società specializzate per chi ha soldi e potere è può «comprare ogni tipo di reputazione digitale», per finire con “La settimana della scienza” curata da Bignami e illustrata da Campagna. D’Antona su Louis C.K. «e il paradosso della stand-up comedy» danno il via alle Idee,

con l’editor Mattia De Bernardis sullo «strano genere letterario dello scrivere bene» per il nuovo romanzo Tutti dormono nella valle di Lamberti (da sempre abituale collaboratrice di Domani) con un trafiletto e la traduttrice Renata Colorni su Quel maledetto Vronskij di Piersanti (pure lui storico collaboratore di Domani) divenuto finalista al premio Strega

In ultima pagina il promo di DopoDomani con grafica “movimentata” nell’impaginazione. 

Lungo la giornata, oltre al ritorno del liveblog sull’Ucraina altri spunti

e nostre segnalazioni (compreso un Fabbri palesemente in studio a la7 solo grazie a un “effetto speciale” nello sfondo), con tanto di colpo di scena a fine giornata.

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