sabato 17 ottobre 2020

Dica 33, Domani è un altro giornale

Inevitabile editoriale del diretòr sui contagi, e spettacolare foto di Arcuri (scovata in diretta Instagram ieri sera, e riconosciuta eloquente un po’ da tutti) ad accompagnare il riassunto delle malefatte (anzi, delle non-fatte) di Arcuri da parte di Faggionato.

All’interno La Giornata riassunta in 7 news e un grafico, più un articolo di De Luca affiancato da un altro utile grafico del data editor Teoldi. Quindi ritorna Coppola sulla Milano che «si sente già in lockdown» e Faieta sulla proposta sul tavolo del sindaco Sala: «Mai più appalti pubblici a chi si nasconde dietro fiduciarie». De Benedetti confronta il resto d’Europa che resiste e Vazza argomenta la bocciatura Oms del farmaco Redemsivir contro il virus, Merlo indaga la strategia renziana «per ottenere le nomine e un altro ministero» (sentitevi liberi di imprecare come e quanto più volete, è ancora poco), poi ancora Faieta con Tizian riprendono l’inchiesta sulla Lega e «le ville comprate con i soldi della Regione». Gaia Zini ci informa sui super consulenti per il M5s (peggio dei testimoni, mai che non siano “super”) e Meletti sulla «corrida delle nomine» per Leonardo-Finmeccanica dopo «la strana condanna di Profumo», Trocchia torna sui pestaggi in carcere (con il sottosegretario alla giustizia Ferraresi che li derubrica nel «ripristino della legalità») e Maurizio Pagliassotti chiude i Fatti con la parabola di Appendino «fagocitata dal Sistema Torino».

Le Analisi si aprono con il gran pezzo di Alessandro Penati su tutte le follie del piano Cashless con i suoi 4,7 miliardi sprecati e dello stagista Giunio Panarelli sulle proteste antigovernative a Bangkok, seguiti da Mario Giro sul conflitto in Nagorno-Karabakh («la guerra mondiale in pezzi», in un posto che la maggioranza dei giornalisti occidentali nemmeno sapeva dov’era fino a un mese fa) e il ritorno del diario elettorale USA di Berardi (sul duello tv a distanza Trump-Biden). Quindi 2 lettere e una terza in diritto di replica sul processo Eni (con risposta piccata del diretòr, che segue la vicenda da tempo e tre anni fa lo definì «il processo che può cambiare il capitalismo italiano»), accanto a un commento dell’attivissimo tra social e tv Gianfranco Pasquino sulla cosiddetta (ridicolmente) «svolta moderata» o liberale di Salvini. Poi una stilettata a chi ha a cuore la sorte dei più giovani, con Federico Marconi sul «nuovo discount della droga» e l’eroina che ormai «costa quanto una pizza», più l’articolo definitivo sulla legge elettorale («Dopo di questo non avete più bisogno di leggere altro», ha detto il diretòr nella diretta Instagram di ieri sera) di Raffaele Romanelli che chiude le Analisi insieme a un’altra grande illustrazione di Campagna:

Le Idee partono con l’analisi di Diego De Silva del nuovo album di Bersani (il cantante) e l’editor della cultura Cottafavi sulla Fiera del Libro di Francoforte ovviamente virtuale (con un bell’incipit: «Abbattiamo qualche luogo comune. Non è vero che gli italiani non leggano. L’editoria è assieme alla pay tv la prima industria culturale del Paese. Valgono entrambi 3 miliardi di euro» e più avanti: «Il mercato dei quotidiani vale la metà, ancora meno quello dei videogiochi, del cinema, della musica, dei teatri, delle mostre»), per chiudersi con il ritorno di Odifreddi sull’89enne Roger Penrose, fresco Nobel per la Fisica.

In giornata, diversi commenti: con anche i nostri:

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